last of the last

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(an: questo capitolo potrebbe includere discorsi religiosi, dunque nel caso la cosa dovesse darvi fastidio, siete liberi di non leggere. dopotutto comunque è solo una storia, non prendetela sul serio)

“perchè vuole parlare con noi?” domanda michael all'angelo il quale apparentemente, è stato mandato da Dio per informarci che quest'ultimo vuole parlare con noi, cosa che onestamente mi spaventa e mi emoziona allo stesso tempo.

“non lo so, non me l'ha detto.” quest'angelo - il cui nome è james - è morto da davvero giovane, aveva solo dodici anni quand'è stato assassinato.

“sembrava arrabbiato o qualcosa di simile?”

james scrolla le spalle, “a me è parso abbastanza calmo.”

michal fa scorrere una mano tra i suoi capelli, “accidenti, sono nervoso come il dia-”

“il diamine.” finisco per lui, sapevo già che era sul punto di dire l'altra parola. mikey ride, “grazie per la copertura.” mi da un bacio sulla guancia, james brontola, “siamo qui perciò mantenetevi puliti.

“lo sappiamo,” michael, allontana il suo volto. soffoco una risata. “siamo degli angeli piccolo amico. sono praticamente il simbolo del pulito.”

james rotea gli occhi, “si, giusto.” sbeffeggia, “siete fortunati che sia amico vostro.”

“grazie, james.” sorrido, il mio braccio che si aggancia a quello di michael. sospira, “vi odio entrambi, ci vediamo dopo.”

michael annuisce, “ci si vede amico.” james cammina (o fluttua) via.

normalmente, le persone immaginano il paradiso come un posto fatto tutto di nuvole. invece no, non lo è, niente qui è fatto di nuvole. rimarreste sopresi da quanto normale sembra il paradiso. è tecnicamente come la terra, solo più pulita e più semplice. non ci sono oggetti tecnologici o spazzatura qui, è molto semplice e lo adoro.

busso leggermente alla porta di legno, e immediatamente sento, “entrate.”

michael mi da uno sguardo che non riesco davvero a descrivere, tutto ciò che so è che entrambi siamo incredibilmente nervosi. mi prende la mano, ed io sorrido timidamente.

aprendo la porta, spalanco la bocca. è così. . .magico.

la stanza è riempita da libri e foto di paesaggi, è un posto incredibilmente enorme perchè se visto da fuori sembra più piccolo. . .ma no, no affatto. . .da dentro è davvero spazioso. molto più di quanto pensassi.

“woah” soffia michael, rilasciando la sua mano dalla mia.

“aah, ciao,” dice una voce profonda da dietro. michael ed io ci voltiamo sorpresi.

“spaventati?” ride un po'. e all'improvviso, tutta la paura nel mio petto svanisce... Dio è- è un tipo così normale.

Polaroids  → Muke (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora