Capitolo 25

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Demet

Dove mi trovo?
Sicuramente, avete pensato ad un mio raggiungimento a casa di Can.
Yok.
Ho scelto di non rivederlo.
Non lo avrei più lasciato altrimenti.
Mi sarebbe venuta ancora di più l'amarezza della situazione in bocca.
Non è stato facile non andarci, anche perché non ho la minima idea di quando lo rivedrò.
Soprattutto, sono partita con la rabbia sotto i piedi, perché so che la sera sarebbe stato "fidanzato" con Elettra.

Ora sono in volo.
Leila mi guarda di tanto in tanto.
Ha capito che una parola di troppo ed io esplodo.
Perché la realtà è questa.
Ho un paio di cuffie e una play list, che mi sta uccidendo

Non fa altro che aprire la mia ferita.
Questa ferita é la sua "mancanza".
Volevo che fosse tutto come prima.
Che lui vivesse ancora ad Istabul.
E invece, dobbiamo a accontentarci dei nostri cuori costantemente in volo.

<Dem > mi richiama Leila.
La sento perché il volume non è alto.
Mi giro.
La guardo.
<Ne? > dico subito
<Niente... Sei così triste e vederti così mi dispiace > dice e sorrido appena.
Poggio la testa sulla sua spalla.
Lei mi accarezza la guancia che successivamente è bagnata dalla mia lacrima.
<Sei in ansia per la risposta vero? > chiede poi
<Evet. Chissà come l'ha presa... Sono sicura che ci è rimasto male... Çok > dico e chiudo gli occhi.

Mi immergo totalmente nella musica.

Mi sveglio, quando sento la fatidica voce "Benvenuti ad Istabul... İstanbul'a Hoş Geldiniz".

Apro gli occhi di scatto.
Rialzo il viso, che è stato poggiato sempre sulla spalla di Leila e la guardo.
<Ohi > dico e passo una mano nei capelli, portandoli all'indietro
<Tutto ok Dem? >
<Evet. Sono solo assonnata... Allah... L'aereo mi rilassa > ammetto e mi alzo.

Ovviamente Leila fa finta di crederci.
La cosa che più mi uccide e averlo lasciato così, con la possibilità di rivederci e invece, si è accontentato di un subito messaggio da parte mia.

L'ansia sale e per il momento sto fingendo di non avere un telefono.

Demet Özdemir, non ha un telefono.

Scendiamo e dopo aver fatto tutto, raggiungiamo la mia macchina che ho lasciato custodita al parcheggio.
<Dem... Sta venendo a prendermi Miran... >
<Vai con lui? > dico con mezzo sorriso
<Evet. Vuole parlarmi >
<Tamam... Mi raccomando, sistema le cose se puoi >
<Lo sai che non è facile... Dovrò solo ripetergli che è finita! >
<Allah Leila... Lutfen... Rifletti per davvero, non commettere errori che poi magari puoi pentirtene. Come vedi, parla l'esperta! >
<Se un rapporto è irrecuperabile, difficilmente riesci a cambiare le cose. Ma ci proverò Dem! Promesso > dice e ci abbracciamo
<Ci aggiorniamo dopo > dice e subito entro in macchina.
Collego il telefono allo stereo e parto.
Gli occhi sempre appannati.
Mi tocca, aprirli e chiuderli spesso.

Improvvisamente, la suoneria alta, mi fa sobbalzare 
Leggo "Can" sul quadro.

"Allah" penso.
"Se a noi sono le ventuno e quaranta, in Italia sono le venti e quaranta. Quindi deduco che è in procinto di vedersi con Elettra".
Rispondo.

<Can > dico con voce roca.
Ansia.
<Demet > dice e cavolo, quanto fa male la sua voce.
<Mi dispiace Can... Dovevo partire! >
<Io ti stavo aspettando trepidante! Non vedevo l'ora di vederti... Perché l'hai fatto? >
<Perché rivederti mi avrebbe uccisa. Dovevo lasciarti andare, con la consapevolezza che avresti rivisto quella lì e io diretta in aeroporto. Allah Can! Questa situazione mi fa impazzire... Çok! > ammetto e scoppio a piangere.
Mi accosto subito.
<Mi stai ascoltando? > dice subito
<Evet > riesco a dire, mentre mi asciugo le lacrime
<Ti ho detto che devi fidarti di me.. Lutfen Dem! Non c'è bisogno di stare così male! Non farei nulla ora che possa rovinare il nostro rapporto! Ti ho ritrovata e non ti lascerò andare via, ma... Cavolo Dem! Non dovevi partire così, dopo avermi illuso che ci saremmo visti! Sono rimasto di merda! Çok >
<Biliyorum... Mi dispiace! Hai ragione, ma prova a capirmi... Staccarmi sarebbe stata un'impresa! > dico ridendo tra le lacrime
<Sarà sempre così, se dobbiamo vivere la nostra storia così! Che facciamo allora? Ci salutiamo il giorno prima? > dice ridendo anche lui.
<Mi dispiace, lutfen > ammetto ancora.
Poggio la fronte sul volante.
<Che farai stasera? > chiede poi.
Ha cambiato discorso.
<Casa... Invito Kurt... Mi manca >
<Capisco... Quindi sarai in compagnia del tuo amico! >
<Can... Non fingere di non capire! Io starò tutto il tempo a pensarti con quella donna >
<Torno a ripeterti che non devi preoccuparti >
<Lo so... Io... Lo... So... Ma non è facile! E poi... Ti voglio qui... Ora... Come me e non te lo sto dicendo >
<Per questo dovevi venire da me! >
<Can anche se sarei venuta, cosa sarebbe cambiato dopo? Ero comunque in macchina a quest'ora, diretta verso casa! Capisci che la parte più difficile di questa storia è il "dividerci ogni volta"? > dico poi, più seria.
Intanto riparto di nuovo.
<Demet. Dobbiamo abituarci o sarà sempre più difficile >
<Hai ragione... Ora quando ci rivedremo? Davvero passerai ogni week end con lei? >
<Dem io non lo so > lo sento sempre più teso.

𝑪𝒖𝒐𝒓𝒆 𝑰𝒏 𝑽𝒐𝒍𝒐 ♥︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora