«Hai un aspetto orribile».
Maka, seduta sul cassone aperto di una Jeep con le gambe penzolanti e una coperta addosso, sollevò gli occhi arrossati.
«Io almeno posso sistemarmi più tardi in motel. Tu idiota lo resterai per sempre» rispose tagliente.
Soul si sciolse in un ghigno ironico e il venticello fresco della notte gli scompigliò i capelli albini.
Controllò rapidamente gli altri e vide Kid steso su una barella a bisticciare con Liz, Patty lì vicino che se la rideva, Black*Star e Tsubaki seduti su un'altra Jeep che parlavano tranquilli, Sara che non smetteva di piangere e riabbracciare sua figlia Maya, Matthew sorridente per la scena, Fang che discuteva con Stein accanto alle barelle di Shaula, di Xavier e di Asura – questi ultimi in condizioni pietose e bloccati ai lettini – e i propri uomini insieme a quelli di Maka e ad alcuni poliziotti che ammanettavano e conducevano in tre grandi furgoni della Death City PD i soldati di Xavier, le sentinelle e tutte le persone che avevano lavorato per lui, compresi Medusa, Aracne e i suoi scagnozzi, e Crona.
Era finita.
«"Pearl Harbor", eh?» disse, e guardò Maka, la sua faccia lucida, i suoi capelli biondi madidi e sporchi di sangue, ormai incrostato, e il collo ricoperto da lividi e orribili segni rossi. Prima le aveva anche visto il brutto taglio sul palmo, che era stato richiuso con alcuni punti di sutura da Stein e adesso era fasciato da una benda bianca.
Non gli aveva ancora raccontato cos'era accaduto, ma aveva un presentimento che Matthew vi fosse implicato. Era faticoso restarsene buono e non prenderlo a botte, già vedergli il muso lo mandava in bestia. E sapere che aveva passato del tempo da solo con Maka lo faceva infuriare ancora di più.
«Un attacco a sorpresa ben congeniato, e in soli cinque minuti» replicò orgogliosa la ragazza.
«Sei un genio, Albarn, lo sai?».
«Nah... In realtà ho solo trovato un'occasione d'oro per mettere in atto parte del piano iniziale di Kid. Con una piccola botta di culo, ovvio» ridacchiò serenamente lei, ma non riuscì a nascondere la stanchezza che aveva dipinta in faccia.
Soul mise le mani in tasca.
«Senti, io ho...» iniziò dubbioso, inspirando a fondo.
«Vuoi venire qui?» propose Maka, facendogli segno di sederle accanto.
L'albino prese posto e la bionda condivise metà coperta con lui. Soul non si era accorto di aver avuto freddo, finché non fu sotto il telo accanto al corpo caldo di Maka. Le escursioni termiche del deserto non scherzavano mica.
«Che cosa volevi dirmi?» chiese la ragazza.
«Ho avuto paura» ammise Soul, turbato.
Maka ammutolì, lasciandolo parlare.
«Ho avuto paura... non sapevo come raggiungerti. Sapevo che eri in pericolo, l'orologio mi aveva avvisato ma... ma non ci ho potuto fare niente... E... E-E mi sono sentito impotente di fronte alla morte perché... perché è quello che ho pensato come un codardo. Anzi, sono un codardo... Ho pensato seriamente che saresti...».
Soul si fermò, timoroso di pronunciare quella parola.
Morta.
«... ho... ho pensato che...».
Si fermò di nuovo, tirando aria nei polmoni.
«Ho mollato, sono davvero un codardo...».
Maka gli mise la mano non ferita sulla guancia e lui gliela afferrò, incrociando le dita alle sue.
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WRECK [Soul Eater]
Fiksi Penggemar↠ (𝘼𝙩𝙩𝙚𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚: 𝙨𝙚𝙜𝙪𝙞𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙑𝙀𝙉𝙊𝙈 !) ↞ I nostri personaggi si troveranno a fronteggiare nuove sfide: chip da rubare, loschi segreti, lutti improvvisi e grossi problemi di cuore. 》I personaggi sono di Atsushi Okubo, non miei...