chapter 1

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Cara mamma...










ti prego... prega per me...















non voglio soffrire o peggio...

morire...













Qualche tempo prima :

Erano le sette del mattino quando una Ford Anglia di colore marrone parcheggiò all'interno dei cancelli dell'università di Canvard.
il primo che fu a scendere in quella vettura con un passo scattante, fu un giovane che si chiamava Micheal Petermane. Un ragazzo alto e magro,come una candela. I capelli ricci e mediamente lunghi, gli occhi marroni come stesso colore dei capelli, un naso dritto e il mento non sporgente.

 Aveva la simmetria della faccia corretta, si poteva dire che aveva i lineamenti di una statua greca ma non per la pelle, che si era rovinata per causa dell'acne che lo aveva colpito quando era in giovane età.

lui stava osservando l'edificio che aveva davanti a sé con aria curiosa. il freddo di ottobre che c'era in quei anni si sentiva molto, anche quel giorno si sentiva abbastnaza, talmente tanto che Michael devette chiudersi ancora di più la giacca che indossava. Malediva il fatto di non aver ascoltato sua madre a portare una sciarpa.

l'edificio era stupendo: archittetura classica, finestre decorata, gargolle sui vetertici ad abbellina ancora di più. Era da mesi si immaginava  tutto cui, iniziando da quando per posta, gli arrivò una lettera.

. . . .

Era il ventisette Giugno, la data dove a Micheal li avrebbe cambiato il corso degli eventi.
A casa sua erano le undici del mattino e tutti quanti stavano svolgendo la loro tipica giornata: la madre stava mettendo apposto la cucina, il padre rastrellava il giardino e Micheal era in salotto a rilassarsi come un giovine farebbe.

stava leggendo un libro preso della sua libreria di fiducia dove lavorava la sua migliore amica. Lì vendevano libri di ogni tipo, se avevi bisogno di un dizionario accademico o un libro quasi inesistente, state certi che lo avevano. molto spesso facevano anche una sezione per i libri al buio e a lui gli è toccato leggere "il fantasma dell'opera", dove lo aveva già letto in passato, ma non gli dispiaceva rispoverargli la memora.
Era talmente preso dalle parole, che non si accorse che sua madre lo stava chiamando dalla cucina e poi se la ritrovò di fianco. leisi sposto i suoi capelli bruni sulle spalle e mise le mani sui fianchi gli disse con voce soave:

" Micheal, tesoro. Puoi andare un attimo da tuo padre, credo che sia arrivato qualcosa per te."

Micheal si mise composto e appoggiò il libro alla sua destra.

"Grazie mamma, ora vado subito."

Si alzò e si incamminò verso la porta principale, attraversando la cucina. Intanto la madre vide ch il divano si era sporcato a causa delle scarpe di suo figlio e mentre sistemava disse ad alta voce:

" Micheal, la prossima volta che ti siedi su divano metti i piedi per terra per favore."

"Scusa mamma."

disse mentre chiudeva la porta d'entrata. Andò verso suo padre che era vicino alla recinzione della casa. lui si sistemò gli occhiali e prese una lettera che aveva sulla sua tasca posteriore e gliela consegno a Micheal.

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