extra chapter- luke's eulogy (1)

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{ flashback }

"1, 2, 3, via!"

michael ed io cominciamo la lotta con i pollici. però non posso fare a meno di ridere perchè ovviamente sono io ad avere la mano più grande qui. le mie dita son lunghe mentre quelle di michael sono corte e tozze. ha.

"smettila di nasconderti codardo, combatti da vero uomo."

" 'sta zitto, sei così nerd." michael tira fuori la lingua, perchè lui è maturo e perciò. poi esce fuori dal nascondiglio, approfitto di questa chance per prendergli il pollice e schiacciarlo. lui si sforza, cercando di liberarsi dalla mia presa.

5, 4, 3, 2, 1.

"ho vinto!" urlo in vittoria. "credo che questo provi chi fa le seghe migliori, ho ragione o non ho ragione?" comcincio ad alzare i sopraccigli. lui ride, spingendomi via.

"invece sei terribile a questo, luke."

"stai zitto, michael."

sussulta, "heeey, tu stai zitto."

sorrido. "no. tu stai zitto."

"stai zitto."

"stai zitto."

"come ti pare, fai schifo."

"-stronzo come una bella principessa."

trasale, dandomi una spinta giocosamente. "luke!" ride, scuotendo la testa. "tua madre mi ucciderà, lei lo sa che sono il la ragione per il quale sei così."

ridacchio, "sì. sono diventato proprio un cattivo ragazzo."

"mhm. sei il prossimo michael clifford."

"sì, perchè michael è così cattivo e punk rock con i suoi capelli colorati e il piercing sul sopracciglio." lo imito.

sbeffeggia, e poi guardo verso la porta. "quando hai detto che i dottori ci diranno i risultati?" michael appoggia una mano sul letto.

io appoggio la mia sulla sua, ed entrambi sorridiamo. "onestamente, me ne sono dimenticato."

e poi la porta si apre, mamma irrompe nella stanza. sembra stressata e preoccupata, i suoi occhi accesi e vigili. cammina velocemente verso di noi, sono sul punto di chiederle cosa c'è che non va ma lei tira semplicemente michael lontano da me. "mamma?"

"michael mi spiace ma temo che tu debba andartene." richiede, gli occhi pieni di preoccupazione. "cosa? perchè?" chiede, confuso e frustrato. chiaramente non vuole andarsene. mamma mi guarda, orrore nel suo sguardo. esita, ma poi sussurra qualcosa nell'orecchio di michael.

non mi sta dicendo qualcosa.

i suoi occhi si spalancano, guarda mia madre e poi me. ha gli occhi pieni di preoccupazione e tristezza. mi sembra indifeso. "michael-"

"mi spiace, luke." e poi scappa via dalla stanza, facendomi sentire il cuore come se fosse stato diviso a metà.

+ + +

"luke hemmings. . . lei è gravamente malato. potresti ancora non sentirlo ma. . .i batteri si stanno lentamente mangiando la sua pelle. e questi non sono batteri comuni, è la prima volta che li riscontriamo e i medici in clinica stanno ancora testando il suo sangue per vedere se ci sono casi come il suo tra noi. stiamo cercando di trovare una cura per questo, ma al momento siamo senza speranze. solo la prego di continuare a prendere le medicine che le abbiamo prescritto per alleviare il dolore."

"dolore?" soffoco, le lacrime che scorrono sul mio volto. riesco a sentire i singhiozzi di mia madre accanto a me ma non ne sono sicuro. tutto è così annebbiato al momento.

sono gravemente malato. ha detto. questi batteri sono rari. mi si stanno mangiando vivo.

sto per morire.

il dottore annuisce tristemente, "ho paura che più vada avanti più il dolore possa peggiorare."

sto per morire.

"ma non c'è nulla sulla sua pelle. com'è possibile?" domanda mia madre, piangendo forte. "perchè lui? perchè mio figlio?"

il dottore si acciglia. "mi spiace, signora. proveremo la più forte delle cure su suo figlio, lo promettiamo." dice, "ma per adesso, le suggerisco di non aver alcun contatto fisico con suo figlio. non possiamo rischiare un altro caso di una malattia sconosciuta."

no. no. no. no. non voglio rimanere da solo.

porge a mamma dei guanti da ospedale, guardo altrove. mi sento così insultato.

"non mi toccare."

i miei occhi si spalancano quando vedo mia madre spingere via il dottore. "se lei pensa davvero che mi preoccupi entrare nelle stesse condizioni di mio figlio, beh allora si sbaglia. farei di tutto, e dico di tutto solo per non essere qui adesso. quindi non si permetta a darmi qualcosa che mostri che dovrei stare lontana da luke, proprio davanti a lui."

allungo la mia mano, ma poi la ritiro subito indietro. "mamma, va bene, non voglio che tu muoia. ."

sembra sbalordita. "chi ha detto che tu stai per morire?"

e non posso più farcela. "dannazione, mamma." dico attraverso i denti serrati, facendo sbattere i pugni contro il cuscino sul mio grembo. "non lo hai sentito? ha detto che non c'è cura, si sta mangiando la mia pelle, e non è mai stato riscontrato prima d'ora. è ovvio che io stia morendo, mamma!" scoppio a piangere, è così strano quanto suonino vere.

"luke, ascoltami."

"no, non ti ascolto. non hai visto l'espressione di michael quando glielo hai detto? era spaventato, così terrificato solo al pensiero di dovermi toccare."

"era solo sopreso dalla notizia, luke, ecco tutto. tornerà, te lo prometto, okay?" piange. si alza dalla sedia e si avvicina a me, pronta ad abbracciarmi.

"cazzo!" urlo, "non toccarmi!"

ma voglio che lo faccia. voglio davvero che lo faccia. voglio che tutti mi abbraccino. solo un'ultima volta, un ultimo tocco, un ultimo addio. ne ho bisogno.

ma se lo facessero, morirebbero. e non posso permetterlo.

"luke, ti prego-" implora, avvicinandosi ancora.

"no! ti ho detto di non toccarmi! vai via da me! esci da questa stanza! esci dalla mia fottutissima vita!" fa male dire ciò, ma farebbe ancora più male vedere gli altri morire, giusto? quel che sto facendo è la cosa giusta.

il dottore tiene mia madre, tremando. "si, giusto, uscite tutti e due da qui." sputo. la mamma piange così tanto che non riesce neppure a spiccicare parola. è solo un casino di lacrime mentre esce dalla stanza.

non appena il dottore chiude la porta, urlo. urlo con tutta la tristezza e la rabbia che possiedo. perchè a me?! perchè adesso?! "fanculo, fanculo, fanculo." colpisco il cuscino. sto per morire, morirò, sto morendo.

moriremoriremoriremoriremorire. cantilena nella mia testa. mi stanno consumando. i batteri, riesco già a sentirli. singhiozzo e comincio a graffiarmi. "perfavore," dico, "perfavore, basta."

ma niente si ferma, ne' il tempo, ne' la malattina, e nemmeno la morte.

che sicuramente mi si sta prendendo velocemente.

Polaroids  → Muke (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora