Capitolo 17

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Marta gridava all'insegna della spensieratezza alzando il drink che aveva in mano. Io urlavo con lei per farla divertire, in un certo senso era importante che la supportassi anche in quel modo. Cercavo anche io di fare come lei, di staccare un po' il cervello divertendomi. A tratti mi riusciva, a tratti no.
- Un altro giro? - mi chiese la mia amica quando lei finì il suo drink.
Ero già al secondo ed ero ancora in me, ma sapevo che di lì a poco mi avrebbe iniziato a fare effetto, e che quindi se avessi bevuto il terzo sarei stata più che brilla.
Marta invece sembrava avere l'intenzione di ubriacarsi sul serio, e non l'avrei fermata. Era la sua serata, le avrei concesso tutto.
Io scossi la testa e lei alzò gli occhi al cielo come se l'avessi delusa, poi mi fece l'occhiolino indicandomi che ne stesse andando a prendere un altro.
- Ciao. Posso offrirti qualcosa? - non appena Marta si allontanò, un ragazzo più o meno della mia età mi si parò di fronte con un sorriso smagliante.
- Ciao. No grazie. - risposi io, cercando di essere più educata possibile.
- Non ci credo. - ridacchiò lui, pensando che il mio fosse un modo per rifiutare lui, non l'alcol.
- No, sul serio. Per stasera ho dato, sono in servizio. Devo controllare che la mia amica torni a casa tutta intera. - gli sorrisi, lanciando un sguardo verso Marta che ballava in mezzo alla fila del piano bar.
- Carina la tua amica. - rise lui vedendola. Sembrava una che non avesse mai ballato in discoteca prima d'ora. Aveva quella voglia sfrenata di libertà e non aveva paura del giudizio delle persone che le stavano attorno. La guardai con un sorriso sbilenco, desiderando di essere esattamente come lei in quel momento.
- È qui per dimenticare qualcuno? - mi chiese, posando di nuovo gli occhi su di me. Io piegai la testa da un lato, guardandolo incuriosita.
Non era il solito tizio che si avvicinava ad una ragazza in discoteca con quello sguardo viscido che mi aveva sempre fatto venire la nausea. Sembrava aver voglia di conoscere gente a caso, di parlare con qualcuno.
- Come fai a saperlo? - gli chiesi, non riuscendo a smettere di ridere alla vista del suo viso simpatico. Era completamente sudato, i capelli un po' mossi gli ricadevano sulla fronte e il suo sorriso sembrava sincero e buffo.
- Voi ragazze non siete poi così enigmatiche. Quando fate così vuol dire che volete scappare dalla realtà. - disse, facendo un cenno verso Marta che stava tornando dal piano bar con il suo drink in mano.
- Indovina chi non ha pagato nemmeno questo drink? - disse lei una volta che ci aveva raggiunto. Io risi scuotendo la testa, intuendo che l'ennesimo ragazzo le avesse offerto da bere senza ovviamente ottenere neanche un minimo di considerazione da parte di Marta se non qualche parola di circostanza.
- Oh, e lui chi è? - mi chiese lei quando si accorse del ragazzo, guardandomi con malizia.
Io alzai le sopracciglia, lanciando uno sguardo a lui, dato che non sapessi nemmeno il suo nome.
- Andrea. - sorrise lui, ed io e la mia amica ci scambiammo uno sguardo. Soprattutto lei, che ormai era bella che andata, scoppiò in una fragorosa risata.
- Ahahaha! Si chiama come il tuo ex! - urlò, dando una pacca sulla spalla ad Andrea. Io risi con lei ma non capivo cosa ci trovasse di così esilarante, il nome Andrea era molto comune.
- È l'ex che cerchi di dimenticare? - mi chiese lui, quasi dispiaciuto che si chiamasse Andrea.
Io aprii la bocca per parlare ma la mia amica lo fece al posto mio.
- No, quello è un altro. Ad Andrea è stata lei a spezzargli il cuore, quindi fossi in te starei attento. - Marta gli puntò il dito contro cercando di non ridere ma l'alcol ebbe la meglio su di lei. Ci fece un cenno e se ne andò in pista a ballare, sempre sotto il mio occhio vigile. L'ultima volta che aveva conosciuto un tizio a un locale era stato Tommaso, e non avrei voluto ripetere l'esperienza.
- È forte la tua amica. - rise Andrea, ed io annuii un po' imbarazzata. Perché Marta doveva straparlare quando era ubriaca?
- Comunque... per la cronaca, io non sto cercando di dimenticare nessuno. Te l'ho detto, sono in qualità di guardia del corpo oggi. - mi misi la mano sul petto come per giurare, e lui roteò gli occhi poco convinto. Continuava a sorridermi in quel modo a cui non si poteva non rispondere con un sorriso. Senza accorgermene, nella mia testa lo stavo paragonando a Marco, e il suo sorriso che sembrava più un ghigno sembrava un'immagine sbiadita.
- Va bene, farò finta di non averti riconosciuta, Emma Guerra. E farò finta che mia sorella non parli di te e della tua incredibile storia d'amore. - alzò le mani in segno di resa, ed io volevo solo sotterrarmi in quel momento.
Era solo in situazioni del genere che mi rendevo conto di essere diventata un personaggio conosciuto, soprattutto e forse anche per colpa, di Marco.
- Grazie. - gli dissi sincera, non riuscendo a smettere di ridere.
- Ti chiedo solo un favore... non è che potresti fare un video saluto a mia sorella? - mi chiese, facendo una faccia tenerissima. Io presi il suo telefono e annuii divertita.


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