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𝚃𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗𝚐 𝙿𝚘𝚟

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𝚃𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗𝚐 𝙿𝚘𝚟

Eravamo scesi pochi minuti prima dal treno, mi sentivo davvero nervoso ma cercavo di non darlo a vedere.
Quando riconobbi la carrozza con i cavalli del tenente finì per mordermi il labbro per qualche secondo, ma lo lasciai subito andare e feci un grosso respiro.

"Allora immagino che le nostre strade si dividano qui" dissi alla ragazza che stava camminando insieme a me.
Ma non si fermó e non mi rispose.
Ci aprirono la portiera e lei entró per prima e io per secondo, abbastanza confuso.

"Ben ritrovato zio" disse all'uomo davanti a noi che quando sentì quelle parole abbassó il giornale che stava leggendo.
"Come sei cresciuto... Han..." disse scrutandola con lo sguardo stringendosi la mano mentre la carrozza aveva preso ad andare.
Poi il tenente puntó lo sguardo su di me e io non seppi che fare.
Han, o meglio Hea mi diede una gomitata al fianco.

"Tenente, è un piacere rivederla" gli porsi la mano ricoperta dai guanti che avevo custodito gelosamente e ancora in perfetto stato.
La prese e la strinsi leggermente mentre mi scrutava da capo a piedi.
"Sei cresciuto bene Taehyung, mi ha fatto piacere ricevere le tue lettere" disse e annuì.
Ero felice che le avesse lette.

Passarono minuti di silenzio in cui nessuno disse nulla e io mi chiedevo perchè la mia migliore amica non mi avesse detto che il tenente era suo zio.
ASPETTA... ZIO?!
Ma quindi il colonnello Hyun doveva essere suo padre!
Per questo sapeva così tanto! Io avevo  semplicemente pensato che fosse stata figlia di qualche soldato...
Ma questo cambiava tutto...

"Quindi è lui l'amico di cui tanto mi hai parlato...
Com'è piccolo il mondo, vero Han?" Chiese con uno strano tono.
"Già, però non così tanto visto che dovevamo per forza incontrarci" disse facendo spallucce la ragazza mentre io rimanevo in silenzio.
Effettivamente ora potevo riconoscere il carattere tagliente di lei con quello spietato del padre.
Come avevo fatto ad essere così cieco?
"Giusto" disse solo il tenente, portando lo sguardo fuori.

Mi permisi di guardarlo per qualche attimo.
Indossava degli abiti da civile, abbastanza normale.
Camicia con qualche bottone aperto e dei pantaloni neri.
I suoi capelli erano cresciuti molto dall'ultima volta e ora li portava legati in parte da un codino.
Gli stavano molto bene.
Nonostante fossero passati tre anni il tenente sembrava essere diventato più bello con l'avanzamento dell'età.
Aveva un aria più matura.
I suoi occhi blu, erano bellissimi.
Distolsi lo sguardo e mi maledissi.
Perché stavo facendo degli apprezzamenti? Ero fuori di testa?

Mi morsi il labbro e sentì il suo sguardo bruciare sulla mia persona.
Mi lasciai analizzare dal suo sguardo come poco prima io avevo fatto con lui mentre mi ricomponevo e dopo poco tempo la carrozza si fermó.
Ma questa non era l'abitazione del tenente, bensì quella del colonnello.
Non so perchè ma avevo una brutta sensazione.

Guardai la ragazza che stava camminando accanto a me e ci lanciammo uno dei nostri sguardi di intesa.
Anche a lei puzzava la cosa.
Non la stavamo semplicemente accompagnando a casa.

Entrammo nell'abitazione che avevo visto solo una volta nella mia vita, quando il tenente mi aveva portato via da suo fratello e sentimmo il suono di un piano nella sala da pranzo.
Entrammo nella sala e il colonnello stava suonando, ma pochi attimi dopo si fermó e si alzó degnandoci della sua attenzioni.
Come sempre aveva un'aspetto elegante e ben curato nei minimi dettagli.
Non ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi, non lo avevo mai avuto.
Non mi ero mai meritato tale onore.

Il colonnello si avvicinó a noi e quando pensai che avrebbe abbracciato suo figlio o meglio sua figlia gli diede un forte schiaffo che gli fece girare la testa di lato.
"Tu pensavi davvero che non lo avrei scoperto Hea?" Chiese mentre la ragazza non aveva fatto un lamento e l'aveva guardato negli occhi sfidandolo con lo sguardo.
"Anche per me è un piacere rivederti, padre" disse con tono tagliente, gelido.

Il tenente rimasi in silenzio e ignoró la cosa andando a sedersi al tavolo e servendosi da solo una tazza di the.

"Ti sei spacciata per tuo fratello.
Hai finto di essere un maschio ma non sei altro che una copia sbiadita di ciò che poteva diventare se tu non avessi messo su questo teatrino ridicolo" disse disgustato.
La ragazza non reagì rimanendo totalmente apatica alle sue parole.
"Ho raggiunto la maggior età padre.
Ora farò le mie scelte che ti piaccia oppure no."

La risata totalmente sarcastica del colonnello mi fece rabbrividire.
"Tu non hai il diritto di scegliere proprio nulla.
Tu ti toglierai dalla testa ogni tuo insulso e ridicolo piano.
Rimarrai nella stanza fino a che i tuoi capelli non saranno ricresciuti e poi ti sposerai come avresti dovuto già fare" disse con tono autoritario, quello stesso tono che usava sempre con me.
"E la tua ragazza, come la chiami tu" disse con tono ancora più schifato "gliela faró pagare anche a lei appena metterà piede fuori da quel convento".
Questa volta vidi la debolezza nello sguardo della mia amica, aveva centrato il punto.

"E ora veniamo a te."
Il suo sguardo si puntó sul mio e abbassai subito lo sguardo.
"Dio che ribrezzo."
Non avevo mai sentito il suo tono essere così gelido e cattivo.
Ci furono quattro spari.
Mi cedettero le gambe, caddi a terra.

𝑆𝑡𝑎𝑦 |𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora