Capitolo 7

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Simon era riuscito a dirglielo. Gliel'aveva detto perché non riusciva più a tenersi dentro quelle parole. Perché quando aveva visto il ragazzo che amava correre verso di lui sotto la pioggia, niente aveva più avuto così tanta importanza. Non esistevano più video, più commenti negativi, più interviste, più corone o re e regine, più regole da rispettare. Erano solo loro, di nuovo. Ancora.

E ora erano lì, sotto la casetta della fermata, a scambiarsi un bacio che nessuno dei due aveva intenzione di interrompere per primo. Solo quando Simon non ebbe più fiato si staccò da lui ma senza smettere di guardarlo negli occhi. I suoi soliti ciuffi biondi gli cadevano sopra il viso e il corvino li allontanò leggermente per poter vedere il suo sguardo senza ostacoli. Wilhelm gli sorrideva, un sorriso sincero, felice. Chissà da quanto non sorrideva così.

"Sono io che lo faccio sorridere così?" pensò Simon mentre le farfalle nel suo stomaco non smettevano di procurargli quella sensazione così bella.

Wilhelm posò la mano sulla sua guancia, carezzandogli con il pollice le tempie e Simon chiuse gli occhi assaporando ogni momento di quel gesto così delicato e rilassante. Poi la mano del biondo salì sempre più verso i suoi capelli, incastrando le dita nei ricci con cui giocherellò e che accarezzò per qualche secondo.

Simon si avvicinò a lui e posò la sua fronte su quella di Wilhelm. Le loro labbra si sfioravano e il riccio poteva sentire il suo respiro accarezzargli la pelle. Avrebbe potuto stare così per tutta la vita. Ma non era possibile.

«E ora che si fa?» chiese Simon spezzando quel silenzio perfetto

«Non ne ho idea Simon» risposte sinceramente Wille « Ho provato a starti distante, ti giuro che ho provato, ma finisco sempre qui»

Simon sorrise, a lui succedeva esattamente la stessa cosa: «Sì, capisco cosa intendi» disse con una risatina.

«Grazie di essere venuto» aggiunse poi con un filo di voce «Avevo bisogno di qualcuno, non sapevo chi chiamare e stavo...beh lo hai visto come stavo»

«Sono felice che tu abbia chiamato me. E poi avevo un favore da ricambiare. Campo da calcio, ti dice nulla?» chiese Wilhelm alludendo alla notte in cui lui lo aveva trovato nell'erba mentre delirava.

«Come hai fatto ad uscire? Oddio Wilhelm siamo qui da una vita, potrebbero vederti o averti già visto» disse Simon in preda al panico quando si rese conto di essere da minuti interi con il Principe Ereditario a baciarsi sotto la fermata dell'autobus.

«Rilassati, non è ancora passato nessuno da quando sono qui ed è già buio pesto»

«No Wille davvero, devi allontanarti da qui il prima possibile. Se i tuoi lo scopron-» provò a dirgli Simon ma Wilhelm lo zittì baciandolo di nuovo.

«Non vado da nessuna parte. Tu hai bisogno di me e non ti lascio andare»

Gli occhi di Simon si riempirono di lacrime, ma per la prima volta quella sera non erano lacrime di tristezza.

«Okay, ma allora andiamo a casa mia. Si gela qui»

I due si incamminarono verso casa di Simon. Con la coda dell'occhio, il corvino vedeva che Wilhelm non smetteva di osservarlo, di guardare come stesse che fosse tutto okay. Si sciolse al pensiero e capì il motivo di quella preoccupazione quando passarono davanti a una vetrina e Simon vide le sue condizioni: i capelli spettinati, gli occhi gonfi e rossi. Il naso era spellato per il freddo e le guance ancora arrossate per le lacrime. Come avrebbe spiegato a sua madre perché era in quelle condizioni?

Quando arrivarono davanti alla porta di casa, il ragazzo non aveva ancora preso una decisione. Scelse dunque di improvvisare e una volta arrivato davanti alla maniglia, girò la chiave, aprendo la porta con Wille dietro di lui.

simonxwilhelm - What if?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora