Capitolo 21

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Demet

Roma

Non appena, i sospetti si sono fatti concreti, ho preso Leila dal polso e siamo scappate alla velocità della luce da quella piazza, o meglio da quel set, pericoloso e bollente.

<Dem, beni çekme. > dice ridendo
<Ti tiro invece perché devi muovere quel sedere più velocemente, lutfen! > dico e finalmente giriamo l'angolo.

<Non eri quella che voleva vederlo? > dice Leila subito
<Evet. Ma non così... Non ora >
<Bella questa! Come lo ritrovi? Dove pensi di poterlo incontrare? >
<Non lo so, ma ricorda che ho il contatto di Ilker... Ilker, uguale Can! > dico con occhiolino
<Certo che quando vuoi, sai arrivare tanto in alto! >
<E se voglio, me lo riprendo Leila! >
<Senti se è quello che vuoi, cosa aspetti? >
<Ho solo paura >
<Di cosa? Francamente Demet... > dice e si ferma.
Mi blocca dal polso.
<Dopo l'episodio che mi hai raccontato... Quello dell'hotel, io sono più che sicura quell'uomo é pentito >
<Lo è! L'ho sentito e sono sicura di quanto gli ho spezzato il cuore con quella frase... Ama (ma)... Se lo è meritato > dico poi.

Intanto un bar cattura la nostra attenzione.

Ci guardiamo negli occhi.
<Stai pensando la stessa cosa? > dice con risata
<Evet... Gelato... dondurma! > dico e mi lecco la punta delle labbra
<Va bene... Conviene che resti qui. Entro io > dice Leila.

Faccio così.

Resto fuori e mi guardo attorno.

Ora sono rivolta verso al muro.
Ho sempre l'ansia che mi scoprono.
È che ho voglia di godermi questa passeggiata.
Stasera, sganceró la bomba.
Dirò a tutti che sono a Roma

Leila esce dal bar.
Mi consegna il gelato, con tre gusti scelti da lei.
Tra questi, c'è il pistacchio.
Personalmente adoro.

Camminiamo lungo il viale.
Credo che la città di Roma sà incantare chiunque la visiti.

<Ti piace Roma? > mi chiede Leila
<Evet... Çok.. Lutfen... È caotica, ma molto suggestiva > ammetto
<Sai, Roma è unica nella sua vita notturna. Ci sono tanti locali, club, discoteche, teatri soprattutto che offrono spettacoli e serate> ammette.
Per una come lei, che ci viene sempre, é normale sapere tutto ciò

Intanto continuiamo la nostra passeggiata, per le strade di Trastevere con un gelato in mano.
Terminato, ci laviamo le mani alla fontana e proseguiamo.

Leila riceve una chiamata.
Risponde.
La sento parlare e intanto guardo le macchine scorrere di fianco, sul grande stradone.
<Ok è fatta > dice dopo aver chiuso la chiamata
<Ovvero? >
<Stasera, ci vediamo con il mio gruppo romano >
<Che ci vengo a fare io tra voi? Non ci capisco nulla d'italiano >
<Dem... Traduco io e poi tre amici miei, conoscono il turco... Per cui >
<Che imbarazzo >
<Stasera farai morire un mio caro amico > dice strafottente
<Chi è? >
<È il figlio di uno stilista importante qui a Roma... Un bel ragazzo, a cui hai fatto perdere la testa > ammette
<Senti non aggravare la cosa. O non ci vengo! >
<Tu vieni e avanza il resto > dice ridendo.
<Va bene... Almeno andiamo in qualche posto dove posso godere di Roma >
<Si, già fatto. Hanno organizzato loro... Allora ti spiego... Iniziamo con l’aperitivo in uno dei locali del centro e poi ci spostiamo in un altro locale, dove c'è la movida vera e propria... Inizia la notte tardi Dem! Le discoteche e gli spettacoli nei bar non iniziano mai prima delle 23.00-24.00 e si concludono all’alba.> mi spiega
<Cavolo... Allora c'è da divertirsi! > dico con mezzo sorriso

"Can, vorrei tanto che tu stessi con me" penso.
Prendo il telefono.
Ogni volta spero sia lui.
Invece è mio fratello Volkan.

-Sono a Roma, mi faccio sentire fra poco, quando torno in hotel - gli rispondo.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝑰𝒏 𝑽𝒐𝒍𝒐 ♥︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora