Jorge
Quasi non ci credetti quando mi chiese di salire in casa sua, anche se ovviamente non furono queste le precise parole e dubitavo che avesse preso la scusa per la macchia per farmi salire. Alessia era talmente trasparente e poco maliziosa che non avrebbe mai escogitato trucchetti del genere.
Io però persi diversi battiti, uno per ogni gradino che portava a casa sua. Quando entrai vidi un appartamento ordinato, anche se un poco freddo. Non c'erano foto, non c'era niente di personale, segno che non pensava a quell'appartamento come casa. Non era per niente simile a dove vivevo io: era piccolo e stretto, con un salotto con un sofà color verde petrolio super consumato a cui si univa una cucina essenziale.
Fu divertente spogliarmi davanti a lei, togliere lentamente la camicia notando che i suoi occhi verde chiaro seguivano ogni mio movimento. E rallentai apposta, beandomi di quel desiderio che sembrava crescere in noi. Nuovamente l'atmosfera si fece elettrica... almeno fino a quando lei non sparì. E sapevo perché l'aveva fatto, perché era sempre più difficile restare vicini senza impazzire.
Ancora più divertente fu vederla grattugiare il sapone invece del formaggio e cominciare a sfregare la mia camicia con forza, creando una schiuma bianca e soffice.
E fu proprio quella a farmi venire un'idea per stemperare un pó la tensione e permettermi di sfiorare quel volto stupendo.
Scherzammo e giocammo, ma alla fine la raccolsi tra le mie braccia, stringendola e carezzando l'unica parte di pelle scoperta e disponibile: quella della schiena, arrivando a sfiorare due adorabile fossette. La sua pelle era liscia e richiamava istinti che pensavo di aver dimenticato.
La guardai. Non smettevo di farlo. Era più forte di me. I suoi occhi e quelle labbra erano come un magnete da cui non potevo scappare. Non volevo scappare, anzi mi volevo perdere.
Desideravo fare quel passo in avanti, ma aspettai, paziente, perdendomi nelle costellazioni dorate dei suoi occhi e nel fresco del suo respiro. La vidi avvicinarsi ancora un poco, la punta del suo naso ormai sfiorava la mia. Le nostre labbra erano a un centimetro di differenza, piu vicine di quanto mai erano state.
Come sarebbe stato baciarla? Mi immaginavo qualcosa di dolce, ma anche passionale.
Inaspettatamente il suo indice cominciò a stuzzicare il mio labbro inferiore, facendomi tremare da capo a piedi. Era tutto troppo. Dovevo respirare tra le sue labbra. Dovevo baciarla. E sapevo che Alessia provava le stesse cose, lo vedevo nelle sue pupille che tremavano.
E infine fu Alessia a fare il primo passo. Baciai le sue labbra, rincorsi la sua lingua e mi persi completamente in lei. Aveva un sapore fantastico e le sue labbra erano morbide come piume. La strinsi con più forza, sentendo la morbidezza del suo seno contro il mio petto, facendomi nascere reazioni poco controllate.
Portai le mani sul suo sedere, stringendolo e sentendo carne invitante. La sollevai con facilità, stringendola a me e continuano a baciarla in modo famelico. Non era un bacio a cui ero abituato; era dolce e generoso, passionale e carnale.
- Mi fai impazzire - gemetti sulle sue labbra una volta che ci scostammo, guardandola negli occhi prima di tornare sulle sue labbra, dando vita a un bacio su cui Alessia sorrise.
Camminai con lei in braccio, schiacchiandola contro il muro in modo da avere almeno una mano libera. Volevo toccarla, sentire la sua pelle e vedere ciò che mi era stato proibito.
Con la mancina cominciai a sfiorarle il fianco, scivolando velocemente verso il ventre mentre le mie labbra e la mia lingua erano impegnati a intrecciarsi a quelle di lei. Continuai la mia corsa sul suo ventre, fermandomi nel sentire quella che sembrava una cicatrice. E immediatamente tutto scomparve: Alessia si irrigidí e le sue mani che prima mi carezzavano la schiena ora sembravano fare pressa contro il mio petto.
- Ehy che succede? - domandai, le labbra ancora rosse e la voglia di baciarla che invece che diminuire aumentava ogni secondo. Ora che l'avevo assaggiata volevo tutto.
- Non... - balbettó lei, abbassandosi la camicetta. Non l'avevo vista, ma era stata chiara la sensazione sotto la mia pelle. E quella cicatrice sembrava il motivo dei suoi segreti.
- Troppo presto - finì, facendomi sorridere. Le sistemai una ciocca di capelli che le copriva il volto e sfiorai il suo zigomo in una carezza. No, non era come le ragazze a cui ero abituato.
- Non c'è problema... non c'è problema - sussurrai sulle sue labbra, baciandole nuovamente a stampo per diverse volte, sentendo il suo corpo che sembrava tremare.
- Vuoi dirmi che è successo? - domandai, impaurito da quella reazione. Non volevo fare qualcos'altro di sbagliato.
Gli occhi acquosi e leggermente rossi di Alessia furono su di me e la sua testa fece di no più volte. Non era ancora arrivato il momento, ancora non si fidava di me tanto da dirmi ciò che teneva più nascosto. Le parole di Jenny continuavo a risuonare: Alessia dava tutto senza tenere niente. Aveva sofferto più di quanto meritava e mi continuavo a chiedere chi avesse il coraggio di fare del male a una creatura cosi pura e genuina.
- Posso chiederti una cosa? - domandò lei improvvisamente, facendomi scattare come un soldatino. Questo non mi era successo con nessuna, neanche con Natalie o Cat... erano tutte partite in maniera differente, anche se avevo amato entrambe. Tanto, ma purtroppo non aveva funzionato.
- Certo - risposi con dolcezza, continuando a carezzare il suo volto. Era sempre più bella ogni volta che la guardava e quelle labbra gonfie e rosse, lucide, pregavano per esser sfiorate nuovamente.
Il bacio che c'era stato era stato travolgente e mi aveva lasciato senza fiato.
- Puoi rimanere qui? Ti va di dormire con me? - domandò con un'innocenza e una dolcezza che mi fecero stringere il cuore. Sembrava una bambina col disperato bisogno di rassicurazione nel corpo di una avvenente donna. E volevo scoprire e sanare, guarire, curare, la profonda ferita che non le permetteva di lasciarsi andare.
- Certo - confermai, abbassandomi per lasciarle un altro bacio che Alessia andò però ad approfondire. Carezzai la sua lingua e le sfiorai il volto con le mani, stringendolo per non lasciarla andare via. Sorrisi su quelle labbra morbide posando la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi e godendo di tutte quelle sensazioni che mi stava regalando.
- Vieni... - sussurrò Alessia, prendendomi per mano dolcemente, accompagnandomi in camera.
Me: mi piaceva l'idea di raccontare tutto anche dalla parte di Jorge e quindi eccolo qui, un capitolo che forse si è già un po letto, ma che mette su ulteriore fucoco e nuovi indizi sul passato di Alessia... secondo voi che nasconde??
Si scoprirà tra qualche capitolo ;)Ci vediamo venerdì con l'ultimo capitolo della settimana!! ❤ ricordatevi di lasciare un commentino e un voto ❤
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About Last Night || Jorginho
RomanceFF su Jorginho <3 Alessia è emigrata a Londra in cerca di fortuna e per scappare da un passato pesante. Approdata nella grande città ormai da mesi, continua a lavorare nel ristorante italiano dello zio, ma i grandi sogni cominciano a sgretolarsi...