13. Uno contro tutti

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Death the Kid uscì in silenzio dall'aula del tribunale, raggiungendo Liz e Patty che aspettavano in corridoio. Erano sedute su una panchina vicino ai distributori automatici e sfogliavano insieme una rivista di moda. Liz sollevò la testa per controllare se Kid fosse già uscito e quando lo vide scattò bruscamente in piedi.

«A-Allora?» domandò ansiosa. 

Patty alzò gli occhi. 

«Hanno sospeso il processo» rispose Kid.

In quel momento uscì anche Medusa, che rivolse uno sguardo astioso ai tre ragazzi. Indossò il suo lungo cappotto di pelliccia e insieme al suo avvocato – la cui faccia ricordava vagamente un lupo – si incamminò dalla parte opposta del corridoio per uscire dalla struttura.

«Che si occupasse dei suoi pazienti invece di perdere tempo qui!» commentò Liz, riponendo la rivista sul tavolino vicino alla panchina.

Kid sospirò. 

«In un certo senso l'ha fatto... le vittime erano tutti suoi pazienti».

«Mi dispiace per le famiglie di quei poveretti, venire qui deve averli resi tristi...» disse Patty, guardando un gruppo consistente di persone che lasciavano l'aula del processo.

«Dov'è Marie?» chiese Liz, cercandola tra la folla.

«È ancora dentro, ci raggiungerà tra poco» comunicò il corvino, prendendo posto sulla panchina. «Sta esponendo la nuova teoria di Stein al giudice».

Liz tornò seduta accanto a lui. «La nuova teoria?».

«Omicidio».

Patty si avvicinò alla macchinetta del caffè e controllò i prezzi.

«Pensi sia coinvolto anche il ragazzo che è stato ucciso davanti alla compagnia?» domandò la sorella.

La biondina, che stava per schiacciare sul pulsante dell'espresso, si irrigidì. Le tornò in mentre l'orribile scena a cui aveva assistito quando aveva ritrovato il corpo senza vita del suo migliore amico. 
Improvvisamente la voglia di caffè scomparve.

«Di sicuro» asserì Kid, prendendo il suo cellulare. «Stein pensa sia stata la stessa persona».

«Hai idea di chi possa avercela con te o tuo padre?».

«In tanti, Liz... in tanti».

Finalmente anche Marie lasciò l'aula e li raggiunse di corsa, appoggiando la pesante ventiquattrore sul tavolino. Aveva il fiatone e sembrava agitata. Infilò a casaccio alcuni fogli nella valigetta e la richiuse goffamente.

«Salve, ragazzi» salutò sorridendo. Si sistemò i capelli e prese un respiro profondo.

«Tutto bene?» fece Kid, preoccupato per il disordine che si era creato in quella valigetta.

«Il giudice ha detto che l'ipotesi di Stein regge e che i fatti possono essere a suo favore» rispose la donna. «Ha suggerito di fare un nuovo test sui corpi escludendo Medusa dall'autopsia. Incaricheranno un nuovo medico».

«Bene!» esclamò contenta Liz, guardando Kid. 

«Lo comunicherò a mio padre. Grazie, Marie» annuì il corvino, allontanandosi preoccupato per fare una chiamata.


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Le vacanze alla Shibusen erano iniziate da poco, ma i ragazzi ne avevano approfittato subito per passare del tempo insieme. Siccome non potevano partecipare al processo in tribunale, Tsubaki, Soul, Black*Star e Maka si erano dati appuntamento nella villa dell'albino per giocare a biliardo. E, per rendere le cose più interessanti, l'azzurro e la bionda avevano deciso che chiunque avesse vinto la partita, avrebbe potuto obbligare il perdente a fare qualcosa per lui.  

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