Capitolo 22

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[Simon]

Il cielo nuvoloso copriva completamente il campo da calcio di Bjärstad e un vento freddo accarezzava la pelle di Simon che, seduto negli spalti del campetto, cercava di finire gli esercizi di matematica da più di mezz'ora. Ogni tanto qualche spiraglio di sole illuminava delle piccole porzioni di erba ma il tramonto era ormai vicino e la luce lasciava spazio, a poco a poco, alle ombre della sera.

Simon era andato a vedere Rosh agli allenamenti: era da tanto che non passava un po' di tempo con i suoi amici e aveva bisogno di distrarsi e di non pensare che, nello stesso momento, il suo ragazzo stava affrontando chissà quale problema a Palazzo. Per quanto avesse cercato di mantenere la calma e di trasmetterne un po' anche a Wilhelm, dentro di lui era terrorizzato. Spaventato a morte dal motivo per cui la Regina avesse voluto vederlo così in fretta, tanto da andarlo a prendere direttamente a scuola, e soprattutto dalle conseguenze che ciò avrebbe potuto avere.

Come avrebbe reagito Wilhelm a un possibile problema?

In cuor suo voleva fidarsi del biondo. Anzi si fidava davvero. Ma in un angolo del cuore, uno spazio che Simon cercava di respingere a tutti i costi, temeva che il Principe potesse di nuovo prendere le distanze da lui. Non voleva però che questi pensieri lo torturassero e si aggrappò con tutte le sue forze all'idea che la situazione fosse cambiata, Wilhelm era cambiato e non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di dividerli di nuovo.

«Quindi questa volta è davvero deciso a confessare tutto?»

Fu Rosh ad interrompere il flusso dei suoi pensieri con quella domanda. Non si era nemmeno accorto che lo avesse raggiunto negli spalti e che gli allenamenti fossero finiti, tanto preso com'era dai suoi ragionamenti.

«Direi di sì, vuole farlo alla gara di canoa» rispose Simon.

«E sei felice?»

Un sorriso spuntò sul viso del corvino. Era felice? Lo era da matti. Non faceva che fantasticare su quel giorno, su come sarebbe stato finalmente venire allo scoperto. Poter vivere la sua storia con Wilhelm senza più segreti o paure. Senza doversi nascondere.

«Lo sono. Mi fido questa volta, non mi deluderà»

«Come fai ad essere certo che lo farà?»

A Rosh piaceva Wilhelm, gli era piaciuto fin dal primo momento in cui lo aveva visto. Ma aveva anche visto Simon star male per lui, distruggersi per lui. E non voleva rivederlo in quello stato.

Simon sapeva che la sua era solo preoccupazione per cui non ebbe timore a risponderle soltanto: «Non lo so, lo sento e basta. Lo vedo nei suoi gesti, nella sicurezza con cui mi parla. È una sensazione che provo, mi capisci?»

Rosh annuì piano. Sperava davvero che il suo migliore amico non si sbagliasse, almeno questa volta. Si meritava di essere felice e di trovare qualcuno che gli volesse bene davvero. E Wilhelm lo aveva anche difeso con suo padre, un gesto che valeva più di tante altre parole.

«Ti ha detto qualcosa sul suo incontro con la Regina?»

«Ancora nulla. Ora gli scrivo»

Stava davvero iniziando a preoccuparsi: che fine aveva fatto? Gli mandò un rapido messaggio, scherzando sul fatto che potessero averlo ucciso dopo aver scoperto il loro segreto.

Mise in tasca il telefono, infilò i libri nello zaino e si avviò con Rosh verso l'uscita del campo.

Nel tragitto si fermarono in un negozio di fumetti dove la ragazza acquistò l'ultimo numero del suo manga preferito e trascorsero un po' di tempo in un piccolo chioschetto dove vendevano hot dog caldi.

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