Capitolo 2 • Tempo

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Il tempo passo in fretta, e in un mese e mezzo Mikasa capì subito che quella non sarebbe stata una convivenza facile, Eren la trattava sempre come se avesse chissà quale potere su di lei, Mikasa rispondeva a tono e lui continuava. Spesso trovava i suoi boxer nel cesto della lavatrice, o le sue maglie buttate all'angolo del mobile del lavandino, i suoi prodotti per la barba invadenti che occupavano tutto il mobile, o le sue felpe di ogni colore possibile "ma cosa se ne fa di tutte ste felpe?". A volte però lo beccava a osservarla di nascosto, mentre lavava i piatti, mentre studiava, una volta lo aveva visto mezzo incantato sulla soglia della porta mentre lei era nel dormiveglia che cercava di capirci qualcosa. Spesso lo trovava addormentato sul divano, oppure in camera sua, le rare volte che entrava, la metteva in imbarazzo stare troppo nella camera da letto di un ragazzo, se poi il ragazzo è lui. Per quando riguarda l'atteggiamento era sempre lo stesso, però almeno era più divertente. Ciò che però Mikasa amava fare era spiarlo dal corridoio mentre si faceva il codino, ogni volta teneva l'elastico in bocca, mentre con le mani raccoglieva i capelli. Le sembrava un ragazzo molto interessante con una storia alle spalle, ma poi si ricredeva subito quando la stuzzicava con le sue battutine da pedofilo.

Dopotutto però impararono a conoscersi, ed a trovare un modo per convivere, probabilmente merito del loro segreto interesse reciproco. Mikasa capì subito che aveva un debole per Eren, ma forse non riusciva ad ammetterlo a se stessa, quel ragazzo l'avrebbe fatta impazzire.

Un pomeriggio dopo essere rientrata da una serata studio con Historia, Mikasa si fiondò in bagno per farsi una bella doccia rilassante dato che aveva tutte le ossa intorpidite. Appena aprì la porta, una nube di vapore scappò dalla stanza, rendendo visibile la figura all'interno. Mikasa intravide la schiena di Eren, ma ormai quando si accorse che era nudo, era troppo tardi.
"Oddio scusami, non ti avevo visto"
Disse imbarazzata coprendosi gli occhi.
"No tranquilla, non fa niente"
Prese l'asciugamano steso nel termosifone a parete, avvolgendoselo attorno alla vita.
"Apri gli occhi, sono coperto"
Riprese in bocca l'elastico, continuando nel suo intento.
"Oddio scusami"
"Tranquilla, non mi da fastidio"
"Mh"
Mikasa rimase immobile ad osservarlo, la sua schiena formosa, il bacino curvato in avanti, e le braccia robuste che legavano la folta chioma, gli occhi verde accesso che si riflettevano nello specchio, e la mascella pronunciata. Finché i suoi occhioni non si puntarono su di lei.
"Perché mi fissi?"
"Eh- no è che non ti ho mai visto con i capelli sciolti, sei sempre con la coda, anche quando dormi."
"Mi guardi mentre dormo?"
"No- cioè si- ma non apposta, vabe tra quanto finisci che devo farmi la doccia?"
"Bhe ho finito, mi vesto in camera"
Prese il telefono ed i caricabatterie attaccato alla presa vicino al lavandino, e il pigiama appoggiato sul termosifone posandolo sull'avambraccio.
Passò nel poco spazio tra la porta e la ragazza, sfregando il suo corpo contro quello di Mikasa, sentì i suoi pettorali sfiorarle il seno, per non parlare dell'estremità che sporgeva dall'asciugamano. In più Eren si fermò proprio davanti a lei e posando la sua mano sulla vita per avvicinarla, le diede un bacio sulla guancia dicendole all'orecchio "bentornata", per poi sviare nel corridoio, andando in camera sua. Mikasa li per li rischiò di svenire, con la mano si toccò la guancia e ripensò alla sue dolci labbra, ai pettorali roventi che l'hanno fatta rabbrividire, ed a come il suo corpo si era appoggiato su di lei, tralasciando quel piccolo ma enorme dettaglio. Quella fu la prima volta che Eren si avvicinò così tanto a Mikasa senza che lei lo fermasse.

Da quell'evento trascorsero più di due mesi, in cui presero confidenza, ed impararono a conoscersi, e mentre il loro interesse cresceva, pian piano si avvicinavano sentimentalmente e fisicamente.

Tempo dopo, Mikasa stava spostando la roba dall'asciugatrice nel cestello, così per ripiegarla e riporla nell'armadio. Andando in cucina, incrociò Eren intento a cercare qualcosa per fare merenda nella dispensa, incuriosito da ciò che stava facendo Mikasa, si mise a rovistare nel cestello.
"Che fai?"
"Piego la roba"
"Ma che roba è?"
Infilando la mano nel cesto.
"Sono le cose mie, non frugare"
Rispose Mikasa arrossendo.
"Anche questi sono tuoi?"
Tirando fuori dal cestello uno devi slip spinti di Mikasa. Eren gli ispezionò, e iniziò a prendere in giro Mikasa, che nel frattempo cercava di riprenderseli. Ormai seccata, prese il cesto e buttandolo addosso ad Eren, se ne andò in camera dicendo "se vuoi fare lo spiritoso, ripiegala tu la roba" accennando una lieve risata alla fine. Eren così, prese il cesto e si sedette sul divano intento a ripiegare la roba, si accorse poi, che era tutto intimo di Mikasa, e coprendosi il volto arrossato con la mano iniziò ad ispezionare ogni pezzo con imbarazzo e malizia. Dopo un po' gli venne una strana idea, prese l'ennesimo slip, questo era in pizzo rosa con la parte posteriore completamente trasparente, fatto con una retina che faceva intravedere tutto, lo strinse nella mano, chiuse gli occhi, lo avvicinò al naso ed inspirò, inalò il suo profumo, il forte contrasto col pungente odore del detersivo che gli pizzicava il naso, ma nesnche confrontabile al delicato ed ammaliante aroma di quella ragazza.
"Perché stai annusando le mie mutante?"
Eren sobbalzò e balbettò qualche scusa, Mikasa rise lievemente, e appoggiò sul tavolo la tazza che aveva in camera, dando le spalle al divano.
"E anche se fosse."
Sentì la voce profonda di Eren avvolgerle il collo, sentì il suo corpo robusto incastrarsi nella sua schiena, una mano si posò sul bordo del banco, mentre col bacino, la spingeva contro il tavolo. Le labbra si posarono sulla sua clavicola, e mentre con la mano le spostava i ciuffetti che le coprivano la parte posteriore dell'orecchio, i baci salivano, fino a che Mikasa non si girò, salì sul tavolo, ed avvolgendo le braccia attorno al collo di Eren, incrociò il suo sguardo. Lo stuzzicò con la punta del naso, e mentre si scambiavano il respiro dalle loro labbra desiderose, fino sa che qualcosa lo bloccò, la mano fredda di Mikasa si era posata sulla sua bocca, si staccò di colpo, si liberò dalle braccia di Eren, prese la tazza, la mise nel lavandino, e con il sogghigno se ne andò. Eren sentì di impazzire, strinse i pugni e tornò sul divano pensando "quanto cazzo è bella."

𝐴𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖... EREMIKA❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora