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𝚃𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗𝚐 𝙿𝚘𝚟

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𝚃𝚊𝚎𝚑𝚢𝚞𝚗𝚐 𝙿𝚘𝚟

Il tempo passava in fretta in quel posto.
Da quella sera in cui avevo beccato Hea nuda dopo un bagno notturno, avevo imparato moltissime cose, anche il termine beccato.
Era un continuo imparare e dopo poco tempo avevo cominciato a prendere appunti in un quadernino in cui lo chiamavo con il nome da gemello, in caso qualche ragazzo l'avesse trovato e letto.

Più il tempo passava più iniziavo a sentirmi diverso e Hea mi ripeteva di continuo che iniziavo ad avere un empatia.
Non sapevamo nulla del passato dell'altro o almeno io non avevo mai aperto bocca, mentre lei sembrava più suo agio con me.
Iniziavo a capire cosa volesse dire essere un adolescente e piano piano stavo lasciando da parte il ragazzo senza nome, il soldato.
Taehyung stava venendo fuori.

Ogni tanto inviavo qualche lettera al tenente per fargli presente i miei miglioramenti e non mi sorprendevo nel vedere che non ricevevo mai una risposta.
Era come una specie di rapporto visto che rimanevo sempre molto formale, ma come avrei potuto non esserlo? Anche se non era più il mio padrone era il mio tutore.
Dovevo trattarlo con il rispetto che meritava.

Quel giorno era un sabato.
Io ed Hea stavamo studiando per un test imminente nel grande parco del collegio su uno dei tavoli fuori.
Avevo grossissime lacune sull'algebra ma lei era intelligente, lo era davvero e di solito passava i pomeriggi ad aiutarmi a mettermi in pari.
"Non sono convinto... ma ho finito" dissi porgendoli il quaderno con l'esercizio svolto.
Ella lo analizzò tenendo la penna in mano e poi mi sorrise annuendo.
"Bravo Taehyung, è corretto".
Ebbi un piccolo momento di felicità, ma come al solito non riuscì ad esternarlo con un sorriso, così annuì e la ringraziai iniziando a svolgere il quesito successivo.

"Sai, anche io ho imparato qualcosa su di te in questi mesi, sei curioso?" Disse dopo qualche minuto facendomi alzare lo sguardo su di lei.
"È difficile capire qualcosa su qualcos—.
Mi correggo, su qualcuno" lei annuì soddisfatta alla mia correzione "che ha un comportamento apatico".
Lei rise e si sistemó meglio sul suo posto.

"Allora ti dirò quello che ho capito dai tuoi piccoli gesti che forse non avrai nemmeno notato tu" disse e io finì per annuire.
"Innanzitutto sei infastidito dal comportamento del gruppetto di stronzi che ti prende per il culo per le tue parti meccaniche.
Sai che ti parlano ancora dietro ma ti stai trattenendo da spappolarli il cervello".
Rimasi in silenzio in attesa di un'altra sua stupida intuizione.
"Odi lo spreco di cibo e odi chi disobbedisce ad un ordine di un educatore, odi chi fa casino.
Compresa me.
Si vede proprio nella tua espressione che sei infastidito" ridacchió di nuovo.
"Qualcosa che mi stupisca grazie" dissi e questa volta notai anche io il mio tono infastidito.
"Va bene, questa sicuramente ti stupirà.
Odi tagliarti i capelli così corti ogni mese.
Cioè, nemmeno io batto ciglio.
Ma tu, cazzo, si vede che vorresti ribellarti".

Avevo scoperto che quella ragazza poteva dire davvero tante parolacce e gli veniva davvero naturalmente, come a certi ragazzi qui nel collegio.

"Non penso che tu abbia ragione, mi rende indifferente una cosa così stupida e—"
"E in guerra li portavi anche più corti?" Disse lei facendomi zittire all'istante.
"Tu eri l'arma dei fratelli Jeon non è vero?"
Strinsi le mani di metallo e guardai i guanti che avevo tolto per essere più comodo a scrivere.
Lo aveva capito a causa delle mie parti argentee?
Come poteva un civile capire così facilmente?

"Non serve che mi dai conferme, so di avere ragione, da quel giorno in cui ti sei difeso da quel ragazzo.
Lo capisco ogni volta che mi difendi dallo sguardo degli  stronzi che vorrebbero bullizzarmi ma che tu non glielo permetti.
Sei molto protettivo e questa è una cosa buona cosa Taehyung, vuol dire che ci tieni" disse sorridendo.
"E queste non ti rendono meno umano" disse passando le dita sul metallo del mio braccio facendomi sussultare.
"Una reazione finalmente.
Non ti piace essere toccato" disse smettendo di toccarmi immediatamente.

Era vero, era stata la mia prima reazione, l'avrei fatto sapere al tenente nella prossima lettera.

"Voglio che tu sappia che tu sei molto più umano di molti adulti, di molti soldati.
Stai facendo enormi passi avanti, ma tu ancora non te ne stai accorgendo.
Fortunatamente abbiamo ancora due anni e sette mesi prima che torni dal tuo tenente" mi sorrise in modo strano, sembrava essere divertita da quelle ultime due parole.
"Lui non è il mio tenente, è solo il mio pad— tutore..." abbassai lo sguardo e strinsi di nuovo la mano.
Un'altra reazione e provavo uno strano fastidio allo stomaco ora.
Davvero molto fastidioso.

"Sta di fatto che quella persona è tutto per te, anche più del colonnello".
Rimasi in silenzio per qualche attimo per poi alzarmi appoggiando le mani sul tavolo.
"Sono a disposizione per ogni loro ordine, qualsiasi esso sia." Dissi con tono rigido e gelido.
"Taehyung... non sono i tuoi padroni...
Dannazione sei un essere umano... come puoi dire certe cose? È agghiacciante..." disse a bassa voce mordendosi il labbro.
"Sto dicendo solo la verità.
Sarò sempre la loro arma.
Emozioni o no, sarò a loro completa disposizione".

Lei mi guardava con gli occhi sgranati e la bocca socchiusa, era rimasta senza parole finalmente.
Colsi quell'occasione per prendere le mie cose e andare via.
Non mi piaceva sentirmi giudicato, lo aggiunsi alla lista.
Dovevo tutto al colonnello e al tenente e sentivo che dovevo qualcosa sopratutto a quest'ultimo.

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