•Capitolo 34 - Lacrime• [IN REVISIONE]

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Dopo poco sentisti dei passi scendere giù per le scale, rivelando poi tutti e sei i ragazzi, di cui davanti a tutti Allison.

«Cosa... cosa è successo? Sta bene ora?» chiedesti confusa.
«(t/n)... mi dispiace...»

Serrasti gli occhi sulla figura della ragazza. Eri sicura che non intendesse quello, ma qualcos'altro.
Non poteva essere che così. Tu avevi interpretato male la frase ed eri giunta a conclusioni troppo affrettate.

«Cosa... cosa intendi?» guardasti tutti i presenti.
«Cinque è...»

Non ascoltasti il resto della frase, tant'è che corresti al piano di sopra, rischiando anche di cadere per il capogiro che avevi.
Apristi la porta di camera tua, notando il ragazzo disteso immobile nel tuo letto. Ti avvicinasti a lui tremando. Tremavi perché non era possibile una cosa del genere.
Lui non era morto; stava solamente dormendo beatamente per riprendersi dai colpi che non gli sono stati fatali.

Allora perché era così pallido?

Avvicinasti la tua mano alla sua.
Perché stava diventando sempre più freddo?
Un corpo umano dovrebbe essere caldo, quindi perché era in queste condizioni?

Sapevi più che bene il perché, ma non volevi ascoltare quella vocina nella tua testa. Lui non morirebbe mai per così poco, o forse era solo una tua convinzione per non affrontare la realtà. Anche perché i colpi non erano per niente pochi.

«(t/n)...?» Klaus entrò nella stanza, affiancandoti e mettendoti una mano sulla spalla. «Lui è...»
«No. Non è morto.» ti voltasti verso di lui. «Avremo visto il suo spirito...!»
«Forse è passato oltre... per questo non è qua.»
Scuotesti la testa. «Ha delle questioni irrisolte. Non sarebbe mai andato via...» tornasti a guardare Cinque.

C'era ancora speranza, giusto?
Potevate ancora salvarlo, solamente che non sapevate come.

Guardasti le coperte del tuo letto sporche del suo sangue, come d'altronde lo eri tu. I tuoi vestiti erano macchiati e non facevano altro che ricordarti ogni secondo di chi fosse la colpa.
Allontanasti la mano dalla sua, andando poi verso l'uscita della stanza. Non saresti rimasta altro tempo in quella stanza. Non ci saresti riuscita. La tua camera non era più un luogo di bei ricordi, ma il luogo della morte di Cinque.

-Non può succedere veramente...

«(t/n)? Dove stai andando?»

Ignorasti la voce del ragazzo, andando a chiuderti nel bagno.
Eri... sporca e volevi lavarti via ogni tipo di sangue, sia tuo che suo.
In meno di una settimana avevi ucciso tre persone, e tutte e tre ti tormentavano. Quei due erano morti per legittima difesa, ma Cinque no. Lui si è buttato sopra di te e si ha preso tutti i colpi. Colpi che avresti dovuto prendere tu.

-Perché non io?

Le stesse cose, le stesse identiche cose ti viaggiavano da una parte all'altra della testa. Provavi a ricordare qualche ricordo... felice. Ma non c'era niente di felice nei tuoi ricordi. C'era solamente l'immagine di te stessa che toglievi la vita a quei due, e in primo piano Cinque. Tu eri ferma. Immobile. Non riuscivi a muoverti, né in quel momento, né nel momento in cui sparavano. Il senso di colpa era troppo. Troppo per riuscire a stare ancora lì. Ma dove potevi andare?
Non avevi idea di che ora fosse, nemmeno quanto tempo fosse passato da quando avevate varcato la porta di casa. Non sapevi niente; avevi perso la cognizione del tempo.

Era ancora lunedì o era iniziato un nuovo giorno? Ma poi, importava davvero?

No, non ti poteva importare di meno di che giorno fosse, se ancora il tre novembre o il quattro.
Speravi in un miracolo. Una cosa impossibile. Speravi che quel cuore che il ragazzo teneva dentro, avesse ripreso a battere all'improvviso. Ma ovviamente era una cosa abbastanza improbabile.

𝐁𝐥𝐨𝐨𝐝𝐑𝐞𝐝 - [~Five X Reader~]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora