⓪②⑧

223 25 17
                                    

𝐽𝑈𝑁𝐺𝐾𝑂𝑂𝐾 𝑃𝑂𝑉

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

𝐽𝑈𝑁𝐺𝐾𝑂𝑂𝐾 𝑃𝑂𝑉

Avevamo passato tutto il pomeriggio a fare l'amore.
Erano diversi anni che non usavo quella parola ma sentivo che fosse davvero giusta e non pensavo che Taehyung sarebbe stato così voglioso di me.
La sera decidemmo di uscire e non appena entrammo nella solita locanda dove amavamo mangiare, nel nostro tavolo si trovava una figura incappucciata.
Il proprietario della taverna ci disse che ci stava aspettando.
Avevo già un idea di chi fosse, così quando ci sedemmo gli abbassai il cappuccio sbuffando.

"Che fai qui fratello?" Chiesi facendolo ridere mentre Taehyung si era irrigidito immediatamente.
"Mi serve il tuo fidanzato fratellino, siamo richiesti a quanto pare" disse con il suo sorriso bastardo che mi faceva tanto incazzare.
Spiegò così la missione.
Hyun e Taehyung erano stati richiesti dal re stesso per andare a caccia di un suo presunto aggressore.
Mio fratello aveva scoperto chi fosse e a quanto pare la nazione con cui avevamo firmato la pace anni prima aveva infranto essa senza pensarci due volte.
Un'altra guerra a cui io non avrei potuto partecipare perchè io ero ufficialmente in congedo.
Avevo una mia attività, ero un civile, io non potevo tornare, lo sapevo bene.

Taehyung sarebbe rimasto da solo, con mio fratello e io non avrei potuto fare niente per cambiare le cose.
Me lo portò via quella sera stessa.

Per giorni cercai di rientrare nell'esercito, ma non me lo lasciarono fare e sapevo che la colpa era di Hyun che era influente in modo davvero fastidioso.
Non riuscì nemmeno a dirgli addio, riuscì a farlo solamente quella sera che mi fu portato via.
Non pensavo che mi sarei sentito così spaventato.
Non ero spaventato all'idea che si sarebbe fatto male sul fronte, ma avevo paura di ciò che mio fratello avrebbe potuto fargli, di quello ero terrorizzato.
Potevo solo aspettare ora.

𝑇𝐴𝐸𝐻𝑌𝑈𝑁𝐺 𝑃𝑂𝑉

Non ci potevo credere che le cose si erano messe così male.

Non sapevo perchè il colonnello stesse facendo questo, ma sapevo di essere nella merda.

Avevo paura e facevo bene.

I giorni dopo furono un inferno e non bastava essere obbediente, il colonnello voleva che tornassi quello che ero a 14 anni.
Mi voleva spietato e senza emozioni.
Non fu così difficile accontentarlo, i suoi modi mi avevano quasi ammazzato più di una volta.

Avevo il terrore che non sarei riuscito a tornare dal tenente.

Era la sera prima dell'attacco al paese nemico e mi trovavo accucciato ai piedi del colonnello mentre lui discuteva delle strategie con le altre persone importanti dell'esercito.
Indossavo un collare fatto di catene e avevo lo sguardo puntato a terra.

Indossavo la divisa militare, sporca del mio stesso sangue e di chi aveva cercato di disertare.
Ero il cane del colonnello, letteralmente.

La riunione finì e rimanemmo solo io e lui.

Sentì la sua presa rude sui miei capelli più corti, tagliati da lui con un semplice coltello giorni prima.

Non feci una piega.
Faceva male? Relativamente.

"Sarà bello vedervi ricominciare da capo" disse con tono derisorio stringendo ancora di più la presa "mio fratello è un vero sciocco, non sarai mai libero, rimarrai sempre di mia proprietà".

Non era vero, non ero un oggetto, avevo preso consapevolezza di me stesso, non ero più il ragazzino che aveva raccolto dalla strada e plasmato a suo piacimento, ero qualcosa di molto diverso e se ora mi comportavo come desiderava non significava che tornato dal tenente, non gli sarei corso incontro per abbracciarlo.

Chi mi aveva concepito mi aveva abbandonato, ma il tenente non lo avrebbe fatto.
Mi avrebbe salvato.
Sognavo tutte le notti quel momento e avrei ucciso chiunque mi sarebbe capitato davanti per tornare da lui.

[...]

Passarono settimane intere prima che finisse tutto e a me non importava di chi mi trovassi davanti, era il nemico e io dovevo tornare indietro.
Feci una strage, ne uscì ferito questo si, ma poter uccidere, poter mettere fuori uso le loro armi era stato molto semplice, così il nemico si arrese.

Il colonnello dovette fermarmi, altrimenti avrei ucciso di nuovo, li avrei uccisi tutti.

Pensavo che il fratello maggiore del tenente mi avrebbe lasciato libero, che ingenuo.
Il nostro sovrano aveva deciso che avremmo dovuto svolgere delle missioni prima.
Solo noi due e così fu per mesi.

Fu estenuante.
Ci fu anche il matrimonio di Hea ma non mi fu permesso andarci.
Ero stato rinchiuso e avevo atteso il ritorno del colonnello.

Mi sorpresi quando ad entrare nella stanza non fu solo il colonnello ma anche sua figlia.
Hea, la mia migliore amica.
"A quanto pare sei libero merdina" disse con tono scocciato l'uomo mentre la ragazza dai corti capelli corvini gli aveva tirato una gomitata che aveva fatto storcere il naso al padre.
"Stupido regalo di nozze" disse avvicinandosi per rassembrare le mie parti in titanio.
Infatti ogni volta che gli andava me le toglieva, così che non potessi scappare.

Avevo puntato lo sguardo sulla ragazza, anzi la donna che mi aveva letteralmente salvato la vita e la ringraziai con quel semplice sguardo che colse sorridendomi dolcemente.
Quando fui libero di alzarmi lei venne subito ad abbracciarmi.
Rimasi immobile.
Francamente poteva essere un'altra sogno, ma quando lei mi pizzicò il fianco capì che non era così.
Così la strinsi a me sentendola irrigidire per la presa troppo forte.
"Scusa" dissi con voce roca a causa del mio silenzio.

Ovviamente non mi era stato permesso parlare.

La strinsi quindi di meno e lei tornò a respirare.
"Non ti preoccupare" sorrise e ci staccammo subito dopo.
"Azzardati a toccarlo di nuovo e ti giuro che con me hai chiuso" sibilò con tono gelido, guardando il padre.

Vidi il suo sguardo vacillare annuì poi scocciato.
"Andate, prima che cambi idea" disse aprendo la porta.
Hea mi prese la mano e mi portò fuori dalla casa del colonnello.

Ci aspettavano due cavalli e prima che dicesse qualcosa salì su uno dei due.
Restammo in silenzio per quelle poche ore di viaggio, volevo solo rivedere il tenente, ma quando tornammo lui non c'era.

"E' un piacere rivederti Taehyung, mi dispiace Hea, ma Jungkook è dovuto partire per un lavoro improvviso..."
La donna dai capelli rossi, la moglie della mia migliore amica mi abbracciò e questa volta rimasi davvero rigido.

Dannazione.

𝑆𝑡𝑎𝑦 |𝑇𝑎𝑒𝑘𝑜𝑜𝑘| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora