Capitolo 27

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Erano passati venti minuti dal loro ricongiungimento, venti minuti spesi fra carezze, baci leggeri e parole sussurrate. Venti minuti d'amore, la giusta ricompensa dopo giorni passati separati.

«Vorrei poter stare così per sempre» rivelò Simon perso nel groviglio di braccia del suo ragazzo che, petto contro schiena, lo teneva stretto a lui.

«Anche io, non immagini quanto» sussurrò Wilhelm.

«Sono in ritardissimo, August mi ammazzerà» continuò il corvino staccandosi a poco a poco da quella stretta.

«A proposito di August, davvero hai chiesto il suo aiuto? Dopo tutto quello che è successo?» domandò Wilhelm.

«Lo so, forse è stato stupido. Ma conosce te e la tua famiglia, ho pensato che potesse darci una mano...e poi ultimamente è strano. Sembra...più umano, non so come spiegarti»

Wilhelm annuì con la testa, non era stato l'unico a notare quel suo strano cambio di atteggiamento.

«Ora devo andare» disse alzandosi e fermandosi in piedi di fronte a lui.

Wilhelm lo seguì e si posizionò alla sua stessa altezza.

«Perché mi sembra di dirti addio?» chiese con un filo di voce il biondo.

«Non è così. Ascolta, se dovesse andare male qualcosa, vediamoci nello spogliatoio della palestra dopo la gara okay? Prima che tu te ne vada. Ti prego»

La sicurezza che tanto aveva caratterizzato in quei giorni Simon sembrava essere svanita improvvisamente, come se in un solo istante quel muro e quella corazza che aveva costruito per sembrare forte agli occhi del suo ragazzo fosse in procinto di crollare.

«Ci proverò»

«Promettimi che lotterai per noi, che lotterai per me» gli chiese in un sussurro Simon, fissandolo negli occhi con un'intensità da far vibrare il corpo del principe.

«Te lo prometto, lo farai anche tu?»

Simon sorrise «Te lo prometto».

Il corvino posò un ultimo bacio nelle sue labbra, leggero ma lungo. Strinse appena con le mani la nuca di Wilhelm, come per trasmettergli tutto l'amore che sentiva dentro di sé. Poi si voltò e per l'ennesima volta lasciò che la porta della camera si chiudesse alle sue spalle. Fece un respiro profondo e si diresse dalla squadra.



[Simon]

Che la gara fosse un avvenimento molto atteso, gli studenti di Hillerska lo sapevano bene. Ma a giudicare dalla quantità di persone e decorazioni preparate, doveva essere davvero una grande occasione per l'istituto. E il fatto che il Tour reale si concludesse proprio in quell'occasione faceva sì che il clima fosse ancora più teso del solito. Chiunque fra professori e personale sembravano su di giri e preoccupati all'idea che tutto dovesse essere perfetto.

Il giardino era stato addobbato alla perfezione: bandierine di ogni scuola e ogni parte della Svezia sventolavano su lunghe aste. Un'area era stata adibita completamente a cibo e ristoro, mentre nel centro del parco si trovava un palco leggermente rialzato dove avrebbero preso posto i membri della famiglia reale, la preside e altre autorità giunte per l'evento. Il resto del pubblico si stava sistemando intorno al lago, in modo da avere una buona visione della gara, o nelle sedie preparate nell'erba.

Infine, lungo la riva, dei piccoli gazebo separavano le squadre l'una dall'altra: ognuno era distinto dallo stemma della scuola, e proteggeva i 6 sfidanti che avrebbero gareggiato nella staffetta.

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