23. Black list

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La sveglia era già suonata da un pezzo, ma Maka era rimasta a letto con gli occhi inchiodati al soffitto. Non riusciva a non pensare a quella ragazza e a Soul. Sembravano così felici insieme, e lei era così bella...

Maka si rigirò su un fianco, abbattuta.

Era sempre stata insicura del suo aspetto. Si sentiva goffa, si vestiva male, non sapeva truccarsi ed era piatta come una tavola. Temeva più di ogni altra cosa il confronto con le altre ragazze che aveva frequentato Soul. E se ripensava a Blair, poi, quella donna era l'equivalente di un felino.

Se soltanto non fosse stata così egoista a pensare solo a sé stessa, a quest'ora non sarebbe a letto a piangere come una bambina.
Ecco cos'era la vera gelosia. Non aveva alcuna speranza di vincere. Si era giocata tutto in pochi istanti, sicura di sé, come a una partita di poker. E aveva perso.

Sarebbe scoppiata a piangere, se non fosse suonato il campanello. Maka uscì dalle coperte calde e si infilò le ciabatte per correre ad aprire.
Per una frazione di secondo sperò fosse Soul, anche se sapeva che era Tsubaki. Aveva detto che l'avrebbe portata in un bel posto per farla distrarre.

«Buongiorno!» disse allegra quando la bionda le aprì.

«Mi presti un po' della tua felicità?» bofonchiò Maka, facendola entrare.

Tsubaki si fermò davanti all'attaccapanni. 

«Non hai ancora visto il video coi gattini che ti ho mandato?» chiese.

Maka corrugò le sopracciglia. «Mi hai mandato un video coi gattini?».

Tsubaki inclinò la testa. «Li guardi i messaggi ogni tanto?».

«Vado subito!» esclamò Maka, sbrigandosi a prendere il telefono.

Tsubaki scosse il capo e ridacchiò, riponendo la giacca e andando in salotto. La bionda la raggiunse dopo qualche minuto con un grosso sorriso sulle labbra.

«Sono bellissimi!» pigolò.

«La gatta della mia vicina ne ha partoriti sei» disse Tsubaki. «Ne vuoi uno? Dopo lo svezzamento li vuole dare via».

Maka si morse il labbro.

«Ho sempre voluto un animale domestico... però non so se ho tempo...».

«Può essere terapeutico» la incoraggiò la corvina. «Pensaci».

Maka annuì perplessa. 

«Ah, dove mi vuoi portare?».

«Giusto! Vestiti pesante perché batterà un po' di vento».

La bionda strizzò gli occhi.

«Che hai in mente?».

Tsubaki allargò il sorriso. «Vedrai».


Tre ore dopo, Tsubaki fermò l'auto in un parcheggio mezzo vuoto e Maka, analizzando il panorama, capì che l'aveva portata sulla spiaggia.

«Ta-da!» canticchiò la corvina, slacciandosi la cintura. «Hai detto che non ci venivi da molto, perciò eccoci qui».

Maka guardò l'amica con sorpresa. Aveva fatto tutti quei chilometri di strada solo per lei!

«Giuro che ti restituisco i soldi della benzina...».

«Ma smettila!» ridacchiò la corvina. «Mi puoi ripagare semplicemente con un bel sorriso».

Gli angoli della bocca di Maka si sollevarono in automatico.

«Debito saldato» scherzò Tsubaki, aprendo la portiera dell'auto.

WRECK [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora