Capitolo 16

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[Wilhelm]

Era ormai mattina quando Wilhelm si svegliò, disturbato da rumori che provenivano dal corridoio. La camera era già illuminata e fece fatica ad aprire gli occhi, infastidito dalla luce che lo faceva lacrimare. Per un attimo sembrò non accorgersi della presenza di fianco a lui ma quando, voltandosi, urtò con la gamba qualcosa dentro al suo letto, un ricordo tornò vivido nella sua mente. E lo fece svegliare di colpo.

Simon dormiva ancora di fianco a lui. Contrariamente a lui, niente sembrava turbare il suo sonno. Del resto, dopo tutto quello che aveva bevuto, il biondo si aspettava che il suo risveglio sarebbe stato più traumatico del previsto.

Per un attimo si fermò ad osservarlo mentre dormiva, lo sguardo rivolto verso di lui. Era certo che una volta sveglio Simon non sarebbe stato felice nel realizzare che avevano dormito insieme, tanto meno ricordare di come erano andate le cose con Sara. Doveva essere cauto e sicuramente molto paziente.

Per questo, prima di svegliarlo, si prese qualche secondo per osservarlo, momenti che avrebbe custodito gelosamente e che lo avrebbero consolato nei giorni a venire. Simon sembrava un bimbo: aveva accorciato i capelli ma dei ricci scendevano dolcemente nella sua fronte. Il suo respiro era regolare e il petto si alzava e si abbassava leggermente. Le sue mani erano unite sotto alla sua guancia.

Wilhelm avvicinò le sue dita alle sue mani intrecciate, aveva bisogno di sentirlo vicino. Ripensò alla sua richiesta di baciarlo e a quanto fosse tentato di unire le loro labbra. Ma era orgoglioso di lui per essere riuscito a trattenersi. Simon sarebbe stato arrabbiatissimo la mattina dopo e l'ultima cosa che voleva fare era allontanarlo ancora di più.

Sfiorò con le sue dita il viso di Simon e, senza mai posare i polpastrelli sul suo viso, tracciò tutto il contorno del riccio. La fronte, il naso, le sue labbra.

Averlo così vicino e non poter fare niente lo stava uccidendo, era straziante.

Così si alzò dal letto, cercando di fare meno rumore possibile, e cercò nei mobiletti del suo bagno un'aspirina. Prese un bicchiere d'acqua e lo posò nel comodino di fianco a lui, insieme alla medicina. Fu proprio in quel momento che vide il ragazzo dimenarsi fra le coperte.

«Buongiorno dormiglione» disse Wilhelm

Simon sembrò spaesato, come se non capisse assolutamente il motivo della sua presenza in quella stanza.

«Ma che...cosa..io» cercò di formulare una frase.

«Va tutto bene – disse Wilhelm avvicinandosi al letto per calmarlo – hai dormito qui in camera mia. Ieri alla festa hai un po' esagerato e non mi fidavo a lasciarti andare a casa»

«Che ho fatto?» si allarmò immediatamente.

«Nulla..hai discusso con Sara e ti sei ubriacato»

«E August?»

«Niente con August, te lo assicuro»

«Cazzo mi esplode la testa» disse massaggiandosi le tempie

«Tieni, ti ho già preparato tutto» disse il biondo indicandogli il comodino di fianco a lui.

E Simon sembrò intenerito da quel gesto. Lo ringraziò e prese subito la medicina.

«Che ha fatto Sara?» chiese Simon dopo aver posato il bicchiere vuoto.

Wilhelm stette in silenzio un attimo, non sapendo che fare. Dirgli la verità sul litigio lo avrebbe fatto preoccupare e intristito. Ma non dirglielo significava custodire un altro segreto con lui.

«Lei..ha preso delle pasticche e tu ti sei arrabbiato» confessò

«Lei cosa?» gridò

«Non lo so, non ho visto cosa fosse di preciso. Avete un po' litigato e sei andato via. Io ti ho seguito» disse Wilhelm abbassando lo sguardo.

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