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Il dio si siede pesantemente al tavolo e ordina una Pepsi. Il servitore invisibile gliene porta una ma l'apre in malo modo e gli spruzza la bevanda addosso. Il dio ruggisce rabbioso e infastidito, biascica qualche imprecazione e scansa la lattina con un gesto brusco della mano

Efesto: stupidi servitori -borbotta -ci vorrebbero dei bravi automi. Loro non si comportano mai male!

Io: Efesto, che succede? Percy...

Efesto: sta bene. È con Calipso sull'altra isola di Ogigia, sono andato poco fa a fargli una visita. È preoccupatissimo per te

Io: e Annabeth?

Efesto: sta bene, una ragazza piena di risorse. Ha ritrovato la strada e mi ha raccontato tutta la storia. È preoccupata anche lei, sai, per entrambi

Io: non gli hai detto che stiamo bene?

Efesto: non sta a me dirglielo, vi danno tutti per morti. Beh tranne Apollo, lui è abbastanza arrabbiato con me per averti mandato sul Sant'Elena... ci tiene a te più di quanto dimostri -risponde studiandomi e percepisco da lui arrivare una nota di divertimento insieme a affetto, approvazione e interesse

Arrossisco puntando lo sguardo sul tavolo e il dio mi appoggia una mano sulla testa, rialzo appena gli occhi e lo vedo accennare un minuscolo sorriso che ricambio appena

Efesto: in ogni caso dovevo accertarmi che aveste intenzione di tornare, prima di comunicare al mondo dove vi trovate

Io: che vuol dire? -chiedo confusa -certo che ho intenzione di tornare!

Efesto mi studia questa volta scettico. Si tira fuori qualcosa dalla tasca: un disco di metallo delle dimensioni di un iPod. Preme un pulsante e il disco si allarga, diventando una tv di bronzo in miniatura. C'è il telegiornale e sullo schermo scorrono le immagini del Monte Sant'Elena, con un grosso pennacchio di fuoco e cenere che si leva nel cielo

Giornalista: ancora niente di certo su eventuali nuove eruzioni. In via precauzionale, le autorità hanno ordinato l'evacuazione di quasi mezzo milione di persone. Nel frattempo, la cenere è arrivata fino al Lago Tahoe e a Vancouver, e l'intera area ai piedi del monte è chiusa al traffico, per un raggio di centocinquanta chilometri. Non risultano vittime, ma solo feriti e intossicati, inclusi...

Il dio spegne l'apparecchio e torna a guardarmi

Efesto: avete provocato una bella eruzione -commenta -ma avete sbaragliato i telchini, alcuni si sono disintegrati. Altri senza dubbio sono fuggiti. Non credo che riproveranno a usare le mie fucine tanto presto. D'altro canto, non lo farò nemmeno io. L'esplosione ha disturbato il sonno di Tifone. Non ci resta che aspettare e vedere...

Io: non possiamo averlo liberato, giusto? Cavolo sapevo che non dovevo farlo! -esclamo alzandomi e sbattendo le mani sul tavolo per poi allontanarmi appena e iniziare a camminare avanti e indietro sulla sabbia -sapevo che Percy rischiava di perdere il controllo, lui non li sa ancora usare bene i suoi poteri... ma era l'unico modo per non rimetterci la pelle

Il dio sbuffa, si alza e mi ferma per una spalla facendomi cenno di tornare seduta

Efesto: voi due da soli siete potenti di vostro, soprattutto tu, ma insieme siete devastanti. Per quanto casino abbiate fatto sul monte, potevate fare di peggio insieme

Sospiro e annuisco obbedendo e tornando seduta, imitata da lui

Io: e Grover e Tyson? -chiedo e lui scuote la testa

Efesto: non si sa nulla, temo. Suppongo che siano ancora nel Labirinto

Io: che cosa devo fare, allora? -il dio fa una smorfia

Io sono la figlia prediletta {Libro 2}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora