Capitolo 1 (Revisionato)

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Tre mesi dopo


Quanto mi assomigliava il mare.
Caotico e quieto. Sereno e tempestoso.
Ma anche silenzioso.
Non mi stancherei mai di contemplarlo.

In questo pomeriggio soleggiato avevo solo un obbiettivo: godermi la compagnia della solitudine. Non era così terribile come pensavo, mi permetteva di stare con me stessa, di conoscermi meglio.

Ad un certo punto mi fermai e mi sedetti su una panchina di legno. Chiusi gli occhi lasciandomi cullare dal suono delle onde in sottofondo e dal vento che scompigliò i mie capelli rossi.
In quel momento pensai a come la mia vita fosse cambiata. Un cambiamento che mi stava permettendo di costruire le basi del mio futuro. Anche se, purtroppo, lo vedevo ancora grigio. Il mio pessimismo non se ne era andato, anzi continuava a vivere dentro di me. Ammirai il panorama di fronte a me e un sorriso distese le mie labbra. Faticavo ancora a crederci che erano trascorsi già tre mesi, da quando io e Ronan avevamo lasciato Waterford. Eppure mi sembrava ieri che ci eravamo trasferiti a Salthill, un piccolo villaggio che faceva parte della contea di Galway. Avevamo scelto questo posto perché ci ricordava la nostra prima vacanza.

Due settimane in cui avevo compreso ancora di più quanto fossi fortunata ad avere nella mia vita Ronan. E sotto a un cielo stellato ci eravamo promessi che un giorno ci saremmo ritornati. Ammisi che non era stata facile la ricerca della casa, avevamo fatto molto fatica, in quanto le nostre finanza erano molto limitate. Ma alla fine eravamo riusciti a trovare un bilocale in affitto con un ampio giardino.
Quanto era volato veloce il tempo.

Scrollai la testa e mi alzai dalla panchina, proseguendo lungo la Promenade, che costeggiava la baia di Galway fino a Salthill. Mi imbattei in molti turisti che si fermavano a fotografare la bellezza di questo paesaggio. Mi piaceva venire a passeggiare qui, per la vicinanza con il mare e poi per il fatto che nell'aria aleggiasse quel profumo di salsedine che mi avvolse per tutto il tragitto. Ad un certo punto mi bloccai quando vidi una Harley Davidson rossa e nera parcheggiata vicino al cordolo del marciapiede.
Anche se non me ne intendessi molto, mi avvicinai per studiarla meglio.

Potei dedurre che fosse d'epoca, in quanto ne aveva una simile il mio vicino di casa. Sfiorai lo stemma senza smettere di sorridere. Fin da bambina avevo sempre avuto un debole per i veicoli a due ruote. Ed ero sempre stata dell'idea che una moto non fosse solo un pezzo di ferro, ma molto di più, una delle poche cose nella vita capace di regalarti libertà e indipendenza; forse era anche per quello che mi sarebbe piaciuta guidarla, proprio per assaporare quella libertà.

Ero talmente presa dai miei pensieri da non essermi resa conto di non essere più sola.
Una voce roca, bassa e mascolina spezzò il flusso dei miei pensieri, riportandomi alla realtà.
«Bella vero?».
Mi voltai per vedere a chi appartenesse quella voce e rimasi ammutolita.

Porca miseria!

Davanti a me avevo il ragazzo più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita. Aveva dei capelli folti biondi, occhi grigi e con un leggero filo di barba che gli conferiva ancora più fascino, tanto quanto la sua camicia bianca che lasciava intravedere un fisico possente.
Alzai lo sguardo e lo vidi guardarmi con un sorrisetto divertito.

Arrossii violentemente dopo essere beccata che lo stavo osservando in modo insistente.
Mi schiarii la voce.«Sì... non sono un'esperta, però posso dirti che con una moto del genere ti dovresti ritenere fortunato».
Si avvicinò alla moto e iniziò a carezzarla lentamente.
«Oh mia cara mi sento molto, ma molto fortunato. Lei è la mia piccola. Unica in tutti i sensi».
«E la tua piccola, ce l'ha un nome?», gli domandai in tono sarcastico.
«No, non ancora», disse arricciando le labbra per contenere un sorriso, poi si mise al mio fianco, con le nostre spalle che si sfioravano e si abbassò alla mia altezza. «Potrei chiamarla come te, in fin dei conti i tuoi capelli rossi, richiamano il colore della mia moto», mi sussurrò con voce bassa, dannatamente sensuale, al mio orecchio.

Destini IncrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora