[COMPLETATA]
Un sorriso diabolico si dipinse sul suo viso. Sarebbe interessante, pensò tra sé. Aveva messo gli occhi su di te dal giorno in cui aveva messo piede in quella città, qualche mese prima. A essere onesti, il suo sguardo non ti aveva mai l...
Il tempo stringeva, letteralmente. Il suono della sua mano che scriveva era l'unico suono che riuscivi a sentire. Il professore pensava che Hoseok stesse effettivamente prendendo degli appunti, ma ogni volta il professore lo riprendeva perché sembrava distratto, era perché ti stava fissando, ma con tua sorpresa riusciva sempre a dire la risposta corretta. Non era certo un topo da biblioteca come i suoi vestiti avrebbero fatto credere alla gente, ma era incredibilmente intelligente e veloce. O era un eroe o era un cattivo. E con un po di coraggio che ti trovavi in corpo, eri determinata a scoprire chi era esattamente Hoseok oggi.
La lancetta dell'orologio si spostò nell'orario che tanto stavi attendendo e ti alzasti rapidamente dal tuo banco. Hoseok ti lanciò un'occhiata curiosa. "Fai qualcosa di eccitante oggi?" ridacchiò lui.
Si qualcosa del genere. "Il mio oppa ha ordinato dei fiori esotici, voglio andarli a vedere adesso."
Internamente, Hoseok alzò gli occhi al cielo. Trovava angosciante e irritante che tu chiamassi chiunque "oppa". Trovava fastidioso che ti importasse di altre persone oltre a lui. Presto, anche se non aveva deciso ancora quando, lui sarebbe stato l'unico a cui avresti pensato. Si appoggiò allo schienale della sedia e ti guardò correre fuori dall'aula.
Appena fuori, indossassi una delle felpe con cappuccio di Seokjin e aspettasti che Hoseok emergesse dalle porte. Quando lo adocchiasti, lui si fissò su di te, e così caddi a terra. Poteva essere una sola coincidenza, pensasti, non c'era modo che potesse sapere che fossi ancora lì. Poi aveva iniziato a camminare per la strada, intenzionalmente fuori dal campus e poi in un quartiere. Era facile nascondersi con l'abbondanza di angoli e negozi. La questione dei negozi però era inquietante, era come se non esistesse nessuno in questa parte della città ed eravate solo voi due.
Hoseok camminava sorprendentemente veloce, poteva essere dovuto alle sue lunghe gambe. Era perciò stato difficile per te starle dietro a volte. Ma poi, in alcuni momento, si fermava. Pensavi che ti stesse aspettando di proposito, ma poi sarebbe sembrato, come un'anatra confusa. Si adattava al suo carattere, almeno alla versione di lui che avevi conosciuto.
Non ti eri resa conto di quanto tempo fosse passato. Era diventato cosa naturale seguire Hoseok, che sembrava che fosse una luce che dovevi raggiungere. Lui rimase dritto mentre camminava, fiducioso e sicuro di sé, cosa che tu sognavi di essere. Forse questa era stata la forza trainante di questa impresa. Volevi trovare qualcosa di magico che potesse aiutarti, un desiderio. Ti guardasti intorno, vidi che il quartiere era molto più indietro rispetto a dove eri tu e ti stavi avvicinando sempre di più ad una parte della città che era per lo più costituita d costruzioni e fabbriche. In cielo vi erano delle nuvole sbiadite esattamente come quei muri. Seokjin probabilmente era già preoccupato per te e potevi già sentire la sua forza assillante. Ti fermasti, discutendo con te stessa se avevi l'intenzione di continuare o meno.
"Questo è stupido, cosa sto facendo?" ti chiesi tu. Fu allora che decidesti di voltarti. Ma era stato allora che avevi capito che non avevi la minima idea di come tornare indietro. Guardasti di nuovo dall'altra parte, Hoseok era scomparso. Sembrava che stavate camminando in un labirinto e che tu fossi rimasta intrappolata nel bel mezzo di esso. Tutto quello che vidi erano edifici in cemento e strade sterrate. Rovistasti nella tua borsa per poi scoprire che il tuo telefono non aveva nessun segnale, eri completamente persa. I tuoi palmi iniziarono a sudare. Nonostante la maschera che indossavi di fronte alle altre persone, incluso Seokjin, non eri senza paura. Le tue gambe iniziarono a tremare.
Il rumore di sassi che venivano schiacciati sotto un peso umano si fermò esattamente dietro di te. Il tuo cuore si calmò un po, ma c'era ancora una paura residua. "Non muoverti." Parlò l'uomo.
"Sapevi che ti stavo seguendo."
"Certo che lo sapevo." Hoseok sbuffò. La sua voce era pericolosamente bassa e liscia. "La prossima volta che seguirai qualcuno, non indossare una felpa rosa."
Maledissi te stessa e Seokjin, che aveva solo vestiti del medesimo colore acceso. Almeno aveva influenze sull'abbigliamento monotono di Namjoon. "Hoseok, dove siamo?"
Hoseok si guardò intorno, prendendo una boccata d'aria fresca e guardando con affetto ogni edificio. "La mia casa." Rispose lui. Per quanto ridicolo fosse, sentivi che ti stava dicendo la verità. Poteva significare solo poche cose, e nessuna delle quali erano scelte che avresti voluto prendere in considerazione. E nessuna di queste scelte lo avrebbero reso il tipo di persona con cui avresti dovuto associarti.
"Hoseok, hai un superpotere?"
Lui sbatté le palpebre, tra tutte le cose che avresti potuto dire, questa non se l'era aspettata. Lo feci piangere dalle risate. "Sei davvero stupida." Disse lui.
"Avresti potuto semplicemente dire di no," sbottasti tu.
"Scusa." Si asciugò le lacrime e raddrizzò la sua compostezza. "Ma non hai completamente torto. Immagino di avere un po' di potere." Dopo la sua risposta, ti voltasti e quasi ansimasti. Era molto più vicino di quanto pensassi. I suoi vestiti erano gli stessi, i suoi capelli erano gli stessi, era ancora un umano, ma la sua espressione facciale e i suoi lineamenti erano quelli che non avevi mai visto prima. Freddo e crudele. Se prima pensavi che non fosse capace di fare cose crudeli, adesso avevi capito che ti stavi sbagliando gravemente. I suoi occhi ti trafissero. "Ti avevo detto di non voltarti."
"Cosa hai intenzione di farmi?" chiesi tu piano, facendo un passo indietro. Rimase immobile e inclinò la testa di lato.
"Voglio che tu ricordi."
Le tue sopracciglia si corrugarono, "Ricordare cosa?"
"Qualcosa di molto importante."
"Allora perché non me lo dici e basta?" dissi con tono arrabbiato.
Lui alzò le spalle. "Non sarebbe divertente. E dovresti sapere che mi piace giocare." Fece un passo avanti deliberatamente, l'odore degli agrumi ti colpì il naso. Ti immobilizzasti quando la sua mano si allungò per arricciare le punte dei tuoi capelli. "Non volevo farlo oggi. Ma sei stata così stupida da portarti da sola da me. E ora non ti lascerò mai andare."
"Cosa significa?"
"Ti porto via con me." Dichiarò lui. Poi sentisti altri passi dietro di te. Prima che tu potessi difenderti, qualcuno ti mise uno straccio alla bocca e caddi. Il sorriso di Hoseok fu l'ultima cosa che vidi, freddo e crudele.