Capitolo 17

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[Simon]

Il sole era già in procinto di tramontare mentre Simon, Wilhelm, August e gli altri ragazzi del gruppo di canoa concludevano l'allenamento. Il vento, quel giorno più forte del solito, scompigliava i capelli di Simon che era impegnato da tutto il pomeriggio a togliere dagli occhi i riccioli che puntualmente gli cadevano dalla fronte. August aveva promesso ai ragazzi di fare gli allenamenti in palestra per i mesi invernali ma di tanto in tanto li obbligava a fare il riscaldamento e una corsa anche nel parco.

Ed ora erano lì a percorrere gli ultimi chilometri intorno al lago, l'ultimo sforzo della giornata.

Quando arrivarono al punto di partenza si gettarono a terra distrutti, cercando di prendere fiato. Simon guardò Wilhelm distendersi a pancia in giù, la bocca che poggiava sull'erba bagnata e la schiena che si alzava e abbassava per lo sforzo.

Il biondo aveva mantenuto la sua promessa: dopo il discorso in camera aveva iniziato ad essere più distaccato, aveva preso le distanze da lui. Ma ogni tanto sbucava in classe con un "Ciao Simon" che lo faceva rabbrividire. All'inizio era divertente, era davvero una situazione assurda. Si ritrovava a fissarlo con un sorriso complice sul viso ogni volta che lo vedeva entrare chiedendosi se, quella volta, gli avrebbe rivolto la parola o se quello fosse "il giorno di pausa" che gli concedeva come promesso.

Ma col passare dei giorni, Simon iniziava ad essere stanco del semplice saluto. Si rendeva sempre più conto di quanto effettivamente gli mancasse parlare con lui, scherzare davvero, stare insieme.

Si sentiva combattuto fra la voglia pazza di correre da lui e la consapevolezza che avrebbe di sicuro sofferto di nuovo.

Era nel bel mezzo di questi pensieri quando August prese parola facendolo trasalire:

«Ok ragazzi, come sapete la gara di quest'anno è davvero importante. Dobbiamo farci trovare pronti e non far sfigurare la scuola. Ognuno di noi deve dare il massimo, intesi?»

Tutti annuirono, così aggiunse: «Oggi è stato pubblicato anche il regolamento: sarà una sorta di staffetta. In ogni canoa si andrà in due e saranno 3 giri. Quindi in tutto serviranno 6 persone. Noi siamo in 8 quindi qualcuno dovrà rinunciare. Decideremo chi gareggerà più avanti, nel frattempo ritenetevi tutti sotto esame. Dovrete dimostrarmi di meritare quel posto, intesi?»

A Simon non importava gareggiare, era lì solo per Wilhelm ma un'informazione attirò la sua attenzione: «Ah quasi dimenticavo – aggiunse August – se vinceremo, ogni alunno riceverà una quota in denaro. Fa sempre comodo no?»

E chi poteva saperlo meglio di lui? A Simon quei soldi servivano eccome, per questo decise che se proprio doveva sforzarsi così tanto, almeno avrebbe potuto gareggiare e vincere quel premio. E si sarebbe guadagnato quel posto in squadra.

«Che ne pensi? Abbiamo una possibilità?» una voce alle sue spalle lo fece sussultare.

Non si era accorto che tutti si erano già allontanati e dietro di lui era rimasto solo Wilhelm.

«Con te forse si, io invece non sono così in gamba» rispose Simon

«Se tu non mi avessi chiesto un po' di spazio ora ti avrei proposto di allenarci insieme» disse con un sorriso provocatorio il principe.

Simon sorrise e alzò gli occhi: «Ah ora è colpa mia?»

«Beh si, vedi come sto a distanza?» continuò il biondo.

«E per quanto durerai?» lo provocò Simon

«Beh è sempre meglio di non parlarti, cerco di farmelo bastare» disse questa volta Wilhelm, ma il clima di scherzo che si era creato sparì con questa sua affermazione. Lo disse in modo triste, rassegnato. Consapevole di non avere molte alternative.

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