Capitolo 14

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È il sole che filtra dalla finestra, scaldandomi il viso a svegliarmi.
Apro lentamente gli occhi, per adattarmi alla luce. Sbadigliando mi stiracchio e mi alzo dal divano.

I miei occhi si posano sul letto, e subito, si fa vivo il ricordo di quello che è successo ieri notte.

I nostri corpi che si sfiorano, si cercano, si esplorano, creando una coreografia meravigliosa.
Siamo un'unica cosa.
Un incastro perfetto.
E, ritorna tutto.
Prepotentemente.

Sobbalzo quando sento la porta del bagno aprirsi, e vedo Declan uscire coperto solo da un misero asciugamano.
Avvampo all'istante, anche se l'ho già visto nudo, mi sento ancora leggermente in imbarazzo.
Perché, non so come si evolveranno le cose tra i noi due.
Deglutisco.«Buongiorno», bofonchio con voce ancora assonata, e cercando di non sbavare, anche se risulta difficile.
Lui non risponde, mi ignora completamente mentre prende le sue cose e poi, ritorna in bagno.

Con uno scatto rapido, mi tiro su e lo seguo, mi fermo con le mani sui fianchi.« Ehi tutto bene?», gli sorrido ma, quando lui si gira, trasalisco davanti alla sua espressione.

Il mio sorriso vacilla.

Le sue labbra sono contratte in una linea dura e i suoi occhi mi stanno incenerendo. «Perché non sei voluta restare a dormire accanto a me?», poi aggiunge. «Ti sei pentita?», mi domanda mentre si spoglia e si cambia davanti ai miei occhi.

Provocandomi una fitta al pube che mi fa chiudere le gambe, se non fosse per la tensione che si sta creando, sarebbe tutto così eccitante.
«Erin, per favore rispondimi», questa volta il suo tono è più calmo.
«Io...».

Non doveva andare così.
Ecco perché tentavo di tenerlo distante da me.
Me lo sentivo che alla fine sarebbe successo questo.

Perché non riesco a dirgli la verità?

«Tu cosa?», ringhia frustato. «Sono stufo del tuo comportamento misterioso e schivo. Se non l'hai capito ancora, tu mi interessi, e ieri ho creduto...», si ferma mentre si mette le scarpe.« Che fosse stato importante anche per te, ma a quanto pare, non è così», fa una risata nervosa, e si scompiglia i capelli.

«Hai costruito il tuo muro così in alto, che nessuno può scavalcarlo.
Mi lascerai mai vedere cosa c'è dietro la tua corazza?

Perché io voglio vedere dentro. Ti voglio conoscere veramente. Non voglio essere solo tuo amico, perché non posso essere solo questo, quando sei in tutti i miei cavoli di pensieri.
Sei lì e non te ne vai.
Sei un pensiero fisso, di cui non mi riesco a liberarmi.
Sei dannatamente bella e non ti rendi di come mi fai sentire».

Annaspo in cerca d'aria e per calmare il mio cuore che sta martellando senza sosta.

Nessuno mi hai detto niente del genere.

D

ovrei dirgli che anch'io provo le stesse cose, e invece, da codarda qual sono, rimango zitta.«Avevi detto che non mi avresti messo fretta», lo sfido con calma, mentre le lacrime iniziano ad annebbiare la mia vista.

Un sospiro esasperato esce dalla sua bocca. «Lo so, ma ho capito che c'è una montagna tra di noi. Ho capito che c'è qualcosa di importante che mi tieni nascosto, e che non mi vuoi dire e non riesco a capire. Mi sembra di averti fatto capire che di me puoi fidarti».
Poi, poggia la sua mano sul mio fianco, attirandomi a sé.
Una lacrima solca la mia guancia, e lui prontamente me l'asciuga.

Le sue braccia mi cingono e il suo naso affonda tra i miei capelli.«Hai un dolore troppo grande da affrontare da sola. Non tenermi lontano. Così ti autodistruggi.
Piangi, urla, grida se vuoi. Parlamene, lo sai che non ti giudicherei mai», mi dice, come se fosse un ultimatum.

Destini IncrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora