- Che succede capo? Quella faccia non mi piace per niente. - gli chiesi guardandolo dal basso, essendo ancora seduta sul gradino. Lui premette le labbra in una linea sottile, espressione che mi fece preoccupare ancora di più.
Davide lanciò uno sguardo ad Aurora e lei si alzò, dopo avermi messo una mano sulla spalla con tutto l'affetto che quel gesto poteva racchiudere. Io aggrottai le sopracciglia e guardai di nuovo il mio capo.
- Andiamo nel mio ufficio. - mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi, e il mio respiro si fece irregolare. Avere persone chiaramente ansiose e preoccupate attorno a me mi faceva pensare al peggio, e il fatto che Davide non parlasse stava contribuendo ad aumentare la mia ansia.
Arrivammo nel suo ufficio ed io mi sedetti come al solito nella poltrona di fronte alla sua.
- Mi dispiace Emma, davvero. - mi disse Davide, aprendo una rivista sulla sua scrivania in modo che la potessi leggere.
Al centro della pagina c'eravamo io e Marco, una foto presa dall'ultima festa a cui avevano partecipato insieme, ma questa era spaccata in due dividendo il nostro abbraccio. C'era anche una mia foto con Michele il siciliano poco prima che arrivasse Marco. Mi bastò leggere il titolo e vedere quelle foto per capire di cosa trattasse quella sottospecie di articolo.
Poggiai le mani sulla scrivania e mi spinsi all'indietro con la poltrona, girandomi completamente per non vedere quel giornale.
- Emma, è vero? - mi chiese Davide con la voce più sottile e delicata che avessi mai sentito. Sembrava quella di mia madre quando mi veniva a svegliare la mattina il sabato a mezzogiorno. Era come se avesse paura di rompermi definitivamente, come se gli dispiacesse svegliarmi e riportami alla realtà, proprio come faceva mia madre.
Io presi un bel respiro e spalancai gli occhi quando mi resi conto che non avevo nemmeno lacrime da ricacciare indietro. Non mi veniva nemmeno più da piangere, avrei voluto solo strappare quella poltrona con le unghie.
Mi girai lentamente di nuovo verso il mio capo e annuii solamente.
Lui sbuffò e si passò la mano sul viso come se fosse sudato.
- Beh allora mi dispiace il doppio. Non ho molto sentito Marco in questo periodo, e non immagino nemmeno cosa lui stia passando per via dell'azienda. Sono sicuro però che tu abbia fatto il possibile per prenderti un po' del peso che porta sulle spalle. Vedrai che tornerà, e si accorgerà che mettere il lavoro al primo posto lo porterà lontano, ma lo lascerà da solo. Credimi, lo dico per esperienza. Si renderà conto che non sarà il successo dell'azienda a renderlo in grado di starti accanto, ma viceversa. Ha bisogno della tua presenza, per poter reggere allo stress, anche se ancora non lo sa. - mi sorrise come avrebbe fatto mio padre, il quale però era incazzato nero con Marco, e non poco. Mia madre invece mi aveva detto più o meno le stesse parole di Davide, come quelle che infondo mi avevano detto la signora Bianca, Aurora e Marta. Erano tutti sicuri che Marco sarebbe tornato, perché quando è amore è così che va finire. Io però non ero così sicura che Marco fosse innamorato sul serio. Non dopo il suo comportamento nelle ultime settimane.
- Non devi dispiacerti, tutte queste persone che si dispiacciono mi fanno venire la depressione. Sembra che Marco sia morto... - dissi con un tono gelido e sarcastico che probabilmente spaventò il mio capo, data la sua espressione.
- Ma come fai a sapere tutte queste cose?! - gli chiesi, visto che dalle sue parole lui sapeva già il motivo della famosa "pausa di riflessione".
- C'è scritto tutto qui. - fece spallucce lui, indicandomi la rivista aperta sulla scrivania.
Io aggrottai le sopracciglia, incredula. Com'era possibile che una rivista di gossip avesse i dettagli su una storia così privata?
- Non c'è scritto che ci siamo allontanati perché a quella festa sono stata vista con Michele? - gli chiesi confusa.
- No Emma, c'è scritto tutto nel dettaglio. Leggilo e dimmi se è la verità. - mi indicò di nuovo la rivista, costringendomi a quel punto a leggere l'articolo per davvero.Quando finii di leggerlo alzai gli occhi sul mio capo, terrorizzata. Mi sentivo ancora più nuda di quando erano uscite le nostre foto in vacanza, violata della mia privacy, come se fossi stata derubata. Derubata delle parole che ci eravamo scambiati con Marco, dei miei sentimenti, della mia vita.
- Come è possibile che qualcuno là fuori sappia queste cose?! - sussurrai ancora incredula.
- Questo me lo devi dire tu. Sono sicuro che sia lo stesso giornalista che ha fatto pubblicare le vostre foto alle Maldive. - Davide sembrava piuttosto determinato a scovare chi fosse questo giornalista senza un minimo di rispetto.
- Come faccio io a saperlo... - mormorai, e il mio cervello iniziò a passare in rassegna gli ultimi eventi per cercare un volto che potesse essere responsabile.
- Pensa, Emma. C'è qualcuno con cui ti sei sfogata, con cui hai parlato di Marco di recente? A chi hai raccontato la vostra ultima discussione? - mi chiese il mio capo, sembrava un interrogatorio in questura.
Leggevo nei suoi occhi la voglia di mettere fine a quell'incubo, ed era in questi momenti che apprezzavo Bianchi per quello che era. Avrebbe potuto tranquillamente approfittare di questi pettegolezzi, che io e Marco fossimo in prima pagina sarebbe stato un vantaggio per lui, economicamente parlando. E invece sembrava più avvilito di me e disposto a tutto pur di scovare la talpa.
- Mmh, a Marta e ad Aurora. - mormorai ovvia, dato che non andavo mai a raccontare fatti così personali a persone non importanti per me. Sicuramente ne era a conoscenza anche Bianca, la segretaria di Marco, ma a lei le cose non bisognava raccontarle. Lei capiva tutto ciò che succedeva in azienda, e non avendomi più visto accanto a Marco doveva aver capito.
Mi drizzai sulla poltrona di colpo, come se avessi preso la scossa.
- Ne ho parlato a cena con Marta, e il suo fidanzato. Ho raccontato tutto nei dettagli. - dissi, e all'improvviso mi sentii mancare il respiro.
Non poteva essere lui. Speravo con tutto il mio cuore che non lo fosse.
- E che tipo è? - mi chiese Davide, prendo carta e penna.
- Lo abbiamo conosciuto alle Maldive. Siamo stati insieme gran parte della vacanza, è spagnolo, si chiama Manuel ma non so il cognome. Dice che fa l'aiuto cuoco in una trattoria qui a Roma ma non mi hai mai detto il nome. Anzi, da i discorsi che fa a volte sembra che sia più un lavapiatti, però si presenta con delle moto che costeranno più di casa mia. - dissi, e ad un tratto tutti i miei sospetti sembravano finalmente avere un senso.
- Ci penso io. - mi disse lui, prendendo il telefono.Ero con le gambe all'aria sdraiata sul letto, che davo pugni al materasso come per scandire i secondi che passavano. Spettro mi guardava dalla soglia della mia camera con sguardo curioso, chiedendosi probabilmente a che gioco stessi giocando.
- Ciao tesoro. - sorrisi al mio cane quando mi accorsi di lui. Forse accarezzarlo sarebbe servito di più rispetto ai pugni sul letto.
Lui recepì quelle parole come un invito, e camminò con passo felpato fino ai piedi del mio letto, cosicché lo potessi accarezzare.
- Il fatto che tu sia l'unico nella mia vita che sono sicura non mi tradirà mai, non so se sia rassicurante o meno. Insomma, è triste il fatto che non ci si possa fidare di nessun essere umano. Allo stesso tempo però mi ritengo fortunata, perché alcuni essere umani non hanno nemmeno un cane. Cosa farei io senza di te? - gli feci gli occhi da cucciolo, e lasciai penzolare la testa fuori dal letto. Dopo essermi fatta lavare la faccia da Spettro, zompai in piedi quando sentii il mio telefono squillare.
- Davide? - chiesi con la tensione alle stelle.
- È lui Emma, si chiama Manuel Rinaldi e fa il giornalista. - mi rispose con voce dispiaciuta.
- Come cavolo hai fatto? - chiesi io, che invece stavo quasi ridendo. Insomma, era stata sicuro una delle delusioni più grandi, ma almeno l'avevo scovato. E ora lo avevo in pugno.
- Beh te l'ho detto che ho un investigatore privato, gli è bastata fare qualche chiamata. Ti serve per caso anche un avvocato? Credo che dovresti denunciarlo. - mi disse piuttosto serio.
- Emma Guerra è l'avvocato di se stessa. Grazie, sei il capo migliore del mondo. - gli dissi sorridendo, pur sapendo che lui non mi potesse vedere. Chiusi la chiamata e ne feci subito un'altra.Lo vidi arrivare dal fondo della strada, gli avevo detto che Marta non era in casa (l'unica cosa vera) e che avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno perché stavo troppo male per Marco. Sapevo che non si sarebbe fatto sfuggire un'occasione così per scrivere un altro bell'articolo dei suoi.
Lo salutai con due baci sulla guancia e con un sorriso super smagliante, poi ci sedemmo a un bar per bere qualcosa di fresco.
Quando ci mettemmo comodi, iniziai con la mia arringa.
- Perché hai... hai scelto me e Marco? Perché proprio noi due? Perché non hai scelto Belen Rodriguez e il suo ennesimo fidanzato che sembra essere finalmente quello giusto? - gli chiesi come se stessi parlando di cosa cucinare per cena. Lo vidi che deglutì a vuoto e sgranò per un secondo gli occhi.
- Di che parli? - mi chiese facendo un sorrisetto confuso, calandosi di nuovo nella recita.
- Allora, facciamo così. Ti piacciono i quiz? - gli chiesi, facendo un sorriso così falso che probabilmente gli si gelò il sangue.
- Beh dipende da che genere di quiz. - mi rispose lui con un sorriso tirato che faceva piuttosto pena.
- Tranquillo, devi solo rispondere vero o falso. Ti chiami Manuel Rinaldi, sei spagnolo solo per metà. Non fai l'aiuto cuoco in una trattoria romana, ma il giornalista. E riesci a comprarti quelle belle moto con cui passi a prendere la mia migliore amica grazie al mucchio di soldi che ricevi per scrivere cose totalmente autentiche. Sei il migliore nel tuo campo, perché nessuno ha questa tua abilità nella recitazione, che ti consente di estorcere le informazioni proprio dai diretti interessati. Alle Maldive hai rimorchiato Marta per entrare nella vita mia e di Marco, e nel frattempo, per entrare ancora più nella parte te la sei scopata. E ovviamente la tua adorabile sorella è stata complice della tua recita degna di Oscar. Vero o falso? - Manuel era completamente con le spalle al muro.
___
Che colpo di scena! Ve lo aspettavate? Come cercherà di difendersi Manuel? Al prossimo capitolo ❤️
- treatyourselfbetter ✨
STAI LEGGENDO
Amor vincit omnia
RomanceSequel di "Ad maiora" "L'amore vince su tutto." "Camminai sul quel tappeto cercando di ignorare quella sensazione di freddo che provavo per l'assenza del corpo di Marco che mi aveva accompagnato sin dal primo giorno, anche quando non ci potevamo ved...