Capitolo 3

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[Simon]

La pioggia bagnava le strade del paese ormai da ore e non accennava a smettere. Il cielo grigio scuro si scontrava con i tetti pieni di neve delle case offrendo l'immagine perfetta del classico inverno svedese. Nel frattempo, a casa di Simon, il profumo del sugo appena fatto da sua madre aveva ormai invaso tutta la sala. Era ora di pranzo e Simon stava finendo di posare gli ultimi piatti e bicchieri sul tavolo. Sara era concentrata a seguire quel programma di moda alla televisione che tanto le piaceva. Mentre la osserva, il riccio appoggia il cestino del pane fresco al centro della tavola e subito si accorge di un piccolo panino all'uvetta che spuntava nel mucchio. Il suo preferito. Fin da piccolo ne andava matto e sua mamma lo sapeva bene. Per questo glielo comprava, soprattutto quando vedeva il figlio triste, per tirarlo su di morale. "Per far sparire ogni brutto pensiero", gli ripeteva sempre. Simon sorride dolcemente al pensiero che sua madre, pur nella sua discrezione, aveva compreso il suo stato d'animo e cercava di farlo stare bene. Si gira a guardarla mentre la donna è di spalle ai fornelli e le si avvicina lentamente, abbracciandola da dietro e stampandole un lungo bacio sulla guancia. «Grazie mamma» le dice solamente.

La donna gli sorride: «Lo sai che se hai bisogno io ci sono, vero mi amor

Simon annuisce ma senza aggiungere altro. Avrebbe voluto parlarle, spiegarle come si sentiva. Ma nemmeno lui aveva il pieno controllo delle sue emozioni. Come si può spiegare la sensazione che si prova quando "la cosa migliore per te" è allontanare l'unica persona che ti abbia mai fatto battere il cuore in quel modo? E di nuovo i dubbi si insinuano nella sua mente, come fili di una ragnatela di cui Simon non riesce a liberarsi, di uno in particolare: "E se avessi preso la decisione sbagliata?"

Come se avesse letto i suoi pensieri la donna appoggia una mano sulla sua schiena: «Hai fatto la scelta giusta, Simon. Magari ora non ti sembra così, ma un giorno capirai». 

Il modo in cui lui e sua madre si sono sempre compresi, anche senza dover parlare, lo ha sempre sorpreso. È per questo che non può non sentirsi grato di avere una madre così presente e forte per lui. Ricominciare da capo, dopo quanto successo con suo padre, non è stato facile per nessuno. Soprattutto per lei. Ma lo hanno fatto, e questo li ha uniti più di prima.

Eppure, neanche le sue parole questa volta riescono a farlo stare meglio.

Un giorno capirò, si ripete. Ma cosa c'è da capire? Ci amiamo ma non possiamo stare insieme, in nessun modo. Forse non è così complicato come sembra, forse semplicemente deve rassegnarsi all'evidenza.

A riportarlo alla realtà è il rumore della forchetta che sbatte sul piatto di ceramica, segno che il pranzo era finalmente servito.

«Coraggio, a tavola!»

Sara e Simon prendono posto ma appena addentano il primo boccone vengono interrotti da un improvviso bussare alla porta.

«Aspettavamo qualcuno?» chiede Sara sorpresa. Mentre la madre nega con la testa, Simon si dirige all'entrata e apre la porta.

«Buongiorno, è lei Simon?» chiede quello che ha tutta l'aria di essere un postino.

«Sono io» risponde il riccio.

«C'è una consegna per lei, deve solo firmare qui».

Ancora confuso, Simon rientra in caso stringendo fra le mani un pacco sigillato e abbastanza leggero.

«Che cos'è? Chi te lo manda?» chiede subito sua sorella piena di curiosità. Simon alza le spalle, non è solito ricevere regali. Subito pensa alle nuove divise di Hillerska ma mancava ancora una settimana al loro rientro al collegio e le loro consegne hanno sempre il timbro ufficiale della scuola.

Decide di rimandare la curiosità a dopo pranzo e ritorna a sedersi con la sua famiglia.

Dopo aver sparecchiato e aiutato sua madre a lavare i piatti, il corvino si chiude in camera e si rigira fra le mani quello strano pacchetto finché finalmente decide di scartarlo. Tutto si aspettava tranne ciò che si trova davanti: "I fondamenti dello studio del pianoforte" dice il titolo del libro.

Simon lo sfoglia velocemente: come leggere le note, spartiti da imparare, consigli per scrivere la propria musica. "Dev'esserci un errore" pensa immediatamente. E mentre ripone il libro nella scatola, si accorge della presenza di un biglietto e di un altro pacchettino incartato. Simon lo apre e al suo interno appare una catenina d'oro bianco con un piccolo ciondolo a forma di chiave di violino e un punto luce incastonato nel mezzo. Il ragazzo, come incantato, passa delicatamente le dita sul gioiello che brilla davanti ai suoi occhi. Poi, prende il biglietto e involontariamente il suo sguardo cade nella firma del destinatario facendogli mancare l'aria:

"Simon,

la prima volta che i miei occhi hanno incontrato i tuoi è stato quando ti ho sentito cantare. Tu canti con il cuore e probabilmente il mio si è aperto a te proprio quel giorno. Ti ricordi il giorno dopo il nostro primo bacio? Eri nell'aula di musica e mi hai detto di non saper leggere le note, semplicemente le interpretavi. Spero che con questo mio pensiero tu possa finalmente perderti completamente nella musica e farla tua. Non pretendo nulla da te, non me lo merito. Semplicemente mi manchi.

Buon Natale,

Tuo Wille".

Simon non si accorge del sorriso che ha sul volto fino a quando sente gli zigomi fargli male. Rilegge il messaggio dieci, venti, forse cento volte, fino ad impararlo a memoria. Con la mano tremante, ancora sconvolto dalle parole di Wilhelm riprende la scatola con il suo ciondolo, lo osserva per minuti interi e lo stringe nel suo pugno. "Non posso accettarlo" è il suo primo pensiero. Solo per un attimo si mette di fronte allo specchio della sua camera e indossa la collana. È assurdo il modo in cui si adatta perfettamente al suo collo, come se fosse destinato ad essere suo. Solo per un istante ha la sensazione di sentire Wille terribilmente vicino. Al solo pensiero sente una fitta allo stomaco mentre le mani non smettono di tremargli. "Mi manchi così tanto anche tu Wilhelm".

E poi succede tutto in un attimo: senza rendersene conto sta già correndo verso la scrivania, afferra il cellulare e compone il suo numero.

Uno squillo, due squilli, tre squilli...

"Al quarto riaggancio" pensa Simon. Ma è un pensiero che dura poco perché in quel preciso momento dall'altro capo del telefono sente una voce che avrebbe riconosciuto fra milioni.

"Simon?"

"Ciao Wille".


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Rieccoci! Sono un po' di corsa ma ecco il nuovo capitolo.

Siamo tornati da Simon che, inaspettatamente, riceve un regalo di Natale da Wilhelm. Mi sono ispirata alla terza puntata, dopo il loro primo bacio quando suonano insieme nell'aula di musica.

Finalmente abbiamo il primo "contatto" fra i nostri protagonisti: Simon non resiste e chiama Wilhelm. Che succederà?

Un bacio a tutt* e alla prossima!

simonxwilhelm - What if?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora