Capitolo 26

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[Wilhelm]

«Ma questo posto è sempre così caotico? Mio dio ma come sono vestiti quei ragazzi?»

Erano arrivati ad Hillerska da poco più di 10 minuti e la Regina aveva già iniziato a commentare ogni singolo dettaglio intorno a sé. Wilhelm non stava ad ascoltarla, troppo felice di essere tornato a casa.

Casa

Si stupì di quanto fosse stato spontaneo per lui definire la scuola in quel modo. Quella scuola in cui nemmeno voleva andare, se non fosse stato per Erik e i suoi mille "Vedrai ti piacerà!", "Ho dei ricordi stupendi lì".

Sentì una fitta allo stomaco ripensando agli incoraggiamenti del fratello, se solo fosse stato lì sicuramente avrebbe saputo dargli dei consigli per uscire da quella situazione. Lo avrebbe sostenuto, difeso. Sarebbe stato dalla sua parte, Wilhelm non aveva il minimo dubbio a riguardo.

Era stata la settimana più lunga della sua vita, fra impegni lunghissimi e il tentativo di sfuggire allo sguardo di sua madre che lo penetrava fino alle ossa ogni qual volta incrociava i suoi occhi. Non avevano più riparlato della questione, se non per ribadire che quel giorno, il giorno di quella maledettissima gara, sarebbero arrivati ad Hillerska, avrebbe raccolto le sue cose e dopo la gara avrebbe detto addio a quel posto.

E Wilhelm ci aveva provato, aveva provato davvero a ribellarsi, a farle cambiare idea ma ogni parola sembrava inutile di fronte alla freddezza della donna.

Per fortuna in quei giorni infernali una boccata di ossigeno arrivava da Simon che giorno dopo giorno non aveva abbandonato il suo fianco, nonostante la distanza. Ogni giorno riceveva messaggi dal riccio che non faceva che ripetergli che tutto sarebbe andato per il meglio, che avrebbero trovato un modo, che mancavano pochi giorni e si sarebbero rivisti. Che lo amava, lo amava moltissimo e non vedeva l'ora di rivederlo.

E Wilhelm ricambiava, cercava di tranquillizzarlo a sua volta, di dirgli che lo sapeva. Ma in cuor suo non faceva altro che realizzare che niente sarebbe più stato possibile per loro. E che presto avrebbe dovuto trovare le parole giuste per mettere fine a quella che era stata la più grande fortuna della sua vita. Avrebbe dovuto lasciarlo andare, permettergli di essere felice, fare in modo che trovasse qualcuno che lo amasse alla luce del sole, senza timori o paure. Doveva trovare le parole giuste perché lo amava davvero.

Ma quali sono le parole giuste di fronte a qualcosa di così totalmente, irrimediabilmente, disperatamente sbagliato?


Stavano ancora camminando lungo i corridoi quando il Principe e la Regina incrociarono Felice e August in un angolo della scuola.

«August!» esordì la donna appena riconobbe il ragazzo.

«Sua Maestà, che piacere rivederla» rispose il riccio. Un leccapiedi, come al solito.

Eppure Wilhelm poteva giurare che nei suoi occhi non vedeva il solito sguardo furbo e compiaciuto, sembrava quasi...preoccupato?

E se lo sguardo di August sembrava un mistero, molto più eloquente era quello di Felice: gli occhi posati sui suoi in uno sguardo triste, dispiaciuto. Quasi mortificato.

Felice sapeva, naturalmente. Sapeva sicuramente tutto.

La ragazza gli fece un sorriso forzato, cercando di sembrare rassicurante ma fallendo miseramente. E la stessa forzatura arrivò da Wilhelm, piegando leggermente gli angoli delle labbra verso l'alto, più per rassicurarla di star bene che per salutarla.

Peccato che lui non stesse bene per niente

«Allora, vi state preparando per la gara?» chiese la Regina

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