•Capitolo 30 - Dolce amore• [IN REVISIONE]

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Gli facesti uno spazio per farlo coricare accanto a te. Eri ancora molto confusa per quello che ti aveva mostrato la donna.

-Mio padre, quindi, aveva un potere... - pensasti.

Si distese accanto a te mantenendo una certa distanza. Spense la luce e piombò il silenzio. Ti sentivi in colpa per quanto successo prima che ti rapissero qualche ora prima. Anche lui si sentiva in colpa. Le parole che ti aveva rivolto non volevano lasciargli un secondo di pace.

«Senti (t/n)...» mormorò il ragazzo guardando il soffitto. Ti voltasti verso di lui. «Volevo solo scusarmi per quello che ti ho detto ieri sera. Non intendevo davvero tutto quello che ho detto.» i suoi occhi si inumidirono. «È solo che... avevo paura di perderti...»

Ridacchiasti. «E come mi avresti persa? Nel biglietto c'era scritto di non farmi toccare un ragazzo. Mica mi avrebbe uccisa!»

«Si, ma... sono stato un coglione. Mi dispiace.» gli scese una lacrima, ma tu non riuscisti a vederla per il buio.

Sorridesti andando a guardare il soffitto. Portasti la mano sotto le coperte alla ricerca della sua. Appena la trovasti gliela stringesti e lui ti guardò confuso. «Non preoccuparti. Per quanto sia ancora arrabbiata con te per avermelo nascosto, suppongo che avessi le tue buone ragioni.» stringesti di più la presa come per trovare il coraggio di continuare. «Nemmeno io voglio perderti.» ti girasti verso di lui con il viso arrossato. «Spero non accadrà più una cosa del genere.»

Lui era senza parole. Voleva abbracciarti e stringere il tuo corpo al suo, ma sapeva che non era il caso. Gli stavi già stringendo la mano e quello era molto di più di quello che potesse immaginarsi dopo quello che era successo.

Il suo senso di colpa svanì. Averti lì accanto a lui lo faceva stare bene. Era come se tutto il mondo si fosse fermato. Una parte di lui voleva che quel momento non finisse mai. Non voleva lasciare andare la tua mano; pensava che se l'avesse fatto ti avrebbe persa nuovamente.

Anche una parte di te lo desiderava, ma non emetteste più alcuna parola. Vi godeste solamente quel momento di tranquillità mano per mano l'un l'altra.

Ancora stringendo la sua mano, ti addormenti, e stessa cosa fece lui.

-

Come apristi gli occhi ti trovasti la vista oscurata da dei capelli. Mettesti a fuoco, notando che erano i capelli di Cinque. Durante la notte vi eravate avvicinati più del dovuto. Stringevi ancora la sua mano, mentre con il braccio libero lo abbracciavi da dietro. Lo volevi fare già prima di andare a dormire, ma non ebbi il coraggio. Pensavi che non era il caso in quel momento dopo quanto successo e per quanto sapessi che anche lui lo volesse, riuscisti a contenere il tuo affetto in quella presa stretta.

Lui stava ancora dormendo, ma stava stringendo la tua mano non intenzionato a mollarla.

Ti avvicinasti di più a lui, attaccando il tuo petto alla sua schiena e stringendolo in quel piccolo gesto affettuoso. In quel momento lui aprì gli occhi, ma non si mosse. Come te si godeva ogni minimo secondo.

Tornaste tutti e due a dormire, svegliandovi solo venti minuti dopo per dei rumori.

Ti alzasti dal letto dirigendoti verso il corridoio. Ti fermasti sulla porta appena notasti l'origine dei rumori.

«Mamma?» esclamasti. «Pensavo che stessi già dormendo da un pezzo!» ti avvicinasti a lei, notando che era ubriaca. «Santo cielo che puzza d'alcol. Ma quanto hai bevuto?»

«Acqua.» mentì spudoratamente mentre si reggeva appena in piedi.

«Ho chiesto quanto non cosa.» precisasti.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝𝐑𝐞𝐝 - [~Five X Reader~]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora