Capitolo 19

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Finalmente gliel'ho detto.
Il nodo che mi teneva incatenata al passato, piano piano si sta slegando.
Ci vorrà ancora del tempo per uscirne, ma sono sulla buona strada per riuscirci.
Le parole dette un minuto fa, soffiano via con il vento lasciandomi per un attimo leggera.

Mi porto una mano al cuore, e quel dolore che attanagliava il mio petto, lo sento più leggero.

Sento Declan emettere un respiro profondo.

Gli ho rivelato tutto.

E sono rimasta piacevolmente sorpresa di non leggere neppure per una volta compatimento.
Ma, qualcosa che ancora non riesco a tradurre, oppure l'ho già fatto, ma al momento preferisco non pensarci, per non correre troppo e rischiare di ustionarmi.

Però, quando gli ho parlato dell'incubo, l'ho sentito irrigidirsi.
E mi sono subito allarmata.
Non ha ancora detto niente da allora, e la paura di un suo abbandono, scorre nelle mie vene.

La sua voce roca e più bassa del solito spezza questo agognante silenzio.
«Quando è successo?», sussurra lasciandomi anche un bacio sulla fronte, riuscendo con questo gesto a scacciare dentro me, i cattivi di pensieri di poca fa.
«Un anno fa».
«Immagino che questo sia un altro motivo, che ti ha portata ad andartene da Waterford».
Annuisco staccandomi dalla lui e dal suo calore, e allontanandomi di qualche centimetro.

Mi sto di nuovo, senza volerlo, chiudendo a riccio.
Mi strofino le mani sulle braccia, inizio ad avere anche freddo.
Poi, con la coda dell'occhio lo vedo alzarsi, e allora capisco che anche lui mi lascerà sola.

Forse si è offeso per il mio comportamento distante, oppure non è ancora pronto per sentire tutta la verità.
Cerco di non scoppiare a piangere, non ne ho per niente voglia.
Ho già dato abbastanza.

Poi, all'improvviso, sento le braccia di Declan cingermi da dietro, e le sue gambe allungarsi sfiorando ai lati le mie.
Quando sento il suo petto scontrarsi con la mia schiena, boccheggio e sento le guance andare a fuoco.

Il suo respiro solletica la pelle del mio collo.«Non ti allontanare da me, Erin. Sono qui e non vado da nessuna parte», bisbiglia vicino al mio orecchio e strofinando le sue mani calde come lava sulle mie braccia.

Ogni suo tocco è un brivido, che non riesco a non controllare.

Tiro indietro la testa e l'appoggio al suo petto, accoccolandomi meglio, avvolta in questo piacevole tepore.
«Ti va di raccontarmi cosa successe quel giorno?», chiede, strofinando il suo naso sul mio collo, provocandomi la pelle d'oca.
Mi schiarisco la gola.«Sì», poi aggiungo malinconica.«Non scorderò mai quel giorno. Come potrei».

Chiudo gli occhi, e lasciandomi tranquillizzare dalla melodia che crea il suo cuore per me.
Con fatica, mi lascio trasportare indietro a quel giorno.
Decisamente da dimenticare.


FLASHBACK

Un anno fa

Sbuffo esasperata mentre mi spoglio della mia divisa, e la ripongo dentro all'armadietto.
Quel maiale mi ha palpato di nuovo, e io come sempre devo mordermi la lingua.
La cosa che mi fa più schifo, è che tutti fanno finta di non vedere, e se notano qualcosa, si mettono a ridere, come se fosse un spettacolo divertente.
Quando vorrei andarmene lontano.
In un posto che non mi conosce nessuno, e riuscire a poter ricominciare.

Con il migliore amico, Ronan, parliamo molte volte di questo, ma ogni volta finiamo per bisticciare.
Perché io a differenza sua, non ho nessun che mi fermerebbe o chi soffrirebbe per la mia distanza.
Mentre lui ha i suoi adorabili genitori, ed è per questo che lo incito sempre a pensarci bene.
Ma lui testardo com'è, risponde che non mi lascerebbe mai sola.

Destini IncrociatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora