20. Scappare dai problemi

282 16 53
                                    

«E così sei tornato» disse Wes, appoggiando il gomito al tavolo e la guancia sul palmo. «Chi l'avrebbe mai detto».

Soul rimase in silenzio, avvicinando la tazzina del caffè alla bocca.

Nemmeno ventiquattro ore in quella casa, e Wes non aveva perso l'occasione di fare lo stronzo. L'aveva pure svegliato prestissimo per invitarlo a fare colazione con lui.

«E Maka? Come sta?».

Soul strinse le dita intorno alla tazzina e bevve.

«Chi?» disse indifferente, intanto che afferrava un croissant dal carrello di servizio che gli aveva portato la domestica. Poteva giurare che lassù ci fosse cibo per un'intera settimana. La sua famiglia era proprio sprecona.

«Mh, capisco» sogghignò il fratello. «Alla fine ha ascoltato il mio consiglio e ti ha lasciato».

«Stronzo. Non mi ha lasciato» borbottò Soul, affondando i denti nella pasta ancora tiepida. Le parole di Maka gli risuonarono nella testa senza che lo volesse.

«Be', deduco che trasferirti di nuovo con mamma e papà implichi che qualcosa sia andato storto nella tua vita, non è così?».

«Deve per forza?» lo sfidò Soul.

Wes assottigliò le labbra e sorrise.

«Allora, se non è successo niente, sono contento che ti sia tornato il buon senso».

Soul lo guardò storto. Wes portava una camicia bianca e sfoggiava con orgoglio il suo Rolex mentre prendeva la caraffa del caffè.

«Volevo parlarti del matrimonio. Te ne sei andato quando mi sono proposto a Lea, ma vorrei che ci fossi almeno per i preparativi della cerimonia» spiegò lui, riempiendosi la tazza. «Ne vuoi un altro po'?».

Soul scosse la testa. «Sono a posto».

Wes ripose la caraffa e tornò a guardare il fratello.

 «Voglio che tu mi faccia da testimone».

Soul alzò stupito le sopracciglia. 

«Perché, non hai amici?».

Wes sospirò stanco. Aprì bocca per replicare ma gli squillò il telefono. Lo prese dalla tasca dei pantaloni e lo portò all'orecchio discutendo brevemente con una voce femminile che Soul riuscì appena a sentire. Il fratello agganciò la chiamata e si alzò infilandosi la giacca marrone di pelle. Soul seguì i suoi movimenti con apatia.

«Problemi?» domandò poco interessato.

«Lea sta spostando dei mobili nella nostra nuova casa. Le ho detto di aspettarmi ma fa sempre di testa sua» soffiò Wes, aggiustando le estremità delle maniche. «Mi ricorda qualcuno» aggiunse, spostando gli occhi su Soul.

«Ti trasferisci per sempre, quindi?».

«Mi toglierò finalmente dai piedi. Bello, vero?».

«Povera Lea, più che altro».

Wes ghignò e gli posò una mano sulla testa.

«Buona giornata, piccolo stronzo» salutò.

«Buona giornata, spero ti si spacchi il Rolex».

Wes gli scompigliò i capelli e uscì dalla sala da pranzo, rivolgendo un cenno a Fang che sorvegliava la porta.

«Testa di cazzo» borbottò Soul, rimettendosi la chioma a posto.


❖ ❖ ❖


WRECK [Soul Eater]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora