Non era proprio il top, ma era abbastanza vicino. Come aveva predetto Hoseok, si stava nascondendo lontano dal combattimento. Avevi buttato giù una porta, solo per poi trovare ancor di più oscurità. Hoseok ti tirò indietro in modo da poter entrare per primo nella stanza, puntando la pistola in avanti. Cercasti sul muro un interruttore della luce e appena trovato l'accesi.
La stanza era intatta e priva di ragnatele, a differenza della catastrofe all'esterno. In effetti, era come un ufficio che si trovava in qualsiasi edificio commerciale. Colse di sorpresa sia te che Hoseok, ma la tua guardia era ancora alzata. Sulle pareti c'erano quadri di girasoli e quadri di donne che erano allineati come premi. Decine di immagini incorniciate. Guardando da più vicino uno di loro, il tuo cuore si congelò quando vidi che tra quelle donne c'era anche tua madre. Non c'era alcun errore, era la stessa immagine sulla sua tomba e quella che avevi pregato ogni notte. Era bella. Inconsapevolmente, lacrime calde caddero sulle tue guance. Hoseok era proprio accanto a te, dandoti conforto in una stretta di mano.
"È sempre stata la mia preferita," parlò una voce. Vi giraste entrambi e vedeste un uomo che occupava una sedia rotante. Non era come quello che avevi immaginato. Un uomo tarchiato con una macchia calva e una faccia insignificante, ecco cosa ti eri ricordata. Ma lui era l'esatto contrario. Era alto, snello, con baffi ben curati e capelli anch'essi ben curati. Se l'avessi visto in un altro posto, sarebbe passato davanti a simpatico gentiluomo. "Peccato che sia durata per molto." Continuò lui e quella fu la fine della tu ipotetica situazione.
Avevi sempre immaginato cosa avresti fatto quando ti fossi trovata a faccia a faccia con l'uomo che aveva ucciso tua madre. Avevi immaginato di pugnalare il suo cuore e calpestare il suo corpo finché non avresti versato lo stesso sangue che aveva versato tua madre. Avevi immaginato di dirgli che era un mostro e che di lì a poco sarebbe stato in un posto migliore. Ma in questo momento, non potevi fare nulla di tutto ciò, rimasi ferma, lasciando che la paura ti consumasse. Vedendo la sua faccia, ti ricordasti del momento in cui ti aveva toccata e il suo sorriso sadico ti riempì la mente. Il tuo corpo iniziò a ritrarsi ai ricordi, facendoti tremare. Hoseok intuì che stavi ricadendo in qualcosa di oscuro e coprì il tuo corpo con il suo.
L'uomo si alzò e si avvicinò lentamente a voi due, il dito di Hoseok si mise sul grilletto. L'uomo si avvicinò e Hoseok fece un passo indietro con te. Il topo era così vicino che potevi sentire l'odore della sua colonia e ti riportò a un ricordo che non volevi ricordare. Fissò la foto di tua madre. "Era una bellezza, ma sua figlia lo era ancor di più." Le sue parole ti fecero accapponare la pelle e sentisti il corpo di Hoseok irrigidirsi.
"Chiudi quella fottuta bocca prima che ti faccia saltare la testa. Non osare parlare di lei." Ringhiò lui.
L'uomo ignorò il suo commento, "Ti stavo aspettando. Ad essere sincero, pensavo che saresti arrivato prima. Sei debole, Jung Hoseok."
"Almeno posso proteggere i miei uomini e combattere al loro fianco invece di nascondermi nell'ombra." Ribatté lui.
L'uomo rise. "Sono fatti per essere usati così, perché dovrei preoccuparmi di quello che succede loro?"
"Non meriti di essere un leader, non meriti di essere un essere umano." gridò Hoseok. I suoi uomini erano i suoi fratelli.
"Dì quello che vuoi, ma non lascerei mai entrare una donna nei miei affari. Questo è ciò che ti ha reso debole." Colpì a fondo lui. "Hai dedicato la tua vita a lei senza sapere se ti amasse davvero o no. E se si innamorasse di qualcuno di meglio? Per qualcuno che ha la coscienza pulita? Cosa faresti allora?" Hoseok non cedette a niente di quello che aveva detto, ma ciò non impediva alle sue parole di pungergli il cuore. La sua presa sulla pistola tremava, il che diede all'uomo la possibilità di iniziare il proprio assalto. Ma si era dimenticato un fatto importante, tu.
La tua pistola era fuori e il proiettile gli perforò lo stomaco. Inciampò all'indietro colpendo la scrivania mentre il sangue scorreva fuori. "Ora entrambi abbiamo commesso dei peccati," dissi tu. "Quindi nessuno qui ha la coscienza pulita. Resterò con lui fino alla morte."
"Che nobile e romantico," disse l'uomo tra un respiro e l'altro. Poi tirò fuori qualcosa da dietro di sè una fiala aperta di un liquido bianco. Gli occhi di Hoseok si spalancarono, realizzando rapidamente che era acido puro. "Spero che ti ami anche senza il bel viso che ti ritrovi," Lo buttò nella tua direzione. I piedi di Hoseok si mossero veloce mentre copriva il tuo corpo. Sentisti il liquido colpire la sua schiena e bruciare attraverso il tessuto della sua giacca. Poi cominciò a sfrigolare sulla sua pelle, e Hoseok si morse la lingua per trattenere un grido.
"Hoseok," urlasti tu. Il suo corpo tremava e il suo peso cadde sul tuo. Alzando la pistola, non esitasti a sparare all'uomo finchè la sua anima non lasciò il suo corpo. Fuori, le sirene suonavano per tutta la notte e le luci iniziarono a riempire le stanze. Qualcuno aveva chiamato la polizie e l'edificio era stato circondato. "Cazzo, Hoseok, dobbiamo andare." Le sue labbra erano diventate pallide e il suo respiro era sfalsato.
"Non credo di farcela, devi andartene senza di me, mi amor," sussurrò lui.
"Che cosa? No! Non ti lascio." Protestasti tu.
"Ti sto trattenendo e basta, non puoi essere catturata. Ti meriti una vita migliore."
"Anche tu non puoi essere catturato e devi vivere una vita migliore con me." Dichiarasti tu. Con tutte le tue forze, presi il suo corpo e lo portasti giù per le scale. Roseo aveva trovato incredibile che tu potessi rimanere così forte anche dopo quello che era successo. Questo lo faceva diventare cosciente e mosse i suoi piedi. Insieme, avevate marciato verso l'unica uscita sul retro.
Una volta fuori, venni accolta da qualcuno che eri quasi felice di vedere.
STAI LEGGENDO
ʙʟᴜᴇ sɪᴅᴇ - ᴊᴜɴɢ ʜᴏsᴇᴏᴋ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]
Fanfiction[COMPLETATA] Un sorriso diabolico si dipinse sul suo viso. Sarebbe interessante, pensò tra sé. Aveva messo gli occhi su di te dal giorno in cui aveva messo piede in quella città, qualche mese prima. A essere onesti, il suo sguardo non ti aveva mai l...