-Song-

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"LOUEH!" 

"LOU!!!"

"LOUISSS!"

Louis che stava dormendo tranquillamente prima di quelle urla, ora era davvero incazzato con il proprietario di una delle due voci: suo partner e suo migliore amico Niall.

"Niall se non chiudi quella boccaccia che ti ritrovi farò sparire il tuo corpo e le tracce del tuo passaggio su questo pianeta prima che tu possa dire la parola 'precipitevolissimevolmente'."

Una risatina da parte del biondo lo fa alzare dal suo comodo posticino in cui aveva riposato tutta la notte "Perché ridi? Sei consapevole che se volessi potrei farlo vero?"

"Oh certo che lo so Lou, come so quanto odi venir svegliato dalle urla ma non mi sembra nemmeno il caso di spaventare con le tue minacce il tuo bellissimo ospite."

Le parole di Niall furono come una doccia fredda e solo guardandosi meglio intorno si accorse che Harry era appena uscito dal bagno della sua camera e tutto quello che avevano vissuto la sera prima gli ritornò in mente.

"Ragazzi io torno un attimo in camera mia e poi andiamo." e così Harry si volatilizzò.

"Quindi...tu ed Harry eh?" disse il biondo muovendo le sopracciglia su e giù "Pensavo vi ci sarebbe voluto più tempo per capire che siete perfetti insieme."

Louis guardò male l'amico "Ieri è stata una giornata difficile per lui, è arrivato qui e io l'ho consolato tutto qui."

"Uh e come lo hai consolato? Ruzzolando insieme a lui tra le coperte o facendogli un pom-"

"NIALL!"

"Ok, ok calmati signor 'è solo lavoro'." sbuffò Niall.

Louis alzò gli occhi al cielo per l'infantilità dell'amico e andò in cucina trovando sul piccolo ripiano una nota scritta da Harry con una bustina di tè vicino:

'Niall mi ha detto che lo Yorkshire è il tuo tè preferito quindi questa è per te. 

P.S. 

C'è dell'acqua calda nella tazza gialla, spero lo sarà ancora quando ti sveglierai.

P.P.S.

Grazie per ieri sera Lou. -H' 

Il liscio sorrise per le premure del più piccolo e si maledì per averlo giudicato uno sbruffone senza cervello, poi si rivolse al suo collega che stava fischiettando una canzone irlandese "Cosa intendeva prima il riccio con la frase:'...poi andiamo.'? Dobbiamo seguirlo per tutta Parigi?"

Era intento a farsi il tè mentre ascoltava Niall dirgli che Nick gli aveva scritto un messaggio quella mattina avvisandoli che Harry sarebbe dovuto andare in giro per farsi fotografare dai paparazzi e quindi far annunciare dalla stampa e dai giornali l'imminente concerto della pop star che sarebbe stato la sera del giorno stesso, quindi il loro compito era quello di tenerlo al sicuro.

La spia più grande aveva appena portato le labbra alla tazza gialla per godersi il suo tè quando entrò uraganoHarry  nella loro camera e cominciò a fare un milione di domande e altrettante lodi alla bellezza della città.

Louis lanciò uno sguardo a Niall e rivolgendosi a Harry disse "Io devo aggiornare l'ufficio sulla situazione quindi per oggi andrete tu e Niall fuori..." poi si rivolse completamente all'amico "...pensi di potercela fare per tutta la mattina?" 

"Per chi mi hai preso Tommo?! Non sono un cadetto me la saprò cavare...piuttosto dovresti essere preoccupato per il ricciolino qui perché non sembra molto incline ad uscire senza di te."

Harry stava guardando le sue vans ed era rosso sulle guance quando parlò a Louis "Insomma mi farebbe piacere che uscissi anche tu ma capisco che devi fare cose più importanti."

Louis annuì dandosi dello stupido vedendo l'espressione triste che la pop star cercava di nascondere "Ora andate altrimenti farete tardi."

Niall chiuse la porta della stanza scuotendo la testa e dicendo "Non è solo lavoro."

-

Erano ormai tre ore che Louis stava compilando fogli e documenti per la missione, cosa di cui si sarebbe dovuto occupare una spia che lavorava dall'ufficio ma quella assegnata a loro era a casa per la febbre quindi se ne era dovuto occupare lui.

Aveva deciso di sistemarsi ai piedi del divano usandolo come poggia schiena, posizione non molto comoda ma solo a quell'altezza riusciva ad arrivare comodamente all'unico tavolo che c'era nella suite (si avevano una suite di fianco alla camera di Harry in caso avesse avuto bisogno).

Dopo l'ennesimo sbadiglio decise di mandare al diavolo il lavoro e di rilassarsi, proprio mentre sistemava i fogli che aveva sparso per tutto il tavolino trovò delle parole e delle note che aveva scritto sull'aereo.

Le rilesse: 'I always said that i'd mess up eventually'

Erano solo quelle le parole ma aveva sentito il bisogno di scriverle perché infatti prima di ogni nuovo lavoro si diceva che anche se avesse incasinato tutto ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe preso in mano la situazione, cosa che non sentiva per questa missione.

Scrisse la musica della canzone fino all'ora di pranzo, chiamò Niall e si dissero di incontrarsi alla hall dell'hotel così sarebbero andati tutti e tre a mangiare con il resto della band. 

-

Niall e Louis erano arrivati nel backstage del concerto e anche se non era ancora ora, fuori dall'arena c'erano molti fan che aspettavano Harry impazienti nonostante lui stesse facendo il sound check.

"Lou, io lo ascoltavo anche prima che fosse un nostro cliente e amico." ribadì il biondino.

"Si, Nialler va bene ma non avendolo mai ascoltato non sono sicuro che mi piaccia la musica che fa o la sua voce, quindi per ora non posso dire nulla." alzò le spalle Louis seguito da una linguaccia di Niall.

"Louu...ho fame..." il diretto interessato si portò pollice e indice a massaggiare il ponte del naso "Nialler hai mangiato meno di due ore fa." "Lo so ma ho fameeee" cominciò a dire come un bambino.   

Vedendo che anche la band e il cantante avevano finito il sound check chiese anche a loro "Ragazzi Niall ha fame quindi vado a prendergli qualcosa da Starbucks, qualcuno vuole qualcosa prima che il concerto inizi?" 

Così, dopo aver preso tutti gli ordini si addentrò nella città per andare a prendere le bevande, quando arrivò alla cassa il ragazzo gli fece un occhiolino e gli parlò con un inglese abbastanza buono "Tesoro lascia stare tutte quelle bevande...potresti provare me qualche volta." e ci aggiunse un sorrisetto che doveva essere malizioso ma che era inquietante.

Louis sorrise e gli disse "Amico io penso che invece tu dovresti provare ad usare il cervello qualche volta." e così lasciò di stucco il parigino.

Quando tornò all'arena raccontò la vicenda a tutti visto che gli avevano chiesto come mai ci avesse messo così tanto tempo e quando finì trovò due occhi verdissimi e felici su di lui e una bocca addobbata con un sorriso che faceva spuntare le fossette e Louis si sentì mancare l'aria.  






N.A.

Nulla, spero vi stia piacendo la storia.

Sciauuuu

-M

-Habits- l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora