- Non provare a difenderlo anche sta volta, Marta! - gridai contro la mia amica che mi guardava terrorizzata. Le avevo appena raccontato ciò che era successo la sera prima, e lei non sembrava così scioccata rispetto a quanto avrebbe dovuto esserlo secondo me.
- Non lo sto difendendo, Em, sto solo cercando di farti vedere le cose da un altro punto di vista. Un punto di vista che non sia quello di una Emma completamente accecata dalla rabbia. - si alzò da tavola abbandonando la sua colazione per rincorrermi mentre facevo avanti e indietro per la casa dalla rabbia.
- Perché c'è un altro punto di vista? C'è un altro modo di interpretare quello che mi ha detto Marco? In un'altra lingua per caso quello non significa "essere una puttana"? - urlai allargando le braccia, facendole capire che non sapevo più che fare, o pensare. Non sapevo più dove mettere mano con Marco, e quella situazione mi stava facendo impazzire.
- No, ed è proprio per questo che sono sicura che Marco non intendeva dire quello che ha detto! Sa che non faresti mai una cosa del genere, perché sa benissimo chi sei. E lui si è innamorato di ciò che sei. - mi disse dolcemente, prendendomi per le spalle e guardandomi dritta negli occhi. Io con una risata isterica feci spallucce e mi liberai da lei.
- Siamo ben lontani dal parlare di amore, Marta... - dissi categorica, scuotendo la testa e continuando a fare su e giù. Lei rimase in silenzio, cercando altri argomenti a favore del suo protetto, ma io parlai ancora.
- E visto che mi conosce così bene come dici tu, perché allora ha insinuato che io sia andata a letto con uno sconosciuto e con il mio migliore amico? - gli chiesi spalancando gli occhi, dato che ogni volta che ripetevo quelle parole rimanevo sempre più sconcertata. Come aveva potuto immaginare una cosa del genere? Su cosa si basava il nostro rapporto se mi credeva capace di tradirlo così?
- Perché è insicuro, Em. Ha paura che tu possa stancarti di lui, che non riesca a sopportare questa situazione difficile che sta vivendo a lavoro e che inevitabilmente si ripercuote sulle persone che ama. Si sente terribilmente in colpa per essere assente ed intrattabile, sa di non essere proprio il Marco divertente e spocchioso che hai conosciuto. E poi lo sai bene che per colpa del padre orribile che si ritrova, ha sempre paura di non essere abbastanza, di non essere all'altezza. - disse Marta assumendo un tono di voce quasi disperato, non sapendo più come convincermi e farmi passare l'arrabbiatura.
- Eccola che tira fuori la scusa del padre nazzista... - mormorai io, fermandomi solo per afferrare la mia borsa ed infilarmi al volo i sandali.
- Non è una scusa o una giustificazione. È solo la verità, purtroppo. - mi disse ancora Marta, innervosita dalle parole che stavo usando nei confronti di Marco.
Io le lanciai uno sguardo torvo e aprii la porta di casa.
- Dove vai? - mi chiese piagnucolando.
- A farmi una passeggiata. - risposi secca, sbattendo la porta dietro di me. In quel momento sentii pezzi del mio cuore frantumarsi per aver trattato in modo odioso la persona più importante sulla Terra, e mi arrabbiai ancora di più con Marco ritenendolo responsabile di quell'ennesimo litigio.
Rimasi a bocca aperta quando mi accorsi che gli operai stessero ancora manifestando e scioperando con tutte le loro forze. Nel cortile dell'azienda c'era una folla urlante e l'entrata era ricoperta da decine di striscioni che quasi impedivano l'accesso. Io rimasi lì immobile per qualche minuto a contemplare quella visione così triste e struggente.
- Buongiorno cara, che fai lì impalata? Entra con me. - Bianca spuntò alle mie spalle, probabilmente era appena arrivata. Mi porse il suo braccio ma io la guardai senza muovermi.
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Amor vincit omnia
RomanceSequel di "Ad maiora" "L'amore vince su tutto." "Camminai sul quel tappeto cercando di ignorare quella sensazione di freddo che provavo per l'assenza del corpo di Marco che mi aveva accompagnato sin dal primo giorno, anche quando non ci potevamo ved...