Part 13

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Porto con me il mio cappuccino fumante, attenta a non versarmelo addosso. Felix si accomoda davanti a me, con un sorriso che occupa tutto il suo visino appuntito. Lo vedo, è fiero di me.

-Sono felice – borbotta, togliendo il tappo di plastica dal bicchiere e infilando la cannuccia direttamente nella bevanda – sapevo sareste diventati amici.

-Amici – ripeto, alzando gli occhi al cielo – Ora non corriamo, ok? Ho solo calmato un po' i suoi nervi, e lui mi ha detto grazie. Tutto qui.

-Gli hai calmato un po' i nervi? Quella era palesemente l'inizio di una delle sue crisi di panico. Ne soffre da sempre – continua, vedendomi sgranare gli occhi – probabilmente non dovrei dirtelo, perciò fai finta che non te l'abbia mai detto, ma ha sempre avuto problemi di ansia. Cerca di essere perfetto in tutto, di aiutare tutti, si tiene per sé i problemi finché non scoppia.

-Si ma con me...-

-Lo so che con te è stato uno stronzo, ma tu hai palesemente messo mano sul suo pc. Sai quanto è importante per lui? Ha tutta la sua vita sul suo pc, le lezioni, gli appunti, e... molto altro.

-Molto altro? Cosa?

Ma Felix alza le mani al cielo – Ho già parlato fin troppo. Tu piuttosto... come va con Hyunjin?

È il mio turno di alzare le mani – Boh, tu lo sai? È scomparso nel nulla, ma dov'è finito? Dopo quella sera non si è più fatto vivo neanche a lezione, tutto questo per evitarmi? Lo trovo un po' infantile.

-Ancora con questa storia? Te l'ho già detto, non è venuto in università perché non è stato molto bene... Ormai dovresti aver capito come funziona, ti sembra uno che metterebbe a rischio la sua perfetta carriera universitaria per una litigata? Tralaltro con una, scusa se lo dico ma è vero, perfetta sconosciuta che conosce da neanche un mese.

-Ehi! – scatto, il cuore ferito dalle sue parole – Non siamo... non siamo estranei!

-Questo è quello che vorresti tu – sussurra con un sorrisetto malizioso, prima di allungare il collo, guardando qualcosa alle mie spalle – Aspetta, quello non è proprio il nostro uomo?

-I-io? – balbetto, sentendo le guance andare a fuoco – Non dire cazzate, a mala pena lo conosco, come potrei... -

-Hyunjin! – grida Felix, sventolando la mano in aria per farci vedere. Mi volto appena in tempo per vederlo dirigersi verso di noi a passo lento e sinuoso. Sento il cuore che sta per esplodere nel petto, mentre inizio a sistemare con inutile precisione tutti gli oggetti su questo tavolo. Ho bisogno di prendere tempo, ma soprattutto di prendere fiato, perché ogni respiro sembra durare il tempo di sfiorarmi le labbra, per poi sparire, lasciandomi in debito di ossigeno.

È normale che sia così in ansia? È la mia cotta già così potente? Tutto ciò è ridicolo, penso, ora mi calmo e mi comporto come ho sempre fatto, con la solita faccia tosta che...

Ma quando lo vedo sedersi proprio accanto a me, con una camicia di lino leggermente aperta ed un jeans scuro che gli fascia le gambe alla perfezione, dimentico ogni buon proposito. Non lo vedo da così tanto: una settimana senza poter spiare di nascosto le sue reazioni, le sue espressioni schifate e le sue mani che si tirano indietro ciuffi dorati. Dopo tutto questo tempo, sembra essere cresciuto in bellezza, e tutto questo è illegale.

Il mio cuore potrebbe non reggere.

-Salve – borbotta monocorde come sempre. Cerco di fissare il mio cappuccino, ignorando gli sguardi insistenti di Felix su di me.

-Hyun, Meryl mi stava proprio dicendo di come si sta impegnando per l'esame della prossima settimana. Senza di noi, sarà difficile per lei passarlo, vero?

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