[Simon]
Aveva deciso di partire il giorno stesso, dopo aver trovato dei biglietti a un buon prezzo nel tardo pomeriggio. E, consapevole che Wilhelm non sarebbe arrivato fino alla mattina successiva, aveva prenotato anche una camera di un motel poco distante dal centro. La tappa del tour prevista per quella domenica sarebbe stata a Uppsala, a circa un'oretta da lì e dalle informazioni che aveva trovato in internet Wilhelm e la Regina avrebbero dovuto incontrare delle autorità ad un evento previsto in mattinata e partecipare a una cena lo stesso giorno.
Simon non sapeva cosa stesse facendo, ma sperava di poter contare su quel buco previsto nel pomeriggio per poter passare un po' di tempo con il suo ragazzo. Erano passati solo pochi giorni, ma gli sembrava di impazzire. Gli mancavano i suoi occhi, quello sguardo dolce e premuroso che il biondo rivolgeva solo a lui. Gli mancava stringergli le mani, giocare con le sue dita, vedere come i loro palmi combaciassero perfettamente. Gli mancava baciarlo, sentire quelle labbra sulle sue, il suo sapore, percepire i lati della sua bocca curvarsi verso l'altro mentre ancora erano incollati e ricambiare quel sorriso ancora viso contro viso.
Gli mancava poter parlare di qualsiasi cosa, fantasticare sul loro futuro, litigare sui personaggi preferiti delle serie tv e su quali libri siano migliori dei film.
Infine, gli mancava abbracciarlo, sentire il suo profumo, la morbidezza dei suoi capelli, infilare le mani sotto la sua felpa e percepire la pelle del suo ragazzo riempirsi di brividi.
Erano solo pochi giorni, ma sembrava una vita intera. E lui non ce la faceva più.
Pensava a tutto questo mentre si dirigeva verso la stazione di Stoccolma, pronto a salire sul treno che lo avrebbe portato dritto da lui. Mentre ascoltava le note di qualche canzone dal telefono – era troppo distratto dai suoi pensieri per prestare attenzione a quale brano fosse in riproduzione dalla playlist – il suono si bloccò di colpo, una vibrazione iniziò a farsi sempre più forte dalla sua tasca e Simon capì che qualcuno lo stava chiamando: tirò fuori il cellulare dal giubbotto e vide proprio il volto di Wilhelm che riempiva lo schermo del suo Iphone.
Si gelò di colpo: non era molto bravo a dire le bugie e doveva stare molto attento se voleva che questa sorpresa funzionasse davvero.
«Pronto?» disse con la voce il più rilassata possibile, fallendo miseramente. Quello che gli uscì fu più un sussurro strozzato.
«Ehii, ti disturbo? Puoi parlare?»
Ci pensò quella voce a rilassarlo, a tranquillizzarlo del tutto.
Ecco, gli mancava anche la sua voce. Il modo in cui riusciva a rasserenarlo, a farlo sentire al sicuro solo parlando.
Simon si schiarì la voce: «Non potresti mai disturbarmi. Come sta Sua Altezza? Ha finito di incontrare gente famosa e stringergli le mani?» lo prese in giro il riccio.
«Spiritoso, non puoi capire quanto sono stanco. Abbiamo dei ritmi assurdi» gli rispose Wilhelm «Tu come stai? Come mai non hai risposto al mio messaggio?»
Simon aveva organizzato il viaggio in maniera talmente veloce che non aveva nemmeno risposto al messaggio del biondo, o ringraziato per le cartoline che aveva ricevuto. Piuttosto le aveva infilate nello zaino, portandosele con sé per poterle rileggere in treno e spiegargli di persona quanto avesse apprezzato il gesto che aveva fatto.
A malapena aveva detto a sua madre dove fosse diretto quando lo ha bloccato nel corridoio vedendolo correre con uno zaino in spalla.
"Vado da Wilhelm, abbiamo deciso all'ultimo" aveva solo urlato, sperando non facesse troppe domande, prima di scappare fuori dalla porta.
STAI LEGGENDO
simonxwilhelm - What if?
RomanceDopo aver guardato la prima stagione di Young Royals tutta d'un fiato, mi sono persa a fantasticare su come potrebbe continuare la loro storia e cosa li attenderà il futuro. In attesa della seconda stagione (che speriamo venga confermata al più pre...