Salto nel tempo

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POV SANGIOVANNI
Ero sul treno per tornare a Milano che alla fine era come tornare a casa in modo generale Milano mi aveva sempre accolto in tutto dai vicoli,dalle discoteche dove facevo amicizia con gente che manco conoscevo e dai locali dove avevo iniziato a suonare avevo provato tante volte a sostituirla con Vicenza,Napoli e Roma che altrettanto bella ma Milano è un pezzetto di me, ero seduto su quel sedile felice ma a conoscenza che ero sarei stato capultato in un altro mondo non sarei stato più la persona di prima ero diventato un altra persona nuova non avevo più l'obbiettivo di sentirmi bene o accettato, volevo essere diverso perché avevo capito che essere se stessi era sempre la cosa migliore, essere sinceri e non nascondere niente di se, esprimere se stessi e mandare un messaggio alla gente che mi ascolta perché potrei essere un esempio per la mia generazioni e quelle nuove ma anche vecchie, far capire al ragazzino diverso che amava vestirsi con tanti colori e poteva farlo, se la ragazza o ragazzo non si sentivano bene col propio corpo potevano benissimo cambiarlo e tutte le cose che secondo la legge sono sbagliati e come se ci vietassero di essere noi stessi, ancora c'è un tasso molto alto di gente con la mentalità chiusa ma spero che un giorno capiranno che nessuno è sbagliato ma solo diverso dagli altri è deve amare questa diversità.

I ricci morbidi e profumati ricadevano sulla mia fronte leggermente unta per il sudore, il naso che ogni tanto si arricciava e la bocca socchiusa con le labbra secchissime date dal caldo, la canottiera bianca mezza coperta da una giacca che era un mix di colori e i pantaloni bianchi con le Jordan arancioni, un cappello stile pescatore sempre arancione e gli occhiali da sole rigorosamente arancioni che servivano a proteggere quell'azzurro dai raggi di sole che mi procuravano la congiuntivite e speravo che così la gente mi avrebbe riconosciuto di meno, non mi aspettavo chissà quale popolarità ma in quel momento avevo il bisogno di tornare a casa il più veloce possibile riassaporare tutte le cose che mi erano mancate come l'aria.

Scesi dal treno mi misi le mie solite cuffiette e feci partire la mia playlist nel frattempo che mi incamminavo verso le zone più nascoste di Milano dove c'erano delle case stupende compresa la mia ma che nessuno aveva mai visto per colpa della zona abbastanza trascurata, nel camminare canticchiavo ogni canzone che partivano, la musica mi aveva sempre messo di buon umore mi sentivo leggero come se venissi capultato in un altra dimensione dove regnavano i tuoi pensieri e il silenzio, ero pieno di notifiche da tutti i social del mondo ma non volevo aprirle sapevo che sarei entrato in un ansia assurda e avrei detto nella mia testa
"Cazzo eh adesso come le gestisco tutte ste cose ne devo mollare per forza qualcuna"
E ancora non era il momento lo avrei fatto solo quanto sarei stato pronto non ero obbligato a fare tutto alla svelta avevo il diritto di godermi la mia vita e oggi sarebbe stato così.

Lentamente misi la chiave nella fessura della porta e dopo aver fatto tre giri entrai, da quando ero andato via Enula aveva deciso di affittarsi un appartamento tutto suo così da poter abitare con la sua ragazza, la casa era tutta buia e piena di polvere accesi la luce e mi poggiai sullo stipite della porta ad osservarla, ma in tutto questo penso che vi starete chiedendo ma Giulia perché ancora non le hai scritto o parlato beh la finale era registrata  sarebbe stata mandata in onda oggi e io avrei aspettato prima di poterla ristringere tra le mie braccia stavo impazzendo all'idea di rivederla, giuro non avrei mai smesso di ringraziarla per ciò che mi aveva fatto fare mi ha fatto capire che se ti butti non è obbligatorio morire, ti potrebbero bruciare i tagli sul corpo ma poi si sarebbero richiusi o cadi sul morbido, mi ha fatto capire che non sarebbe stato necessario nuotare continuamente nel mare di ricordi e potevo lasciarlo andare e costruirmi il futuro non pensando hai miei vecchi errori.

Verso più o meno l'una di notte sentì il campanello suonare andai ad aprire e venni travoltò in un abbraccio
Giù: "Son fiera di te" disse stringendomi sempre di più per poi staccarsi guardarmi e baciarmi le misi le mani fra i capelli e dopo mesi aspirai il suo profumo, la guardai negli occhi e mi resi conto di essere il ragazzo più fortunato al mondo stringendomi sempre di più a quella piccoletta.

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