luke è fuori casa e sta solo fermo.
sta semplicemente lì, fermo, a fissarla. si sente la mente intorpidita, il pensiero che michael sia morto lo sta consumando.
quell'idiotaquell'idiotaquell'idiota.
rafforza la presa sul suo zaino. se solo luke potesse mettere la mani addosso a michael, giura che colpirebbe il suo petto di continuo e singhiozzerebbe tra le sue braccia perchè ragazzi, a luke mancano le coccole di michael. le sue coccole erano sempre le migliori.
dovrebbe entrare? dovrebbe andarsene? se dovesse andarsene, cosa succederebbe adesso?
i conflitti nuotano nella testa di luke, e lui sta annegando in essi. nessuno può salvarlo se non lui stesso.
decide di entrare in casa. e appena lo fa, se ne pente.
niente è cambiato, no.
ma c'è definitivamente qualcosa di sbagliato, per certo.
è spaventato e le sue ginocchia si fanno sempre più deboli man a mano che salgono le scale. luke odia il silenzio (soprattutto se hai quell'effetto dello scricchiolio del legno, no grazie), e poi, proprio al momento giusto il pavimento scricchiola sotto i piedi di luke.
salta al suono. dio, è come se fosse in un film horror. il che è ironico visto che è lui quello ad essere morto.
anche michael potrebbe essere morto.
luke si scrolla via i pensieri. dovrebbe smetterla. dovrebbe.
finalmente arriva al piano superiore, e poi la vede. la porta leggermente aperta e luke sa che non è stato lui ad aprirla visto che non ne ha bisogno.
si sente il cuore in gola. le mani tremano mentre la apre. trasale, facendo cadere lo zaino.
“lo sapevo.” sussulta michael, “merda, luke io non posso vederti ma ho visto lo zaino fluttuare e poi cadere e-e .. la porta! la porta è stata aperta. oh cristo, luke. non posso-non posso crederci-,”
michael prende istantamente lo zaino di luke, e giura che il suo cuore si è diviso in due. sta abbracciando lo zaino di luke.
“luke,” singhiozza, stringendolo più forte, “sono impazzito, lo so. mi dispiace davvero, è solo, ero così disperato di ricevere un tuo segno per provare che eri qui e solo oggi-,” tira su' col naso, indicando la porta. “-solo oggi me lo hai provato. oh cristo, luke. non sai quanto disperatamente stavo aspettando questo momento.”
ma luke si è accigliato, non può abbracciare micheal, non può nemmeno sentire o toccare michael. non lo sentirebbe nessuno dei due. sarebbe solo come toccare aria.
“piccolo,” soffoca michael. luke giura che i suoi occhi stanno per uscire dalle orbite. non lo chiama così da davvero tanto tempo. avrà sicuramente il volto arrossato adesso.
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Polaroids → Muke (Italian translation)
Fanfictiondove luke è morto e tutto ciò che michael fa sono video nei quali parla delle loro polaroids, le patatine rimaste nel frigo e del fatto che luke gli deve ancora 7 dollari. (se vi piacciono le angst la storia è consigliata) © 2014 by sevendollars. Al...