8. La maledizione del tredicesimo scalino

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«Cosa devo fare per avere un caffè in questa scuola!?» si lamentò Maka, dando un calcio al distributore automatico.

«Così la rompi».

«Ma mi ha rubato i soldi!».

Soul bevve il suo caffè con pazienza, offrendolo poi anche a Maka.

«Fai sul serio?» si innervosì lei.

«Sto cercando di essere gentile» ridacchiò lui.

«No, vi prego! Non ditemi che non funziona più!» piagnucolò Tsubaki, con la monetina da inserire pronta in mano. Aveva fatto una corsa dalla sala insegnanti per la pausa caffè prima di iniziare la lezione.

«Si è bloccata» sospirò Maka, voltando lo sguardo sulla camelia: indossava una camicia bianca sistemata con cura dentro una gonna a tubino nera. 
Era la prima volta che la incontrava nei corridoi della scuola. Tsubaki insegnava soltanto di mercoledì, dato che la sua materia era prevista in pochissimi corsi della Shibusen.

«Avete provato a staccare la spina?» propose la ragazza.

Soul fece una smorfia. «Se la tocchiamo il bidello si prende male».

«Già, l'ultima volta mi ha pure dato dell'incosciente» disse la bionda.

Tsubaki guardò preoccupata verso la macchinetta.

«Quindi non facciamo niente? La lasciamo così?» chiese.

«Ho metà bicchierino pieno» canticchiò l'albino, sollevando il braccio.

La camelia lanciò un'occhiata supplichevole a Maka.

«Fai pure» le concesse la bionda, con un'alzata di spalle. «Io non voglio essere in debito con lui».

La camelia ridacchiò e Soul alzò gli occhi al cielo, dando il caffè alla corvina.

«Vi ringrazio, ragazzi! Ci vediamo più tardi!» sorrise lei, scappando verso l'aula.

«Che gesto nobile» ghignò Soul, appoggiandosi al distributore. «Hai rinunciato al mio caffè per darlo a Tsubaki».

«Ne ha più bisogno lei. Posso sempre dormire sul banco».

«Ma come, non eri una studentessa modello?».

«Ai miei tempi lo ero, quando ancora davano le borse di studio. Se non hai ancora capito qui ci passo il tempo».

«Quindi la 'A' in biologia di ieri è stato soltanto un caso?».

«Come fai a...?».

«Sono un'insegnante, so tutto».

Soul le cinse il collo scompigliandole i capelli e Maka agitò le braccia per liberarsi.

«Smettila, Soul! Possono vederci!».

«Oh, quante storie, Albarn».


Dopo il suono della campanella, i due si divisero e raggiunsero le rispettive classi: Soul quella di economia e Maka quella di educazione civica.

La bionda entrò in aula e trovò Black*Star già lì, con le gambe sul banco, le braccia conserte e il giornale di una settimana fa sul viso.

«Star?» lo chiamò lei.

La testa del ragazzo si inclinò di lato e il giornale scivolò lentamente sul pavimento, scoprendogli la faccia.

Stava dormendo!

«STAR».

L'azzurro si svegliò di soprassalto.

«Ti sei seduto al mio posto!».

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