Bianca si accorse della situazione strana che si era creata tra me e Marco, che intanto era rimasto lì impalato. Era come se non avesse avuto il coraggio di rientrare facendo finta di non avermi vista ma neanche di fare un passo verso di me ed iniziare una conversazione.
La segretaria mi lanciò uno dei suoi sguardi buoni e incoraggianti, poi si schiarì la voce ed accompagnò tutti gli operai dentro l'edificio, forse per mettere fine a quel casino che c'era da settimane nel cortile, e anche per assicurarsi che Marco li avesse fatto ragionare sul serio.
In un batter d'occhio io e Marco rimanemmo soli, e magicamente scomparvero nella mia testa tutte le idee e i miei pensieri che mi avevano tormentato la notte precedente. Anche solo vedere il suo viso mi avrebbe mandato a puttane il cervello, sarebbe riuscito a cancellare tutta la rabbia e le cose che avevo contro di lui. Per fortuna però mia mamma mi aveva creata a cresciuta con tanto buonsenso e amore per me stessa da non poter lasciare che cose del genere accadessero.
Marco Riva poteva essere bello e dannato quanto voleva, ricco e potente quanto voleva, ma nulla avrebbe potuto compensare o giustificare il suo comportamento degli ultimi giorni.
- Puoi avvicinarti, e anche parlarmi. Non mordo. - ridacchiai io un po' per stemperare la tensione, ma lui sapeva benissimo quanto fossi arrabbiata.
Infatti il pallone gonfiato che quella mattina sembrava parecchio sgonfio e privo di vanità, non aveva gradito il mio umorismo. Anzi, lo aveva proprio ignorato. Fece solamente qualche passo verso di me, in modo titubante, e tenendo gli occhi incollati a terra.
- Come faccio a parlare con te se non riesco nemmeno a guardarti negli occhi, Emma? - chiese con una voce straziata dal dolore, e sentirlo parlare in quel modo mi spiazzò. E non riuscivo a capire quale fosse la vera natura di quel dolore così profondo. Insomma... avevamo litigato spesso, sin dal primo giorno in cui ci eravamo conosciuti, ma avevamo sempre risolto urlandoci contro e poi ridendo dello stesso litigio. Cosa era cambiato? Perché sembrava che quel dolore lo affliggesse così tanto da rendergli difficile parlare, guardarmi?
Io non risposi, non sapendo cosa fare o dire. Ormai non sapevo più come comportarmi e con lui e questo mi faceva enormemente paura. Avevo tanta paura di arrivare ad un punto di non ritorno, nel quale non sarei stata più in grado di comunicare con lui, e di vivere insieme a lui. Era la prima volta che avevo seriamente paura di perderlo, e realizzai in quel momento quanto effettivamente fosse alta la posta in gioco. Se lo avessi perso, non solo non avrei avuto più un fidanzato, ma anche un amico a cui appoggiarmi, con cui condividere i momenti con Spettro e Prince e le preoccupazioni per Marta. Avrei perso anche un collega, un collega unico e speciale che non sarebbe potuto essere rimpiazzato nemmeno con Michele il siciliano. Nonostante lui si fosse comportato male ed io lo avessi preso per il lembo della maglietta e scaraventato fuori da casa mia, io non volevo perdere Marco.
Lui puntualmente rimase in silenzio, si voltò e rientrò in azienda, sapendo benissimo che io lo avrei seguito.
- Grazie Bianca, ora ci penso io. - gli sorrise Marco accarezzandole la spalla, e lei le sorrise amorevolmente. Anche io non potei fare a meno di sorridere, più li guardavo e più mi innamoravo del loro rapporto così puro e onesto.
- Ragazzi, vi ringrazio di aver riposto le armi, e di avermi dato fiducia. Spero di non deludervi, e spero di rivedervi domani mattina a lavoro. Potete andare per oggi. - disse il capo ai suoi dipendenti, e loro gli sorrisero contenti. Molti di loro si avvicinarono per dirgli due parole e una pacca sulla spalla, altri per ringraziarlo, altri ancora per rincuorarlo. Quell'azienda era davvero una famiglia, e pensai a cose avrebbe potuto creare Marco se avesse avuto sin da piccolo un vero esempio di famiglia. Ma forse l'amore che aveva sempre ricevuto da sua madre Elena era così smisurato da compensare tutto il resto.
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Amor vincit omnia
RomanceSequel di "Ad maiora" "L'amore vince su tutto." "Camminai sul quel tappeto cercando di ignorare quella sensazione di freddo che provavo per l'assenza del corpo di Marco che mi aveva accompagnato sin dal primo giorno, anche quando non ci potevamo ved...