Part 33

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Seguo Chris, ma questo peso che sento sul petto invece che allentarsi si fa sempre più pesante.

Ho cacciato Hyunjin.

Ho perso il lavoro.

Sto seguendo l'unica persona che forse non potrà mai aiutarmi alla luce del sole.

"Quindi sono solo un tuo amico?"
Questa domanda continua a vorticarmi in testa senza sosta, senza darmi pace.

Cosa sono per lui? Ma soprattutto... Lui cosa potrebbe diventare per me?

Il mio professore continua ad avanzare, la testa bassa e le mani strette l'una all'altra, torturandosi.
Non mi ha ancora rivolto neanche uno sguardo, negando completamente la mia presenza.

Lo afferro per la manica, cercando di attirare la sua attenzione.

-Chris, cosa c...-

Ma è allora che si volta di scatto, divincolandosi come se avessi tizzoni ardenti al posto delle mani. Ma invece di allontanarsi, di gridarmi contro, di ergere quelle barriere che cerca sempre di alzare fra di noi, si lascia per la prima volta guardare in faccia.

Gli occhi lucidi, un sorriso appena accennato.

é lui ora ad afferrarmi per il polso, attirandomi a sé in uno scatto. Finisco contro il suo petto ampio, sentendomi immediatamente circondata dalle sue braccia che mi stringono in un un abbraccio disperato, che sa di casa, che sa di protezione.

Tuffa il naso nei miei capelli, lasciandovici sopra un bacio e circondando la mia testa con la mano, avvicinandomi ancora di più a sé.

-Vorrei avere la tua stessa forza di schierarmi apertamente - sussurra, la bocca incredibilmente vicina... da quanto tempo non si scontra con la mia?

Dopo la cantina, ci eravamo promessi di avvicinarci, di non lasciarci intimidire dagli altri e di continuare in segreto tutto questo... ma da allora, non c'è più stato un bacio, un abbraccio. A sentirlo così a contatto mi si inumidiscono gli occhi. Mi serviva proprio dopo tutto questo.

-Quale forza... - borbotto solo. Se avessi avuto la forza di allontanare Hyunjin non sarei in questo casino ora. Se solo sapesse che ripreso le redini della mia vita in mano solo nel momento in cui ho dovuto allontanarmi dal mio tutor - Fin'ora non ho fatto altro che farmi trascinare dagli eventi. Ho perso di vista l'obiettivo per cui sono venuta qui... Non so di che forza stai parlando.

Si allontana solo per potermi guardare in faccia. Ridacchia, passandomi una mano sulla guancia, un gesto che non aveva mai fatto prima e che mi fa arrossire.

-Sembra di guardarmi allo specchio - sussurra, prima di voltarsi e procedere spedito senza aspettarmi. Ancora un po' frastornata rimango ferma per qualche secondo sul posto. Va via senza di me?

-Non vieni? Vorrei portarti in un posto. Secondo me è importante che lo veda anche tu.

-Un'altra cantina? - chiedo, mentre apro lo sportello della sua auto e mi accomodo. Mi dedica una di quelle risate aperte, distese, che gli fanno assottigliare gli occhi a due fessure e mettono in mostra il suo sorriso, le sue labbra piene, mentre si sfila il berretto liberando la chioma ribelle... Quanto è bello.

-Niente cantina. Ma vorrei parlarti di più di come sono finito qui... Certo, è meglio la sera, ma credo tu ne abbia bisogno adesso. Per ricominciare... fidati di me.

Sto per aprire bocca, per borbottare qualcosa di infinitamente triste sulla mia condizione, quando il telefono prende a squillare senza sosta.

-Non rispondi?

Sarà Kristine, per dirmi di tornare? Sarà Hyunjin, per maledirmi? O Susan, per ricordarmi che ho una casa con l'ultima persona che vorrei come coinquilina?

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