Capitolo 37 • Romeo e Giulietta

403 12 5
                                    

Mikasa entrò velocemente in casa, impaziente di vedere Eren, sulla soglia della porta, scrutò con aria pensierosa la stanza, fino a che non udì, il rumore della pioggerella provenire dal bagno. Avanzò lentamente, in direzione della porta, quando la aprì una nuvola di vapore abbandonò la stanza, entrò lentamente senza far rumore, vide una figura rosacea intravedersi dal vetro della doccia leggermente sfocato. Si avvicinò sempre di più silenziosamente, mentre si spogliava delle sue vesti, Eren si accorse della sua presenza solo quando sentì la porta della doccia aprirsi.
"Mikasa, sei rientrata?"
Non ricevette risposta, ma in compenso, percepì dei caldi e rigidi seni posarsi sulla sua schiena, delle mani delicate gli attraversarono le spalle, venendo sostituite da delle labbra che riconobbe all'istante.
"Che ci fai qui?"
"Volevo farti una sorpresa"
Mikasa continuò a baciare delicatamente il collo di Eren, mentre con il corpo cercava di infatuare la sua presenza strusciandosi sulla sua schiena scolpita. Eren si girò lentamente, incrociò lo sguardo di Mikasa, e per qualche secondo si perse in quel incantevole labirinto che erano i suoi occhi, ma poi, inconsciamente, rimase folgorato dalle sensuali curve davanti a lui.
"Non hai più la benda"
Affermò Mikasa mentre afferrava la mano ferita di Eren.
"La benda non si può bagnare, la rimetto dopo, tanto ho quasi finito."
"Bhe, io non credo"
Concluse posando la mano di Eren sul suo collo.
Eren la guardò intensamente, mente il solito sorrisetto ammiccante cresceva sul suo viso, si avvicinò alle sue labbra, ma Mikasa indietreggio lentamente fino a toccare il muro, rabbrividì al contatto con le piastrelle fredde, ma in quel momento non riusciva a pensare ad altro che alle goccia d'acqua bollenti che scivolavano sui suoi addominali, si sentiva andare a fuoco al solo pensiero che l'avrebbe stregata con le sue mani. Lasciò che le sue labbra secche venissero bagnate dalla sua saliva, lasciando le mani libere di vagare sul suo corpo, le sue dita che vagavo sui suoi fianchi la lasciavano impietrita, percepiva i suoi polpastrelli ardenti toccarle quasi le ossa, e riscaldare il suo corpo gelido. Eren prese in mano la situazione, e mentre le sue labbra saziavano Mikasa della sua voglia, le mani salirono sul suo corpo, controcorrente all'acqua, fino al suo seno, lasciò le sue dita vagare sul suo décolleté, stuzzicando il suo instinto, giocando con i capezzoli, facendoli diventare sempre più rigidi. Dopo aver percepito i gemiti di Mikasa, incombere nelle sue orecchie, lasciò le sue dita scorrere sul suo corpo, aiutate dall'acqua, arrivando al clitoride, tastò ogni angolo di quel posto angusto, fino a che non trovò il punto più delicato e debole del suo corpo. Iniziò a massaggiare con dei movimenti rotatori, sempre più veloci e frequenti, espandendosi anche con il palmo, cercando sempre di rendere il movimento sempre più sciolto e fluido, capì di aver centrato il punto giusto, quando le labbra di Mikasa non riuscivano più a baciarlo, dato che erano troppo impegnate a manifestare il suo piacere con dei striduli gemiti, e al sua schiena non riusciva più a toccare completamente le piastrelle, dato l'incurvatura impulsiva.
"Mi piace la tua voce"
Disse Eren, con la sua voce rauca e grave, mentre si godeva il viso arrossato di Mikasa.
"Stai zitto-"
"Come faccio, come faccio a stare zitto mentre la donna dei miei sogni si scioglie davanti ai miei occhi, impaziente di essere penetrata da me"
"Sei uno stronzo-"
La fulminò con il suo sorriso smagliante, mentre con due dita la lacerava dal piacere, lasciò i suoi polpastrelli sbattere nelle pareti umide, e portare i liquidi che si stavano formando sulle sue dita. Dopo aver condito la sua voglia con le grida di Mikasa, uscì da lei, facendole distendere i muscoli della schiena, le afferrò la mano posata sulla sua spalla graffiata, la marcò con i liquidi che teneva sulle dita, e la condusse verso il basso, posandola sul suo pene, lentamente le spostò la mano avanti e indietro, su tutta la lunghezza, pian piano aumentò la velocità, ed Eren posò l'altra mano sul muro, affianco al viso di Mikasa, mentre portava la testa indietro, facendo respiri sempre più corti e secchi. A un certo punto sentì l'altra mano di Mikasa posarsi sulla sua nuca, e spingerlo verso di lei, facendo ricongiungere le loro labbra, aumentando sempre di più la velocità, e mentre il suo viso corrucciato s'arrosava, iniziò a intravedere un erezione, così avvicinò i loro corpi, ed alzando una gamba di Mikasa, si fece spazio tra le sue coscie. Scambiarono l'ultimo sguardo, e mente i loro nasi alzati, sii sfioravano con la punta, ed Eren entrò in lei, fu un entrata cruenta ed animalesca, ripiena di tutta la foga del momento, Mikasa si sentì la gola bruciare dalle grida, ed il contorcersi dei muscoli la portò ad ansimare, sentiva il suo pene entrare entrare ed uscire sempre più velocemente, si sentiva lacerata e svestita del suo corpo, ogni secondo, ogni minuto, voleva durasse per sempre, come se non fosse mai abbastanza, come se volesse essere sua per l'eternità. Eren emetteva gemiti strozzati e secchi, il suo respiro caldo batteva sulle labbra di Mikasa, e le sue mani cercavano dove posarsi, il cervello era tutto scombussolato, gli ormoni gli mandavano la mente in tempesta, non riusciva a pensare ad altro che a lei, a come ansimava con quella sua voce angelica, a come le sue labbra si serravano alla fine di ogni spinta, a come i suoi capelli fradici si posavano sul suo viso, e a come il seno ondeggiava sul suo petto. Eren afferrò l'altra gamba e portò Mikasa più in alto, prendendola in braccio, e continuò a spingere, seguendo con le mani i movimenti rotatori del suo fondoschiena, Mikasa appoggiò la schiena sul muro, spingendo con la testa verso le piastrelle. L'impulsività portò Eren ad aumentare la velocità, rese il momento fresco e genuino portando sollecitazione nel movimento, sentì il cuore pompare sempre più sangue, facendo risvegliare il suo istinto più primordiale, serrò i denti e sollevò lo sguardo verso Mikasa, la vide strizzare gli occhi e sentì le sue dita serrargli i capelli, non riuscì più a pensare ad altro, "quando è bella", il loro momento di intimità finì con quella frase. Mikasa sentì i liquidi incombere dentro lei, e così non riuscì più a trattenersi, sentì una forte scarica che le fece contrarre tutti i muscoli, cento volte in un secondo, il ventre le bruciava quasi da provocarle dolore, ed il piacere le attraversava il corpo, mischiandosi al suo sangue. Mentre riprendeva fiato guardano il soffitto, sentì il viso di Eren posarsi sul suo petto, posò le labbra nella piega del seno, e delicatamente la rimise per terra. La bloccò poggiando un ginocchio sul muro, in mezzo alle gambe di Mikasa, e le mani suoi suoi fianchi, alzò la testa e la guardò negli occhi, si lasciò stregare da quelle striature grigiastre e serrò le labbra sulle sue.
"Ti amo"

Dopo essersi asciugati e vestiti, Mikasa era seduta sul letto, piegando quelle magliette, Eren entrò nella stanza mentre cercava di fasciarsi la mano.
"Vuoi aiuto?"
"Si, grazie"
Eren si sedette affianco a lei, posando la mano mezzo fasciata sulla sua.
"Perché mi guardi"
"Stavo solo pensando a quanto sei sexy"
Mikasa sorrise leggermente a quella affermazione, mentre girava la fascia attorno al palmo, sentiva lo sguardo malizioso di Eren su di lei.
"Non ci pensare, tra ieri e oggi non so dove mi hai distrutto di più."
"Mm ok"
Il silenzio inondò la stanza, fino a che il sorriso sul volto di Mikasa non scomparve, come se qualcosa le avesse fulminato la mente.
"Eren"
"Mh?"
"Prima...sono andata da Levi, e lui mi ha detto che avete già risolto e che non c'è nessun problema."
"Quindi te lo ha detto."
"Perché? Non avrebbe dovuto dirmelo?"
"Gli avevo chiesto di non dirtelo, non per un motivo specifico, volevo solo farti stare tranquilla senza metterti altre mille paranoie in testa"
"..."
"Di cosa avete parlato?"
Eren socchiuse gli occhi, come se avete tolto il focus, lasciò lo sguardo perso per qualche secondo per poi posarlo su Mikasa.
"Di tante cose...di te, di me, di noi, della nostra vita insieme, di lui e della sua vita dopo che mi sono trasferito, e della mia vita dopo, dopo la morte di mamma."
Rispose Eren con la voce strozzata, prendendo piccoli respiri tra una frase e l'altra. Mikasa notò subito lo sguardo assente di Eren, di come scrutava il muro con la mente su un altro pianeta, così legò la benda, con un piccolo nodino sul polso, e appoggiò la mano bendata sulla parte alta della sua coscia, alzò il busto, e posando una mano sulla nuca di Eren, avvicinò il viso al suo volto, solleticandogli le labbra.
"E glielo hai detto che mi scopi da urlo?"
"Mikasa."
Disse sorridendo leggermente, dopo aver posato lo sguardo nei suoi occhi. Mikasa si avvicinò, e senza mai perdere il contatto, si mise a cavalcioni su Eren, che ormai teneva entrambe le mani sul fondo della schiena.
"Dai sono seria, glielo hai detto come mi guardi, come mi tocchi-"
"Mikasa-."
Disse questa volta con la voce più ferma.
Si guardarono intensamente per qualche secondo, lasciarono le loro anime esplorare l'una il corpo dell'altra, tutto in un solo sguardo, impregnato di ogni goccia di saliva che si erano scambiati, e di ogni lacrima che hanno versato l'uno per l'altra, ogni istante passato insieme, era tutto rinchiuso in quel miserabile ed insignificante sguardo.
"A che pensi?"
"Penso a cosa sarebbe successo che non ti avessi aspettato."
"..."
"Saremo diventati la versione meno tragica di Romeo e Giulietta."
"Già"
"..."
"Mi aspetteresti altri 7 giorni?"
"Anche tutta la vita."

🎉 Hai finito di leggere 𝐴𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖... EREMIKA❤️ 🎉
𝐴𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑔𝑖𝑜𝑟𝑛𝑖... EREMIKA❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora