46. Complicazioni

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Soul avvertì il polso vibrare e proprio allora Tsubaki indicò il suo orologio, avvisandolo che si era illuminato. Inconsapevole di averlo ancora con sé poiché non lo utilizzava da secoli – quando l'aveva indossato!? – l'albino lo controllò pensando subito a Maka.

«Che succede?» domandò la corvina.

«Non ho mai ricevuto una notifica del genere... è la nuova applicazione di Kid» si agitò Soul, cliccando sull'orologio.

Notando la sua espressione mutare in qualcosa di grave, Fang si avvicinò e guardò il piccolo schermo squadrato.

«Sono dei valori...» notò. «Che sia–».

Si fermò quando si accorse che l'albino era diventato paonazzo.

«Signor Evans...».

«S-Sono i suoi battiti...» sussurrò Soul, fissando incredulo la scritta "Albarn heart rate".

«Di chi!? Di Maka!?» si allarmò Tsubaki.

«Stanno... stanno scendendo...» continuò spaventato il ragazzo.

La corvina si sentì svuotare il ventre e non riuscì a dire più nulla.

«Ehi!». Fang lo percosse. «Riprenditi, Soul! Non impanicarti! Controlla immediatamente la sua posizione!».

Ma l'albino si era immobilizzato. Davanti agli occhi gli si era posata come una trina scura e gli fischiavano le orecchie.

"Sta morendo, Evans" parlò il diavoletto, con un tono maledettamente sadico. "E non puoi raggiungerla".

«Soul!» lo chiamò terrorizzata Tsubaki.

"Sta morendo" ridacchiò l'ogre. "E non puoi farci nulla".

«Soul!» gridò Fang.

"Li senti i tuoi battiti aumentare?" lo stuzzicò ancora il demone. "I suoi stanno andando seeempre più giù".

L'albino avvertì un orda di terrore salirgli dalle viscere e il suo respiro accelerò. Non aveva mai avuto un attacco di panico. Mai. Ma sapeva che lo era. Non udiva più le voci di Tsubaki e di Fang e la realtà si era come distorta, aveva la sensazione di non essere davvero lì presente. E benché volesse controllare dov'era Maka e muoversi da quello stupido corridoio, le sue gambe si erano cementare al suolo.

"Riprenditi, Soul!" si intromise un'altra vocina nella sua testa, a lui sconosciuta. Era benevola, ed era tutto il contrario di quel dannato diavoletto rosso.

La sua coscienza? Ne... Ne aveva davvero una...?

"Salvala!".

Tsubaki, sul punto di piangere, marciò verso di lui e gli tirò uno schiaffo, stringendo poi le dita tremolanti al petto e ravvedendosi subito di quel gesto, perché non era affatto nel suo stile.

«Torna in te, accidenti! Soul! Fai qualcosa!».

L'albino, come se l'anima gli fosse balzata dentro, strabuzzò gli occhi e la guardò confuso, portandosi la mano sulla guancia. Ritrovata la lucidità, abbassò il braccio ed esaminò lo schermo del suo orologio: i valori del battito cardiaco di Maka erano bassissimi, ma erano stabili. Non c'era uno zero come aveva temuto.

Non c'era uno zero!

«Cercala, Soul!» disse rapida Tsubaki. «È già un miracolo che i vostri orologi funzionino!».

Soul smanettò sul display e un puntino rosso e uno verde gli comparvero su uno sfondo grigio. Per il sistema satellitare lui si trovava in una distesa desertica, perciò la pianta dell'edificio non gli comparve.

WRECK [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora