2. Chi non muore si rivede

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Sara aprì la porta di casa sua, tirando un sospiro di sollievo nel momento in cui la serrò. Non aveva chiesto a nessuno di pulire e infatti l'odore di chiuso era la prima cosa di cui si accorse.

Raggiunse una finestra del salotto e spalancò le due ante, lasciando che il vento fresco desse il cambio all'aria pesante della stanza. Tolse poi la tela di plastica che aveva messo sul sofà – pensando appunto che in un anno si sarebbe dovuto per forza impolverare – e la buttò in un angolo.

Le sarebbe piaciuto fare una doccia calda per eliminare la stanchezza, ma il pensiero del bagno lurido non la rendeva affatto felice.

Il suo cellulare iniziò a squillare e lesse "Alonso" sul display.

Quella chiamata la fece pensare a una sola cosa: Matthew aveva bisogno di un favore, e di quelli importanti. Non parlava con lui da quando era morto suo padre.

«¿Sì? ¿Que pasa?».

«Non credevo che avresti risposto» rise lui. 

La donna riuscì a percepire il suo ghigno anche attraverso il cellulare.

«Habla veloce o riattacco».

«Ho bisogno di un favore».

Ecco. Se una persona chiamava dopo così tanto tempo, era chiaro come il sole che non lo faceva per un semplice saluto.

«¡Venga ya! Alonso ha bisogno di un favore».

«Sul serio, Sara!».

La donna si buttò sul divano, rotolando su un fianco.

«Hombre, me siento halagada».

«Smettila di parlare spagnolo. Lo sai che non lo capisco bene...».

«Che vergogna, nato e cresciuto in Spagna e non sa parlare spagnolo....» ridacchiò Sara, attorcigliando una ciocca di capelli intorno al medio. «Cosa vuoi?».

«Sei a casa?».

La mercenaria guardò perplessa il tavolo.

«Perché?».

«Vengo a parlartene di persona. Aspettami lì».

Matthew interruppe bruscamente la chiamata e Sara staccò l'orecchio dal telefono, controllando la schermata con occhi sbarrati.


❖ ❖ ❖


«Ieri non c'era questo ordine quando sono passato» osservò Black*Star, sedendosi sul divano dell'appartamento di Maka e Soul.

La bionda rivolse uno sguardo inviperito all'albino e questi raddrizzò la schiena in allerta.

«Sono veramente contenta che tu sia tornata» sorrise affettuosamente Tsubaki, distraendo apposta Maka.

«Anche io sono contenta di potervi finalmente rivedere! Mi eravate davvero mancati!» replicò la bionda, ricambiando il sorriso. 

L'albino tirò un sospiro di sollievo e ringraziò con un cenno la camelia, che ridacchiò giubilante.

«Soprattutto perché così Soul la smetterà di fare da terzo incomodo» si espresse Black*Star, ricevendo una brusca cuscinata in faccia da parte di Soul.

Kid rientrò silenzioso in salotto, riponendo il telefono in tasca. Sembrava distratto e in pensiero.

«Kid, tutto ok?» chiese preoccupata Tsubaki.

WRECK [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora