Nessuna possibilità di fuga

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..Dopo quella notte, Hanya, era visibilmente più preoccupata. Non si recò alla stazione di polizia per esporgere denuncia ma, chiamo Michael che le avrebbe potuto dare una mano. Purtroppo il telefono di Michael risultava spento, e non poteva fare altro che attendere una sua chiamata. Decise quindi di tornare a casa, e così, ringraziando Megan per l'ospitalità, andò via. Una volta arrivata a casa poteva rilassarsi, una doccia calda e la colazione l'avrebbero rinvigorita. Era una giornata di sole, nonostante ci fosse freddo essendo ancora in pieno inverno. Hanya continuava imperterrita a contattare Michael, ma nulla, risultava sempre spento. Si sentiva in ansia ma lasciò scorrere il tempo. Passarono le ore ma di lui nessuna traccia ancora, decise così di smettere di provare a chiamarlo. Era quasi l'ora di pranzo per Hanya che, intenta a cucinare, venne distratta da qualcuno che bussò alla porta. Hanya pensò subito fosse Michael e aprì senza troppi indugi.  Fuori la porta però non si trovava Michael, ma un certo Jeffrey.

H-"salve, cerca qualcuno?"

J-"Hanya, sono io. ci siamo incontrati a Philadelphia al cimitero"

H-"non ho nessun ricordo di te, probabilmente ..... Hey, tieni giù quella pistola"

J-"inginocchiati, e nn provare a muoverti"

Jeffrey passò dietro Hanya inginocchiata e con le mani alzate quando imbevendo un fazzoletto di seta col narcotico, la fece addormentare. Senza farsi vedere la prese di peso e la mise distesa sui sedili posteriori di un grosso fuoristrada e le condusse fuori città, in una grande villa appartenente alla famiglia Smith. Hanya non si accorse di nulla e venne messa in una stanza al terzo piano con un solo lucernario difficile da raggiungere e senza niente, solo un materasso per terra. Venne svegliato da un uomo, lo stesso della sera prima che inveiva contro di lei. Hanya non ebbe nessuna forza di reagire. Quell'uomo gli aveva strappato i vestiti di dosso, ridendo della ormai poca e nulla considerazione che aveva di lei. Lei tremava, tremava dal freddo in quella stanza vuota, senza nemmeno una coperta. Le venne data più tardi. Quell'uomo comandò ad altri di farne ciò che volevano ma non dovevano ucciderla. Per l'uomo era solo una punizione squallida. Quegli uomini abbusarono senza sosta della povera Hanya, picchiandola e ridendo di lei, non più tanto Potente. Hanya venne picchiata e lasciata lì, ricoperta di sputi, insulti e con una sola coperta per potersi coprire. Il viso tumefatto e dolorante, aveva trasformato l'aspetto splendido di Hanya. Si guardava attorno e non poteva fare nulla, era senza alcuna via di fuga. Non riusciva a pensare a nulla, non poteva chiedere aiuto, nessuno l'avrebbe sentita. La lasciarono lì, al buio e senza cibo. Sarebbero tornati la mattina seguente quando le diedero la colazione che Hanya nonostante tutto, riuscì a buttare giù dalla fame. Poco dopo entro nuovamente Jeffrey e piegando le ginocchia e posando due dita sul mento di Hanya affinché lei alzasse la testa disse:

J-"Allora? hai ancora intenzione di fare di testa tua o hai deciso di partire e quindi di fare di testa mia? guardati, non servi più a nessuno e se ti ostini morirai qui. "

H-"non andrò da nessuna parte. Sono sicura che se mi fai fuori, finirai i tuoi anni in galera"

Jeffrey sospirò, finse di voltarsi per andare via quando di scatto si voltò e gli sferrò un calcio all'addome facendo piegare Hanya dal dolore.. Sarebbero stati per lei giorni di grande sofferenza. 
il secondo giorno di sequestro appariva già tragico per lei, debole e spossata. In quella stanza Lei doveva mangiare, urinarie e defecare, la puzza era già tremenda. I soliti uomini entrarono per versargli sopra dell'acqua ma non facevano altro che peggiorare la situazione. Arrivò un terzo uomo, forse con più animo di tutti e si trovò davanti una scena alquanto raccapricciante. Così provo a convincere Jeffrey di farla uscire, di darle la possibilità di un bagno e dei vestiti altrimenti sarebbe morta. Quell'uomo accettò, ma Hanya doveva essere sorvegliata a vista. Non avrebbe avuto nessuna possibilità di fuga, mai sarebbe rimasta da sola, nemmeno nei momenti di bisogni fisiologici, sempre controllata affinché non provasse a scappare. Quegli uomini erano pagati profumatamente da Jeffrey, e se avessero mancato anche una sola sua volontà per quanto riguardasse Hanya, avrebbero rischiato punizioni peggiori.

Hanya tra sesso e cattiveriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora