30. Sentimenti

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Non aveva mai resistito così a lungo. La gola secchissima e i polmoni vuoti d'aria fecero cedere le ginocchia di Liz, che si addossò alla porta dell'ufficio. Si ritrovò col sedere sul pavimento, la borsetta accanto caduta dalla spalla e un'espressione terrorizzata. Anelava disperatamente ossigeno e il petto le faceva su e giù. Quando sentì le guance solleticare capì che stava piangendo.

«Liz?» si allarmò Kid, scattando in piedi dalla poltrona e raggiungendola in fretta. «Che è successo!?».

La ragazza iniziò a respirare rumorosamente come se avesse l'asma e si portò una mano sul petto, fissandolo disperata.

Stava iperventilando.

Kid si mise in ginocchio accanto a lei senza toccarla, riconoscendo immediatamente i sintomi di un attacco di panico.

«Liz. Sono qui» disse guardandola negli occhi. «Sei al sicuro ora».

Cavoli, era stravolta! Che era successo!?

«Lentamente, non sforzarti» la aiutò, finché la bionda tornò a respirare in maniera regolare e rilassò il corpo.

Liz strizzò le palpebre e appoggiò la nuca alla porta. Cacciò fuori un lungo sospiro e fece silenzio per un po'.
Il suo cuore si era calmato e le idee si erano schiarite, ma, anche se la crisi era sparita, era rimasto un orribile senso di mortificazione.

«Come ti senti adesso...?».

Kid non avrebbe mai dovuto vederla in quelle condizioni.

«Meglio... grazie...» pigolò, singhiozzando.

A quel punto, passato l'attacco di panico, Kid si avvicinò per abbracciarla e Liz ricambiò stringendolo saldamente.

«Cos'è successo?» domandò lui.

«È qui» sussurrò Liz, aumentando la stretta e spingendo il viso contro il petto di Kid.

«Chi?».

Liz si arrestò di nuovo, strizzando le palpebre.

«Il capo della mia vecchia gang» disse dopo un attimo di indecisione.

Kid si staccò dall'abbraccio e le diede una mano per alzarsi, conducendola ai divanetti. Liz si sedette e lui si sistemò accanto.

«Pensavo che Stein se ne fosse occupato allora...» disse incerto.

«Lo pensavo anche io» sospirò Liz, togliendosi il soprabito perché sentiva caldo e la camicetta le si era incollata alla schiena. Forse era addirittura rossa in faccia. Aveva corso fino allo stremo delle sue forze, maledizione...

«Ti ha minacciata?» domandò nervoso Kid.

«No. Ma mi ha seguita ed è salito sul tram con me. Non l'avevo riconosciuto subito».

«Vuoi che faccia qualcosa? Vuoi che mandi qualcuno a casa a proteggere te e Patty? Vuoi venire da me?».

Liz ingoiò la saliva a vuoto. L'adrenalina doveva ancora metabolizzarsi del tutto. Le dita non riuscivano a stare ferme.

«Sì, tu vieni a stare da me. E anche Patty, venite tutte e due» decise Kid al suo posto, alzandosi per raggiungere il telefono.

«Aspetta...».

Il corvino si bloccò prima di toccare la cornetta.

«Non mi voleva fare del male».

«Ma se sei ancora sconvolta, Liz! Certo che ti ha fatto del male!».

Liz trasse una boccata d'aria per non mettersi a frignare di nuovo.

«Kid, noi due stavamo insieme» rivelò, percependo il battito aumentare. 

WRECK [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora