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𝚃𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗𝚐 𝙿𝚘𝚟

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𝚃𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗𝚐 𝙿𝚘𝚟

Erano passati esattamente sette giorni da quando ero arrivato in quel posto e mi ero fatto un idea di questi adolescenti.
Non avevo opinioni positive, pensavo che fossero immaturi, stupidi e volgari.
Non che certi adulti che avevo avuto in squadra non lo fossero, ma avevo quasi rotto il braccio ad un ragazzo per fare capire a tutti che dovevano lasciarmi stare.
Non mi piaceva averli intorno, sopratutto quando mi chiamavano in strani modi e ridevano di me.

Ora mi stavano alla larga e li avevo intimiditi.
Avevo fallito nella missione di trovarmi amici.
Il tenente sarebbe rimasto deluso?
Forse.
Ma non potevo stringere un rapporto come il loro.

Era sera tardi e stranamente avevo bisogno del bagno.
Era circa l'una di notte e c'era un silenzio tombale in quel posto, il silenzio mi rendeva nervoso, anche più di un forte temporale.

Entrai nel grande bagno e prima di arrivare al gabinetto mi trovai davanti qualcosa che mi fece sgranare gli occhi.
Il viso della persona che mi aveva subito messo una mano davanti alla bocca, facendo cadere l'asciugamano rendendolo completamente nudo era quello del ragazzo del primo giorno, ma le sue fattezze erano strane.

"Posso spiegare" disse a bassa voce.
"Ascoltami per favore, non correre ad andare a fare la spia..."
Non capivo, perchè avrei dovuto?

Annuì e quella persona di cui non sapevo nemmeno il nome annuì togliendo la mano coprendosi.
"Non guardare pervertito" disse sbuffando.
Corrugai subito la fronte.
"Perché non hai ciò che ho io la sotto?" Chiesi e mi guardò confuso.
"Tu... ma dove vivi esattamente?
Non hai capito che sono una ragazza?" Chiese e il suo tono sembrava davvero confuso.
"Una femmina? Ma questa è un collegio per maschi..."

Non riuscivo a capire, era fatta così una femmina?
Con dei rigonfiamenti piccoli dove io avevo i capezzoli e una strana cosa la sotto?

"Il mio vero nome è Hea, non Han.
Lui è mio fratello gemello..."
"E perchè sei qui?" Chiesi dopo essermi seduto mentre mi coprivo gli occhi come da suo ordine mentre si cambiava.
"E soprattutto come non ti hanno scoperto?"
Ella rise.
"Sono brava nell'arte del travestimento.
Un po' di trucco, mi sono tagliata i capelli ed ero identica al mio gemello.
Puoi aprire gli occhi ora".

Così feci.
Ora indossava la camicia da notte che indossavo anche io.

"L'ho fatto perchè voglio avere un istruzione adeguata.
Mio padre voleva che andassi dalle suore per questi tre anni.
Per diventare una signorina" disse con tono schifato facendo le virgolette all'ultima parola.
"Ma a me piace stare qui.
Sto imparando tanto e quando uscirò potrò costruirmi una carriera tutta mia" disse con tono deciso annuendo.

Non la capivo, non riuscivo a capire il suo punto di vista, ma a quanto potevo capire che stava correndo un grosso rischio.

"E non chiameranno tuo padre quando dalle suore non sarà arrivato nessuno?
Cosa sono le suore comunque?" Chiesi grattandomi la nuca sempre più confuso.
"Tu davvero...?
Ah cazzo... sono delle donne dedite a Dio che fanno cose stupide come pregare tutto il giorno e preparano delle ragazze a diventare donne...
Le preparano anche ad avere una famiglia, un matrimonio con un uomo..." fece una faccia ancora più schifata sedendosi accanto a me.
"Rivoltante."

Continuavo a non capire.
"Sembra che tu non voglia sposarti quindi?
Scusa ma non sto capendo molto di quello che stai dicendo..." mi scusai.
Annuì e sospiró.
"La mia ragazza è andata al mio posto...
Io voglio sposarmi con lei..." disse giocando con le dita mentre potevo notare il suo nervosismo.

Inclinai la testa.
Una femmina con un'altra femmina? Non era strano?

"Ti faccio schifo lo so, ma noi ci amiamo come si amavano mio padre e mia madre..." disse con voce tremante.
"Non ho opinioni sulla cosa, sto cercando di essere più umano per compiacere il tenente, quindi se tu sei felice non vedo il motivo per cui dovrei schifarti come dici."
Sgranó gli occhi sorpresa.
"Non dirò nulla a nessuno, a patto che mi insegni ad essere umano, non capisco niente e voglio imparare..."

"Va bene... ci proverò..." mi porse la mano titubante e mi disse di stringerla.
Non portavo il guanto in quel momento, ma a lei non sembró interessarle.
"Piano, non spezzarmi il braccio grazie" disse prima che potessi afferrarli la mano e la strinsi poco come da sua istruzione.
"Siamo amici ora, ci copriremo le spalle a vicenda" disse dandomi una pacca sulla spalla.
Ero ancora più confuso, ma in fondo stavo facendo amicizia come avrebbe voluto il tenente.
Maschio o femmina che fosse.

𝑆𝑡𝑎𝑦 |𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora