Capitolo 26. Penultimo Capitolo

1.8K 152 59
                                    

Can

3 mesi dopo

Sono a letto e improvvisamente sento suonare il citofono con prepotenza.
Mi passo una mano sul viso e subito vedo il telefono.
Sono le nove e mezza del mattino.
Ieri sera siamo stati al locale fino a tardi e sentivo l'esigenza di riposare visto che nel pomeriggio, ho tantissime cose cose da fare.

Suonano ancora.
<Arrivo > borbotto mentre cammino simile ad un fantasma.
Arrivo e subito rispondo.
<Chi è? > dico con occhi chiusi.
Bruciano ancora dal sonno.
<Elettra > dice e gli occhi non vogliono aprirsi più.

È che sta diventando tutto così complicato.
Gestire due situazioni, non è facile.
Soprattutto, la gelosia di Demet.
Cerco sempre di non farle sentire la distanza tra me e lei.
Ma con una Elettra, che di questo contratto ci ha preso gusto, non è davvero facile.

Intanto ho aperto e successivamente la porta.
Entra e mi guarda ridendo appena.
<Che ci fai qui? > dico subito.
Abbiamo già fatto sei week end insieme in questi lunghi tre mesi e domani ce n'è in procinto già un altro.

<Mi hanno vista! Sicuramente fotografata e nulla... Altro incipit per far credere alla gente che sei mio > dice e si avvicina a me.
Mi ruba un bacio sulla guancia.
<Senti, in casa non c'è bisogno di contatto per cui... > dico e vado sparato dietro al bancone della cucina.
<Mamma mia Can! Sciogliti un attimo, che cazzo> dice e guardo la macchinetta del caffè.
Sento di non potermi trattenere oggi.

<Puoi moderare i termini? > dico, girandomi
<Cos'è, in Turchia non si dicono? > dice ridendo.

Ho già messo a tacere la mia rabbia una volta, quando stava prendendo in giro costumi e tradizioni turche.
Ci ho passato sopra e non so nemmeno io come abbia fatto, ma vedo che insiste e continua a mettere in mezzo la "Turchia", come se le facesse schifo tutto mio ciò.

<Cosa c'entra la Turchia ogni volta?> dico, nervoso, girandomi di scatto.
La guardo dritta negli occhi.
<So che siete molto indietro, parlo mentalmente... Così ho formulato questa "battuta" - mima con le dita - ero ironica Can! Non ti scaldare! > dice e sbuffa
<Questa tua ironia comincia a starmi stretto! >
<Scusa se tutto ti tocca! La mia è davvero ironia! >
<La tua non è ironia! Perché anch'io posso mandarti a "Fanculo" con ironia, ok? > dico urlando.

Sapevo che non avrei digerito stavolta.

Intanto la porta si apre.

Entra Roberto.

<Can! Stavi urlando? > dice, mentre lascia le chiavi e si alza gli occhiali in testa
<Ciao Elettra > aggiunge poi, dopo averla vista
<Rob > risponde lei con mezzo sorriso
<Scusa... Non volevo urlare, ma qualcuno qui oggi è venuta agguerrita > dico e finalmente faccio uscire caffè.

<Ragazzi cercate di risolverla! Non c'è bisogno di urlare, siete persone adulte! > interviene Roberto.
Intanto ha raggiunto la sua camera.

<Domani, yatch > dice poi Elettra e la guardo subito.
È al telefono e già mi dà al cazzo!
Non si sà mai cosa progetta ogni volta che muove le dita sullo schermo.

Intanto prendo il telefono dalla mia stanza.

<Can non mi hai risposto > dice ancora, e quando mi giro, lei è poggiata allo stipite della porta.
<Domani vorrei andare ad Istabul! Possiamo anche non fare il nostro week end, finto! > specifico
<Cosa? Ogni tanto te ne esci con questa Istabul? > dice nervosa
Porto lo sguardo su di lei.
Intanto ho notato due chiamate perse di Demet.

La richiamo più tardi.

<"Questa" Istabul, é casa mia! Abbiamo capito che hai qualche problema con la mia nazione! Ma puoi essere gentile almeno da tenerlo per te? > dico con tono duro.
<Senti... Hanno organizzato tutto... Non possiamo rimandare! > dice più calma.
Basta cambiare tono e lei si calma.
O fa finta.
A me interessa che in qualche modo non mi sfidi.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝑰𝒏 𝑽𝒐𝒍𝒐 ♥︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora