Part 23

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-Chris, aspetta – lo richiamo, allungando la mano come se potessi afferrarlo, come se potessi davvero trattenerlo.

Hyunjin al mio fianco sospira, cacciando fuori l'aria tutta in una volta, stizzito.

-Ecco – borbotta, lasciandomi indietro – appunto.

Una volta sparito anche lui oltre l'uscio, rimango sulla porta per qualche secondo, circondata dal buio e con solo una lingua di luce proveniente dall'interno a sporcarmi le scarpe.

So come funziona, in questa casa: ogni secondo in più che spendo fra queste mura mi portano inevitabilmente ad un litigio.

Sono ancora in tempo per andarmene, per fuggire via.

-Rimani lì?

Alzo lo sguardo per incontrare due occhioni grandi ed espressivi che mi scrutano con curiosità.

-Sei Meryl, giusto?

Sana, bellissima come sempre, è appoggiata con grazia alla porta, una bandana fra i capelli per tenerli in ordine ed un toppino che la fascia alla perfezione. Più estiva che autunnale, sembra appena uscita da una rivista di moda. Ho davvero voglia di entrare in questa casa e mettermi a paragone con persone così belle?

Annuisco, incapace di aggiungere altro. Forse non sono pronta per questo scontro diretto. Forse è meglio restare fuori da questa storia, come inizialmente aveva suggerito Felix. Se solo non fosse anche lui così assuefatto da questo litigio atavico, e se solo io non venissi usata come arma da Hyunjin e Chris, potrei davvero seguire il suo consiglio.

-Dai, vieni. Manchi solo tu.

Estremamente cordiale, mi tende una mano. Devo ammetterlo, ci metto un po' ad afferrarla: la studio, cercando di capire se nell'altra stringe un coltello con cui mi infilzerà non appena varcherò la soglia.

Mi sta davvero accogliendo così calorosa?

Ma una volta accettato quest'invito, lei mi trascina dentro con un entusiasmo ed una forza sorprendenti.

-Ho sentito molte cose su di te, sai? – comincia, invitandomi a seguirla lungo il corridoio.

Sento già le voci degli altri ospiti e non posso evitare di farmi prendere dall'ansia. Avrei voluto Felix al mio fianco adesso, per potermi lagnare in questi tre secondi che mi separano dal mio debutto in salone, ma non posso. Devo mostrarmi forte davanti a lei.

-Ah si? – borbotto – Solo cose belle spero.

Lei mi sorride, furba.

-La maggior parte.

Il salone si apre davanti ai miei occhi, addobbato a festa e ricco di leccornie. Un lunghissimo tavolo è imbandito, con decine di coppe in terracotta piene di antipasti e stuzzichini. L'ampia finestra che dà sullo skyline notturno ci regala questo panorama mozzafiato fatto di grattacieli e strade trafficate, pullulanti di lucine che si accendono ad intermittenza, suggestive e ipnotizzanti.

Ma ad attirare l'attenzione sono inevitabilmente gli invitati. Se credevo si trattasse di una cenetta intima mi sbagliavo: non ci sono solo i quattro coinquilini ad animare la serata. Altre quattro teste di cui non conosco i nomi si aggirano per la stanza, trascinando dietro piattini in plastica con olive, patatine e cracker.

Felix mi viene incontro abbracciandomi. Mi sorride, passandosi fra le dita un boccolo del mio piccolo cespuglio corto.

-Vedo che hai seguito il mio consiglio. Sei splendida. Vieni – mi trascina, senza lasciarmi il tempo di controbattere ma solo di arrossire leggermente – ti presento gli altri.

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