Capitolo 20

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Eccomi.

Appagata e felice.

E non mi sembra ancora vero, che la vita sta girando anche per me, dalla parte giusta.

Io e Declan, dopo la nostra chiacchierata, siamo andati veramente a casa sua.
Serro le gambe al pensiero di quando i nostri corpi, si sono uniti in una cosa sola.

Qualche giorno fa, non avrei mai pensato di averlo di nuovo così vicino. Con le nostre anime ricongiunte.

E i nostri cuori, due drogati che non possono vivere senza il battito dell'altro.

Accoccolata al petto di Declan, mentre lui mi lascia delle blande e delicate carezze sulla mia schiena nuda, mi sento nel posto giusto.

Non riuscivamo a staccarci, appena ci sfioravamo anche involontariamente, ricominciavamo di nuovo da capo.

«Hai fame?», chiede Declan spezzando questa quiete.
«Un pochino», gli rispondo lasciandogli un bacio sul petto e poi mi tiro su, con il lenzuolo che scivola delicato dal mio corpo, lasciandolo scoperto.
Mi siedo a cavalcioni all'altezza dei suoi fianchi.«Ma può aspettare», non riesco a fermare le mie dita che lambiscono la pelle del suo petto solido, soffermandosi sulla peluria dei suoi pettorali.
Gli accarezzo la spalla, non smettendo mai di guardare i suoi occhi.
Quegli occhi, che riescono sempre a mandarmi in pappa il cervello.

Le nostre iridi così diverse, sono allacciate di nuovo, pronte ad amarsi.
E niente e nessuno le separerà dalla loro unione.
Insieme danno vita a un caleidoscopio, così vivo, e luminoso.

Poi mi abbasso, con i miei capelli liberi che sfiorano la sua fronte, e strofino le mie labbra umide contro l'incavo della sua gola, ogni tanto ci soffio sopra.
Ho capito che quando glielo faccio, apprezza, facendolo eccitare ancora di più.

Faccio scorrere la parte soffice e piatta della lingua fino a raggiungere, leccandolo, il pomo d'amo, e poi il mento.
E quando chiude gli occhi mi spingo a far muovere la mia mano sempre più giù, vedo di sottecchi Declan osservarmi con occhi languidi e maliziosi.

«Mi fai impazzire», sussurra rocamente con il respiro sempre più affannoso.
Gli sorrido sornione.«Non sei contento?», reprimo una risata, mentre gli stuzzico con il pollice il suo membro.
«Sarei un idiota a lamentarmi», dice gemendo mordicchiandosi il labbro.
«Vorrei proprio vedere», e poi spingo la mano nella mia intimità per fare entrare solo la punta del suo membro dentro di me, e poi mi tiro su.

Lo faccio più volte, voglio accenderlo, fargli desiderare di più.
Stuzzicarlo.
Rendere il tutto ancora più divertente.
Le sue pupille si dilatano. Il suo respiro è sofferente.
È impaziente glielo leggo negli occhi.«Erin», impreca a corto di fiato, e quando capisco, che non ce la fa più, ruoto il bacino per farlo entrare in tutta la sua grandezza.

Il mio corpo trema per quanto lo desidera.
Una bramosia incontenibile, che scorre fino alle viscere.

Mi abbasso e unisco le mie labbra alle sue, e iniziando al contempo a muovermi piano.
Le nostre lingue si fondono completamente, in modo disinibito.
Si toccano, si esplorano e quando trovano il ritmo, si lasciano andare a una danza di passione.

Declan arpiona le sue mani nelle mie natiche, tenendomi ferma in una morsa, guidandomi nei movimenti.
Poi, si alza, e mi bacia, mordicchiami il collo, poi scende ad accarezzare il mio seno, venerandolo come solo lui sa fare.
Dà un colpetto con la lingua ai miei capezzoli, e li mordicchia leggermente.
Porto la testa all'indietro con il piacere che offusca la mia vista.

Destini IncrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora