Part 21

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-Qualcuno qui ha fatto colpo.

Scarlett continua a sgomitare, dopo aver ascoltato tutta la storia. Felix, invece, affianco a me, sembra pensieroso: controlla ossessivamente lo smartphone, sbuffa, non risponde.

Non ci vuole un indovino per capire a cosa stia pensando.

-Io non capisco perché la fai così tragica, Felix. – continua Scarlett – L'assistente ha sempre avuto un occhio di riguardo per Meryl. Non è certo la novità dell'anno. L'altra volta ci ha pure accompagn...

Ma il ragazzo scatta in avanti e le mette una mano sulla bocca, guardandosi intorno.

Scarlett non ha idea che loro siano coinquilini. A quanto pare nessuno ce l'ha.

Chris sa tenere bene i suoi segreti.

-Vuoi farti sentire dall'università intera? - il tono di voce del biondo è cupo, basso, serissimo – A scherzare su certe cose si fanno solo danni. Vuoi far girare le voci?

-Le voci gireranno comunque, bro – Scarlett si allontana leggermente, per nulla intimorita o imbarazzata dalla gaffe, ma anzi stranamente divertita – non capisco perché ti scaldi tanto.

-Perché sono cazzate e io odio...

Ma il suo telefono vibra sul tavolo, un campanello ronzante che in un attimo è capace di attirare l'attenzione di tutti e tre. Felix lo acciuffa quasi al volo, leggendo immediatamente la notifica.

Poi, senza dire nulla scatta in piedi.

-Devo andare- dice solo, iniziando a dirigersi verso l'uscita del bar universitario.

Ma non può lasciarmi così. Non può bloccarmi in aula ma pretendere che io stia buona qui, senza fare domande. In uno scatto afferro la cartella e lascio i soldi sul tavolo, anche per Felix.

Do un bacio sulla guancia a Scarlett, confusa e incredula.

-Ma dove state andando? Sento puzza di scoop.

-Nessuno scoop, ma voglio capirci di più.

Mi lancio all'inseguimento. Felix è veloce, sguscia via come un'anguilla, rapido e aerodinamico, fendendo la calca di studenti nei corridoi. Ma non posso perderlo.

Non posso.

"Scusa", "perdonami" balbetto, colpendo a destra e manca le persone col mio zaino su una spalla sola.

"Non volevo", "Scusa" e sparisco fra la folla, puntando solo al mio obiettivo.

Non voglio avvicinarmi: improvvisamente protagonista di una puntata di National Geographic, mi rendo conto se mi avvicinassi troppo alla mia preda, questa sfuggirebbe o proverebbe in tutti i modi a seminarmi e io non voglio essere seminata.

Tanto, vista la direzione in cui va, sono abbastanza sicura di aver capito dov'è diretto.

Infatti, in pochi secondi lo vedo entrare guardingo nell'aula dove solo poco fa abbiamo finito lezione.

Chiude la porta dietro di sé, sparendo oltre la mia vista.

Dannazione, col casino che mi circonda, anche volendo non potrei mettermi ad origliare, non sentirei nulla.

Ma non appena mi fermo davanti la stanza delle verità, mi rendo conto di un particolare. Appoggio delicatamente la mano sulla maniglia fredda e spingo leggermente.

Un piccolo spiraglio si apre, sottile, perfetto: le voci di tre ragazzi mi arrivano chiare e distinte, e allo stesso tempo la fessura è davvero troppo sottile per manifestare la mia presenza qui.

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